Uomo nudo in centro città. La doppia morale figlia dell’ipocrisia e della retorica
Solo una piccola premessa, giusto per delineare i contorni della vicenda da cui scaturiscono le riflessioni che seguiranno di qui a breve. Ieri pomeriggio, a Benevento, una persona si denuda e espleta i propri bisogni all’aperto in pieno centro. Un passante – qualche passante – riprende la scena, il video diventa virale. Qualche ora dopo, il filmato giunge anche a noi in redazione. Lo visioniamo, verifichiamo che la notizia sia vera, ci accertiamo che, qualora decidessimo di pubblicarlo, la persona ripresa non subisca alcun pregiudizio né veda leso alcun suo diritto; molto semplicemente perché il video non fornisce alcun elemento al fine di poterne determinare l’identità. (Sempre) molto semplicemente perché l’uomo è ripreso di spalle; in caso contrario, avremmo provveduto a oscurare le immagini. (Leggi QUI).
Come normale che fosse, le immagini non hanno lasciato indifferenti né i passanti, né i nostri lettori. La notizia ha stimolato un acceso dibattito che ha coinvolto diversi temi e aspetti della vicenda. C’è chi ha interpretato l’accaduto come l’ennesimo segno di un degrado galoppante in città, chi ha denunciato l’assenza di servizi pubblici, chi ha sottolineato come probabilmente (l’abbiamo scritto anche noi) l’uomo fosse in difficoltà. Tutto legittimo, tutto giusto e, quasi certamente, le diverse interpretazioni date alla vicenda possono anche coesistere.
Qualcuno, anche tra i nostri lettori, ha rappresentato la propria contrarietà rispetto alla scelta di pubblicare le immagini (che abbiamo pubblicato, come spiegato poc’anzi, dopo aver verificato tutto ciò che andava verificato). Siamo nel campo delle opinioni ed è quindi assolutamente legittimo. Non abbiamo la pretesa di vedere ogni nostra scelta editoriale avvolta da consensi plebiscitari. Ci mancherebbe altro. Allo stesso modo rivendichiamo il nostro modo di agire e la scelta editoriale assunta, in quanto avvenuta nel pieno rispetto di tutti gli interessi (in senso giuridico, s’intende) in gioco, con particolare attenzione per quelli attinenti alla tutela della dignità personale dell’interessato.
Ciò che, però, accogliamo con meno favore è un certo atteggiamento tenuto da alcuni, i quali hanno – a nostro modestissimo avviso – manifestato il loro disappunto, rispetto alla scelta editoriale assunta dalla nostra testata e da altri colleghi di pubblicare quelle “famose” immagini, con espressioni offensive che, diciamolo chiaramente, potevano tenere per loro. Ah, che non sentiamo di meritare certe qualificazioni sarebbe anche superfluo sottolinearlo ma non si sa mai.
Ciò che, però, davvero spiace è che certi giudizi – sommari e inopportunamente definitivi – giungano da dove non dovrebbero giungere. Non fosse altro perché sarebbe cosa buona e giusta non giudicare – negativamente – il prossimo per azioni o comportamenti – identici o quasi – tenuti da noi in passato. Comportamenti che, ribadiamo ove mai ve ne fosse bisogno, possono al massimo essere oggetto di valutazioni soggettive e personali ma mai e poi mai motivo giustificare giudizi di tal fatta.
D’altronde, il 19 maggio 2022 è meno di un anno fa. Cosa successe quel giorno? Per chi non lo ricordasse, un uomo sceso da una carrozza di un treno proveniente da Foggia, arrivato alla stazione di Benevento iniziò a denudarsi. Alla fine l’uomo, dopo l’intervento della Polizia e di due ambulanze, fu ricoverato in ospedale. Pensate che quell’uomo non avesse difficoltà? Immaginiamo che si è tutti d’accordo sul fatto che quella persona fosse in difficoltà come – molto probabilmente – lo è l’uomo protagonista dei fatti di ieri sul Corso Garibaldi. Quella notizia fu riportata da tutti (o quasi) i quotidiani locali, con tanto di video anche in quella occasione. Basta fare delle ricerche su Google. Ci perdonerete, dunque, se non riusciamo a cogliere la differenza tra i due episodi che possa giustificare reazioni così agli antipodi tra loro.
Ergersi, dunque, a paladini dell’etica e della moralità denunciando “la poca sensibilità” altrui e dimenticandosi di guardare ai propri comportamenti è esercizio che si spiega solo con una doppia morale figlia di ipocrisia, retorica e voglia di apparire migliore degli altri, finendo magari per ottenere agli occhi dei più attenti l’effetto contrario.
Il vero tema, sempre a nostro modestissimo avviso, è capire quanto – poco, forse – si fa nella nostra società, nella nostra città per le persone in difficoltà, per il loro accudimento, per le loro esigenze, per evitare che si sentano emarginate. Magari il vero tema da affrontare è questo qui.
Sommessamente, Gerardo De Ioanni.