Vigorito accoglie Cannavaro: “Ha rifiutato Mondiali e Champions per venire a Benevento”
Benevento CalcioCalcioIl Presidente del Benevento, nella conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico giallorosso, ha ringraziato così Fabio Cannavaro.
Oreste Vigorito ha poi risposto ad alcune domande riguardanti l’esonero dell’ex allenatore Fabio Caserta e non solo.
“Grazie soprattutto ad uno scugnizzo napoletano, che di napoletano ha solamente la nascita per quest’accezione. Per lui vale il discorso del riscatto della società, ma anche dell’intera nazione. Non solo perché è stato Campione del Mondo o il Pallone d’Oro, ma per il carattere morale. Ha rifiutato l’incarico di CT di una Nazionale che disputerà il Mondiale e di essere allenatore di squadra in Champions League, è venuto a fare la Coppa dei Sanniti ed i sanniti ti ringraziano per questo. Li conosco da oltre trent’anni, difficilmente sono bugiardi mentre normalmente sono restii ad applaudire o riconoscere un uomo sincero. Ma quando lo fanno lo fanno davvero. Ho imparato tutto da tutti, se dovessi imparare qualcosa da Fabio mi farebbe solo piacere. Non sono nato come figlio di Agnelli o di Moratti, sono nato che non potevo giocare a pallone perché avevo un solo paio di scarpe ed andavo a rubare i mandarini nel cortile a fianco. Se c’è una cosa che impara uno scugnizzo napoletano come me e come Fabio è rubare le cose agli altri. Io farò il Presidente, non ho mai fatto l’allenatore né il manager, né voglio farlo. Spero che torniamo ad essere una famiglia, che rimaniamo “insieme” quando perdiamo e quando vinciamo“.
SUL MANCATO ESONERO DI CASERTA QUALCHE MESE FA: “Io vinco e perdo insieme alla stampa, al popolo ed ai tifosi. Non perdo mai da solo, se lo faccio voglio rialzarmi insieme agli altri. Se si guardano i risultati evidentemente ho sbagliato, avrei dovuto esonerarlo quattro mesi fa. Ma non si perde mai veramente, forse abbiamo perso un campionato, ma non era colpa né di Fabio Caserta, che ringrazio pubblicamente, né del Presidente. Non amo il “poi”, non si perde mai veramente. In un anno ci sono due giorni in cui non si può fare niente, ieri e domani: io lavoro per l’oggi“.
UN ANEDDOTO SU CANNAVARO: “Stamattina sono passato per il campo ed ho chiesto a Fabio cosa volesse. S’impara qualcosa quando si chiede, e sono rimasto già sorpreso della serenità di un giovane vecchio allenatore. Non mi sono chiesto cosa ha vinto, io non faccio mai analisi tecniche ma umane, manageriali e di serietà. Ho già capito che saremmo andati d’accordo, non mi ha chiesto spogliatoi o stadi ma il campo da calcio. Per quanto il nostro giardiniere sia bravo, allenare una squadra sullo stesso campo con queste temperature non è facile. So che in quel campo non potrebbe mettere a punto i suoi dettami, ma ho capito che vuole fare calcio. Dopo l’allenamento gli ho chiesto io una cosa: ho visto fare delle partitelle, le squadre che perdevano tornavamo in panchina e quelle che vincevano restavano. Nel finale le squadre che hanno perso sono andate sulla linea di porta e le squadre che hanno vinto hanno tirato i palloni dal limite dell’area per colpirli. Gli ho chiesto se sapesse che questi sono i giocatori che abbiamo: questo è stato il primo giorno con Fabio Cannavaro“.
SULL’UMANITA’ DEL NUOVO TECNICO GIALLOROSSO: “L’approccio è stato sicuramente dovuto e voluto da Pasquale Foggia che, oltre ad essere molto amico di Paolo, ha voluto suggerire un nome. E’ una persona che è partito probabilmente con le scarpe rotte come le mie ma ha dato dimostrazione di grandissima serietà. Se non sei bravo non vinci. Lui è profondamente una persona umana, come lo era Fabio Caserta, e come interpreti la vita così interpreti il gioco e le cose serie. Avevamo bisogno di questo, senza colpa di nessuno, di un approccio diverso tra i componenti di questa meravigliosa avventura che è il calcio e speriamo di averlo fatto in tempo“.
SULLA PRESENZA DI CANNAVARO A BENEVENTO: “Io credo possa essere un valore aggiunto, ogni volta che abbiamo il piacere di collaborare con qualcuno che è riuscito gli altri devono tendere verso di lui e capire che nulla è impossibile. Anche il ragazzo più sfortunato, vedendo qualcuno che c’è l’ha fatta, sa di potercela fare perché tutti siamo uguali. Quello che ti consente di diventare qualcosa o qualcuno è la tua volontà e capacità. Credo che lui sia un esempio per i giovani, come lo sono stati Inzaghi e Caserta: tutti siamo un esempio, poi chi guarda deve saper prendere quello che c’è di buono“.