“I tre esorcismi di Rafilina da Torrecuso” di Giuseppe Franza: la trama

“I tre esorcismi di Rafilina da Torrecuso” di Giuseppe Franza: la trama

Cultura

Si tratta di una storia ambientata nel tredicesimo secolo ma che potrebbe anche raccontare personaggi contemporanei alle prese con disagi, sentimenti contrastanti, ideali traditi e paure.

Il suo giovane autore è Giuseppe Franza classe 1981, nato a Napoli ed ivi laureato in filosofia.

Noto per aver già pubblicato con la casa editrice Ortica editrice il romanzo Cagliosa nel 2019; attualmente vive a Roma dove lavora come editor ed articolista.

La protagonista del romanzo di Franza è Rafilina, una ragazza originaria del piccolo casale di Torrecuso, in Terra Beneventana, che rifiuta si ribella alle imposizioni sociali e religiose della sua epoca.

Afflitta da problemi di salute non giustificabili dalla scienza medica del tempo, la vergine viene affidata a un monaco benedettino, padre Ciommo, per arrivare dal Sannio a Napoli, la nuova Capitale del Regno angioino, dove nel convento di San Domenico si è appena trasferito il frate Tommaso D’Aquino, dotto teologo ed esperto indagatore delle malattie dello spirito umano.

Tutti sono infatti convinti che Rafilina sia insidiata da un diavolo e per questo vogliono che sia sottoposta a un rituale di esorcismo.

Più la giovane si ribella, attraverso il mutismo o il nervosismo, e più i suoi atteggiamenti la espongono all’altrui intendimento come una pericolosa ossessa o addirittura un eretica.

Attraverso infelici accadimenti e un caotico peregrinare attraverso i territori del Regno di Napoli, Rafilina si espone alla violenza degli uomini, siano essi esponenti della chiesa o del popolo.

Zosimo, il pezzente che la accompagna nel suo viaggio, si dimostra l’unico referente in grado di andare al di là delle apparenze, nonostante i suoi numerosi difetti morali e la sua immensa pavidità.

Nel romanzo, l’autore ricostruisce l’ambiente sociale e culturale del Basso Medioevo nel Meridione italiano, con riferimenti storici pertinenti. E racconta una realtà non così distante per valori e aspirazioni a quella attuale: gli uomini strumentalizzano questioni ideologiche e devozionali soltanto per esercitare un potere o per resistere alla violenza altrui. Ogni vittima vorrebbe farsi carnefice, per vendicarsi e prevaricare.

Nella primavera del 1272, Padre Ciommo, un vecchio monaco benedettino, sta scortando la giovane Rafilina da Torrecuso nella città Partenopea, per far sì che ella possa essere visitata dal magister Tommaso d’Aquino del convento di San Domenico.

Giunti dalle parti del Vesuvio, i due viandanti vengono sorpresi da una tempesta e sono perciò costretti a rifugiarsi in una taverna per trascorrere la notte.

In questa bettola incontrano un certo Zosimo, servitore senza cultura e creanza, che si offrirà di accompagnarli fino al cenobio napoletano in cambio di qualche spicciolo.

Nella Capitale del regno, Rafilina sarà dunque visitata da fra Tommaso d’Aquino, somma intelligenza della Chiesa, chiamato a scoprire quale possa essere il vero male che insidia la vergine.

Ella è forse vittima di una possessione demoniaca? Costretti da fosche circostanze, Rafilina e Zosimo prenderanno parte a un viaggio caratterizzato da numerosi imprevisti.

E ne verranno fuori situazioni spaventose e assurde, sordide o penose, attraverso cui i due personaggi misureranno forze e limiti morali e proveranno ad allargare i loro meschini orizzonti.