Benevento, un mese di Cannavaro: dall’euforia alle dimissioni respinte. Ora il ritiro per riemergere
Benevento CalcioCalcioUn mese fa Fabio Cannavaro si presentava a Benevento e al Benevento in veste di nuovo allenatore: in trentadue giorni, però, è successo davvero di tutto.
Era il 22 settembre scorso quando il Campione del Mondo 2006 si presentava al popolo sannita da Palazzo Paolo V. Il suo arrivo sulla panchina giallorossa, oltre a portare un’attenzione mediatica che mancava dai tempi di Filippo Inzaghi, aveva suscitato fin da subito entusiasmo e timore. Entusiasmo per l’approdo nel Sannio di uno dei simboli del calcio italiano, timore per la scelta di un tecnico sì con esperienza internazionale ma alla prima avventura in Italia, peraltro in un campionato di Serie B tra i più difficili ed indecifrabili degli ultimi anni.
Cannavaro aveva avvisato fin da subito la tifoseria di aver bisogno di tempo per inculcare la sua idea di gioco nelle menti e, soprattutto, nelle gambe dei giocatori giallorossi. L’allenatore napoletano, però, si è ritrovato fin da subito a fare i conti con una situazione a dir poco emergenziale: scarsa condizione fisica, vari giocatori out per infortunio (come Kubica, dopo pochi allenamenti sotto la guida del nuovo tecnico, per non citare i lungodegenti Viviani ed El Kaouakibi) ed alcuni elementi da poco entrati nell’ambiente sannita. Una situazione dunque non facile ma, come affermato dallo stesso Pallone d’Oro 2006 nel post-gara della sfida contro il Como, che neanche lui si aspettava potesse essere così complicata.
Lo scorso 2 ottobre l’esordio sulla panchina della Strega davanti al pubblico euforico del Vigorito. Un’euforia che il tecnico non ha mai condiviso perché, aveva dichiarato nella conferenza pre-partita contro l’Ascoli, “questo entusiasmo non deve essere una pressione per i miei giocatori, ma uno stimolo per far bene”. Il Benevento riesce a pareggiare 1-1 in rimonta, dopo essere passato in svantaggio ad inizio partita, mostrando carattere soprattutto nel secondo tempo ma dovendo fare a meno di ben due difensori, entrambi usciti anzitempo per infortunio: Glik e Veseli. Il polacco è ora sulla via del recupero, con più di un occhio rivolto però ai Mondiali in Qatar con la sua Polonia; l’albanese, invece, rientrerà solamente nel 2023. Subito un reparto messo k.o., dunque, che al momento e tutt’ora vanta solo tre elementi disponibili: Pastina, Capellini e Leverbe.
Cannavaro sceglie di non cambiare modulo, di non affaticare eccessivamente i (pochi) giocatori schierabili cercando però di tirare fuori il meglio da ognuno. Intanto, infatti, si era fermato anche Forte, mentre La Gumina era tornato tra i convocati. Difesa a tre confermata anche nel secondo match, la trasferta del Druso contro il Sudtirol: i giallorossi partono bene e passano in vantaggio ma, nel finale, subentra la stanchezza ed i tirolesi acciuffano il pari. Due partite, due punti: non male, anche alla luce delle tante assenze, ma si poteva fare sicuramente meglio.
Arriva poi il secondo incontro interno per l’allenatore napoletano, il big match contro una Ternana in forma smagliante. La Strega è inaspettatamente avanti 2-0 a fine primo tempo ed in pochi, se non altro per scaramanzia, pensano che la squadra non possa mantenere il doppio vantaggio. Nella ripresa, invece, succede l’impensabile: crisi totale della formazione giallorossa, in balia del possesso palla rossoverde. Gli umbri la ribaltano, portano a casa un’incredibile 3-2 e il Benevento deve fare ancora i conti con degli infortuni: si fermano, infatti, anche Acampora (si parla ancora di tre settimane di stop) e Simy. Il tecnico è costretto a dare un’occasione a tutti, da Tello (che si dimostra anche parzialmente all’altezza, salvo fermarsi per una ricaduta) a Vokic (totalmente spaesato contro le Fere, anche lui ora vittima di una ricaduta).
Alla vigilia del secondo match esterno della sua avventura sannita, dopo qualche critica – di troppo (?) da parte di giornalisti e di qualche pseudo-tifoso, Fabio Cannavaro mette subito le cose in chiaro. “Se uno vuole bene al Benevento non deve venire allo stadio a contestare né deve mettere pressioni, la gestione del gruppo è uguale ovunque sia in Serie B sia in Cina”, afferma il tecnico, per poi aggiungere “quando si cambia allenatore ci può essere qualche problema, ma i problemi a livello muscolare c’erano già da prima“. Parole chiare, forti, di un uomo determinato a continuare la sua esperienza in giallorosso ma che richiede solamente una cosa: tempo.
Il tempo, però, non aiuta affatto l’allenatore napoletano: contro il Como è un susseguirsi di emozioni, croci e delizie. Al Sinigaglia la Strega passa in svantaggio dopo appena quattro minuti per un imperdonabile errore difensivo di Leverbe, che assomiglia solo vagamente al difensore granitico del Pisa conosciuto nella scorsa stagione. Il numero 33, però, riesce a farsi parzialmente perdonare, siglando di testa il gol del momentaneo 1-1. Momentaneo, sì, come momentanea è la speranza di poter conquistare punti importanti in terra lombarda: la doppietta di Cerri affonda la barca giallorossa, già alquanto incerottata e priva di elementi caratterialmente validi. A nulla serve il cambio di modulo all’intervallo, o l’inserimento di tre punte del calibro di La Gumina, Forte e Simy. Su quel ramo del lago di Como, poi, si è ferma anche Ciano, vittima di un brutto intervento di Ioannou (che lo terrà fermo circa un mese) e faro della compagine sannita nelle prime panchine di Cannavaro.
Al termine della sfida contro i lariani il Campione del Mondo 2006 si presenta di fronte alle telecamere per annunciare di aver rassegnato le sue dimissioni. Un fulmine a ciel sereno, a cui però il Presidente Oreste Vigorito fa muro: Cannavaro resta, la sua decisione non è condivisa e viene rigettata. Un atto dovuto, stando a quanto detto dall’allenatore napoletano, che però afferma di aver apprezzato il netto rifiuto da parte della società. Ora il Benevento è in ritiro in provincia di Teramo, a Silvi Marina, allenandosi nel centro sportivo del Pescara: l’obiettivo è ritrovarsi dopo essere scesi pericolosamente in sedicesima posizione. “I ragazzi devono capire la differenza che c’è fra giocare a calcio e vincere le partite“: eccolo il compito del tecnico della Strega in questi giorni, ripartire dalle basi per provare a risalire la classifica e mettersi alle spalle questo primo terribile mese ai piedi della Dormiente.