Oltre 400 morti e 6.5 di magnitudo: il 14 marzo del 1702 il terremoto a Benevento e in Irpinia
AttualitàBenevento CittàErano le 5:30 del mattino, quando una scossa violentissima di terremoto, di 6.56 di magnitudo, fece tremare la terra tra Benevento e l’Irpinia. Parliamo di circa 300 anni fa: era il 1702. In quella occasione, come avvenne poi in altre purtroppo, il terremoto distrusse intere comunità. Non vi è una stima precisa del numero delle vittime che, però, vengono stimate in almeno 400. Così quanti, secondo delle stime, furono i morti non accertati. Migliaia, ovviamente, gli sfollati, con città rase quasi al suolo e mai ricostruite.
Era l’alba quando tra le valli dell’Ufita e del Calore, che segnavano il confine tra il Regno di Napoli e l’enclave di Benevento appartenente allo Stato Pontificio, la terra tremò così violentemente scuotendo l’appennino campano.
Una vera e propria tragedia, resa ancor più grave dalle condizioni metereologiche di quei giorni, caratterizzati da neve e pioggia, e dalla mancanza di una rete stradale che potesse rendere più celeri i soccorsi e consentire l’arrivo di viveri e aiuti ai sopravvissuti.
A Benevento, che a quel tempo era una comunità di circa 8 mila abitanti, vi furono 150 morti; ad Apice – come riporta Fanpage – morì il 3% della popolazione; danni enormi anche ad Ariano Irpino e Mirabella Eclano. Le scosse di assestamento durarono giorni, ma quella del 14 marzo si avvertì fino a Napoli dove, fortunatamente, non furono registrati danni. Una zona, quella a ridosso tra Benevento e Irpinia, che già in passato era stata teatro di violenti terremoti, come quello del 25 ottobre 990 dopo Cristo, ed ancora quello del 5 dicembre 1456 e quello del 5 giugno 1688; e che in futuro ne avrebbe dolorosamente vissuti altri, ben peggiori come quello del 1980.