Stamattina rinnovo delle intese tra Consorzio ASI e Casa Circondariale di Benevento
AttualitàBenevento CittàQuesta mattina a Benevento presso la sede consortile si è proceduto al rinnovo delle intese fra il Consorzio per lo Sviluppo Industriale e la Casa Circondariale di Benevento.
Durante l’incontro, il presidente del consorzio ASI, Luigi Barone ha espresso la propria soddisfazione per l’aggiunta, nell’ambito dell’accordo odierno, del Garante per i Diritti dei Detenuti della Regione Campania rappresentato dal dr. Samuele Ciambriello, dichiarando in merito:
“Il protocollo d’intesa si potenzia con l’aggiunta del Garante per i Diritti dei Detenuti della Regione Campania rappresentato dal dr. Samuele Ciambriello.
La collaborazione fra ASI e Carcere si è instaurata nel 2019 ed ha sempre avuto come obiettivo l’incentivazione di best practice a beneficio del tessuto imprenditoriale e della collettività, favorendo il reinserimento lavorativo dei detenuti (in regime di art. 20/ter o.p.) ospiti della casa circondariale di Benevento.
Barone, inoltre, ha tenuto a precisare quali siano gli obiettivi insiti nel rinnovo del protocollo:
“Gli scopi prestabiliti dal protocollo saranno connessi alla formazione professionale ed ai tirocini formativi dei soggetti ristretti e rafforzeranno un patto sociale che ha già dimostrato le capacità dell’Asi nell’ assolvimento alle cosiddette, corporate social responsability.
Valorizzare l’impatto positivo determinato dalle buone prassi attivate e ancora a svolgersi, non ha solo mere ricadute reputazionali, ma favorisce una sostenibilità di contesto che riguarda l’intera collettività”.
Il garante campano delle persone private della libertà personale, Samuele Ciambriello, ha, invece, sottolineato l’importanza di una interconnessione tra le strutture carcerarie e le realtà industriali esterne dal momento che, nonostante la legge Smuraglia, il numero dei ristretti impegnati in attività lavorative qualificanti risulta ancora esiguo:
“Il varo della Riforma Cartabia, pare finalmente aprire la strada che assegna al giudice di merito la possibilità di infliggere anche misure alternative al carcere, condannando l’imputato a un percorso punitivo – rieducativo che potrà successivamente essere rimodulato dal magistrato di sorveglianza.
Attualmente, grazie alla “Legge Smuraglia”, circa 800 detenuti sono impegnati in attività professionalmente qualificanti. Molto pochi, considerando i circa 60mila reclusi nelle carceri d’Italia.
Un numero risibile. In base alla legge, da qualche anno, le cooperative sociali e le imprese che desiderano organizzare attività lavorative dentro e fuori le mura delle carceri possono usufruire delle agevolazioni fiscali e contributive che questa legge concede a chi assume personale sottoposto a misura penale. Ma i problemi non mancano.
Occorre infatti comprendere che quando non c’è nessun tessuto sociale intorno al carcere, le attività non partono.
Il legame con le realtà industriali esterne è importantissimo e vitale, come pure quello con le organizzazioni di volontariato. Agire dunque, dentro e fuori le mura”.
Anche il direttore della casa circondariale di Benevento, Gianfranco Marcello, rimarcando il ruolo essenziale delle attività lavorative nel processo di reinserimento sociale dei detenuti ha, appare dello stesso avviso:
“Le attività lavorative rivestono un ruolo fondamentale nel processo di reinserimento sociale. In questo senso è meritoria l’opera dell’Asi di Benevento che spera possa essere implementata sempre di più anche in direzione di una maggiore professionalizzazione e retribuzione”.