La “Rete Sociale” ricorre al Tar contro la ASL

La “Rete Sociale” ricorre al Tar contro la ASL

AttualitàBenevento Città

Riceviamo e pubblichiamo la lettera, a firma della presidente di rete Sociale, Serena Romano, indirizzata al direttore generale dell’Asl di Benevento, Gennaro Volpe.

Gentile Direttore Volpe, è avvilente per noi dover presentare un ricorso al Tar per ottenere ciò che ci spetta di diritto: ovvero, per confrontarci sul funzionamento del Dipartimento di Salute Mentale nella Consulta Sociosanitaria della Asl e del DSM. E’ avvilente perché significa tornare indietro di molti anni: quando i familiari dei sofferenti psichici crearono “La Rete Sociale” non solo per difendere collettivamente i propri diritti, ma per conoscerli. Molti, infatti, non sapevano neanche quali cure e percorsi riabilitativi spettano alle persone con disagio psichico; né che tali percorsi sono di competenza del DSM, dell’ASL e dei Comuni.

Fu così che le famiglie divenute più consapevoli, insieme ai vertici sanitari motivati da questo sforzo collettivo, ottennero risultati straordinari. Ecco perché oggi le sue affermazioni pubbliche ci mortificano e ci preoccupano: “… Non c’è alcuna riduzione di servizi ed è garantita l’assistenza a 360 gradi su tutto il territorio grazie anche allo spirito di abnegazione del personale… Stiamo assumendo infermieri e operatori… abbiamo indetto un concorso x 15 psichiatri… faremo un avviso pubblico per psichiatri a tempo determinato”. Queste sue dichiarazioni, infatti, ci conforterebbero se fossero fatte nella sede opportuna – la Consulta sociosanitaria – con dati alla mano.

Viceversa, diffuse sui giornali dove non hanno alcun valore legale/istituzionale, perpetuano un comportamento omissivo, anziché rimediarvi: da quando lei si è insediato, infatti, la Consulta sociosanitaria (da riunire almeno 3 volte all’anno con la partecipazione del direttore sanitario, dei vertici del Dsm, delle associazioni di pazienti e familiari, ecc.) non è stata mai convocata. Eppure è nella Consulta sociosanitaria che – dal monitoraggio dei LEA o Livelli Essenziali di Assistenza da voi inviati alla Regione e al Ministero, fra i quali c’è la Salute Mentale – noi possiamo valutare se i servizi rispondono ai bisogni dei pazienti. Né dal 2018 è stata convocata la Consulta del DSM: altro strumento previsto dal Regolamento Asl come diritto alla partecipazione democratica, che ci è impedito utilizzare. Perché? Per non confrontarvi con le associazioni di volontariato e le famiglie dei pazienti? E quindi, per non mettere in discussione il nuovo atto aziendale che depaupererà ancora di più i servizi del DSM?

Se Benevento, infatti, già risultava insufficiente nel monitoraggio LEA 2020, in base a quali dati Lei afferma oggi che “l’assistenza è garantita a 360 gradi su tutto il territorio” visto che nel 2021 e 2022 la situazione è ulteriormente peggiorata per mancanza di un direttore del DSM, per i medici andati in pensione non sostituiti e per l’aumento di pazienti a causa della pandemia? Sempre in base ai dati ufficiali Asl 2020, i soli pazienti gravi nell’Ambito “A” di Benevento erano 640; nell’Ambito “B” Montesarchio/Telese erano 494; e nell’Ambito “C” del Fortore 239, per un totale di 1.373 casi gravi. Che significa? Considerato che la Salute Mentale non effettua servizi di emergenza (tranne casi rarissimi) ma “prese in carico”, ogni caso grave va inserito in un registro e gli va garantito un progetto individuale costantemente aggiornato e trascritto in cartella, basato su attività mensili fra le quali: almeno 3 ore di colloquio con il medico che lo ha in carico; attività nel centro diurno del DSM; permanenza in una SIR o servizi e attività a domicilio, e così via. Ci spiega, allora, come il DSM fornisce questi servizi se nel Centro di Airola c’è un medico e ½; se l’unica Unità Operativa della Valle Caudina salta nel nuovo atto aziendale; se la coordinatrice del DSM è praticamente sola nella sede di Puglianello, oltre a un medico che viene due volte a settimana; se il centro diurno del DSM chiude il venerdì alle 14 e riapre il lunedì mattina? E’ evidente che l’abnegazione del personale non basta a coprire i posti vuoti: che neanche doti soprannaturali – come il dono dell’ubiquità – possono colmare se il vertice Asl non sente l’esigenza di garantire questi servizi in maniera prioritaria.

Che significa? Detto ancora con un esempio: in passato c’erano 2 autisti al DSM che, con le 2 Panda e 1 pullmino 8 posti, prelevavano i pazienti a casa per farli partecipare alle attività del centro diurno a Benevento. Oggi, invece, è rimasto un solo autista, adibito anche alla distribuzione dei medicinali e condiviso due volte a settimana con il Centro di Morcone. Risultato: l’attività del Centro diurno, ridotta come giornate, orario e numero di partecipanti, è un servizio “striminzito” che difficilmente può migliorare se, sotto il profilo sanitario, la dirigenza Asl considera prioritaria l’assunzione di un “esperto dell’umanizzazione sanitaria” anziché di un autista per la Salute Mentale… Perciò chiediamo da anni di incontrare i vertici della Asl e del DSM nelle Consulte: proprio x discutere serenamente, in maniera aperta, anche di priorità. In attesa, per esempio, dei tempi biblici per i concorsi di psichiatri e infermieri da Lei annunciati, è consentito richiamare gli psichiatri in pensione disponibili a rientrare, per potenziare subito il servizio: per noi questa è una priorità. E per lei?