Corruzione e fatture false, agli arresti un ex primario del Fatebenefratelli

Corruzione e fatture false, agli arresti un ex primario del Fatebenefratelli

BeneventoCronaca

A seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, nella mattinata odierna, militari della Guardia di Finanza dei Comandi Provinciali di Napoli e Benevento hanno dato esecuzione alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari e ad un sequestro preventivo di beni mobili e immobili fino alla concorrenza del valore di € 576.486,25 nei confronti di un medico napoletano, Antonio Piscopo, ex primario del reparto di Ortopedia dell’ospedale Fatebenefratelli di Benevento, per i reati di corruzione (319 c.p.) ed emissione di fatture per operazioni inesistenti (art. 8 D.lgs. 74/00.

I provvedimenti cautelari sono stati adottati all’esito di un’articolata attività d’indagine, coordinata dalla Procura Sannita ed alimentata dalla sinergia investigativa dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e Benevento, che ha consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine alla sussistenza di un ben collaudato sistema corruttivo, attraverso il quale il medico coinvolto, all’epoca dei fatti primario del reparto di Ortopedia dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento, in accordo con i due referenti di zona di aziende fornitrici di materiali chirurgici, riceveva sistematicamente da questi denaro e altre utilità, per compiere atti contrari ai doveri di ufficio consistiti nell’acquistare, per gli interventi da lui programmati ed eseguiti tra il 2014 e il 2019, protesi ortopediche realizzate, commercializzate o distribuite dalle ditte riconducibili ai privati corruttori ai quali, in cambio, veniva garantita la fornitura quasi esclusiva delle protesi ortopediche e dei dispositivi medici presso l’Ospedale “Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli” di Benevento.

L’attività investigativa della Guardia di Finanza, articolatasi attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, perquisizioni presso il domicilio degli indagati e le sedi delle società coinvolte, escussione di persone informate sui fatti, acquisizione ed analisi di documentazione contabile, bancaria ed amministrativa, ha consentito di ricostruire le dazioni e le utilità illecitamente ricevute dal medico, consistenti in erogazioni, con cadenza mensile, per complessivi € 315.000,00, giustificate artatamente con lettere di incarico per consulenze e formazione fittizie in realtà mai prestate né prestabili dal medico; dazioni mensili per complessivi € 185.779,00 pari all’8% del valore delle protesi vendute; lavori di ristrutturazione di un immobile sito in Maiori (SA) per € 72.712,00; uso di uno scooter e di un’autovettura.
Di particolare rilievo per le investigazioni è stato il rinvenimento di una vera e propria contabilità personale parallela tenuta dal primario ove erano registrati i proventi dell’attività lecita svolta presso l’Ospedale, nonché di quella derivante dallo svolgimento di visite private, ma anche di quella illecita percepita in nero ovvero di quella, sempre di natura illecita, provento di elargizioni.

Il medico invero teneva un accurato conteggio sia delle somme in entrata che in uscita, operazioni che trovavano plastica corrispondenza nei manoscritti reperiti presso uno dei soggetti corruttori, ove si evidenziavano le plurime dazioni di denaro, peraltro formalmente giustificate con contabilità artatamente confezionata.

È stato riscontrato, altresì, sempre a livello di gravi indizi, che per giustificare e contabilizzare l’imponente flusso di denaro che confluiva annualmente dai conti della società verso quelli del sanitario, era stato escogitato il ricorso ad apparenti incarichi professionali, conferiti al medico per consulenze e corsi di formazione, documentati con fatture per operazioni inesistenti.

Significativi sono stati, inoltre, i messaggi scambiati tra il medico e uno degli indagati per commentare l’andamento dei propri affari illeciti.

In esecuzione dei provvedimenti cautelari personali e reali emessi, la Gdf partenopea e sannita hanno proceduto anche ad apporre il vincolo del sequestro, oltre che sulle disponibilità finanziarie rinvenute, anche sul bene immobile sito in Maiori (SA) oggetto delle illecite utilità percepite sino a concorrenza di € 576.486,25.

I provvedimenti oggi eseguiti sono misure cautelari disposte in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.