Andrea Agostinelli, l’allenatore giramondo che con il Benevento cerca la sua terza salvezza in B

Andrea Agostinelli, l’allenatore giramondo che con il Benevento cerca la sua terza salvezza in B

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Sarà Andrea Agostinelli, già in città nel primo pomeriggio di oggi (leggi QUI), a raccogliere l’eredità di Roberto Stellone, dimessosi dopo la sconfitta casalinga contro la Spal che ha – quasi – decretato la retrocessione in Serie C della Strega.

A lui, all’ex centrocampista di Lazio e Napoli, Oreste Vigorito si è affidato per provare almeno a chiudere dignitosamente una stagione balorda che vede, dopo il turno di campionato di Pasquetta, il Benevento addirittura all’ultimo posto in classifica.

Certo è che, oramai, la salvezza è un vero e proprio miraggio; così come, purtroppo, anche i play-out, qualche mese fa visti come un incubo ma che ora hanno le sembianze di una scialuppa di salvataggio cui la formazione sannita vorrebbe tanto potersi aggrappare.

Al tecnico anconetano, però, Vigorito ha chiesto non solo di difendere la dignità di squadra e città ma anche di provare il tutto per tutto, di giocarsi le chance che quel “quasi” di cui si parlava poc’anzi consentono ancora, nonostante tutto.

E’ chiaro che quello che si chiede ad Agostinelli è un vero e proprio miracolo sportivo, non solo per la posizione in classifica della squadra (a -5 punti dalla zona play-out) ma soprattutto per le condizioni in cui versa. La Strega dovrebbe fare dai 12 ai 15 punti per sperare di rientrare nelle posizioni che permettono di giocarsi la salvezza agli spareggi.

Chiedere a questo Benevento di fare anche “solo” 12 punti in nelle ultime 6 gare, che vorrebbe dire vincere 4 partite su 6, dopo averne vinte solo 6 in tutto il resto della stagione, sembra davvero troppo anche al più inguaribile dei sognatori.

Eppure, però, se c’è un motto che si ripete sempre in questi casi è quello del “fin quando la matematica non ci condanna”. Appunto, ad oggi l’unica che ancora non ha condannato il Benevento è proprio la matematica. A quella intende aggrapparsi Agostinelli che, da tecnico esperto e vissuto qual è, non ha abbracciato sicuramente i colori giallorossi per venire nel Sannio a fare da turista. D’altronde ne aveva già modo, essendo stato opinionista fisso ad Ottochannel, prima di ricevere la chiamata di patron Vigorito.

Per il tecnico marchigiano, quella di Benevento è un’occasione da non perdere e provare sfruttare appieno per dimostrare ai tanti che lo hanno un po’ “emarginato” dal calcio italiano che si sono sbagliati. Agostinelli, infatti, non allena(va) in Italia dal 2013: la sua ultima esperienza è stata al Varese, in Serie B. Avventura terminata con un esonero, non un caso isolato a dire il vero nella sua carriera visto che il tecnico ne ha collezionati ben sette.

Prima di iniziare il suo viaggio in giro per il Mondo: dall’Albania, dove ha allenato prima il Partizani Tirana e poi lo Skënderbeu, al Congo, per finire a Malta, dove stava allenando il Gudja United.

Tornando alla sua “vita calcistica italiana”, è in cadetteria che Agostinelli è riuscito a dare il meglio di sé. Nella stagione 1999-2000 conquista la salvezza con la Pistoiese, che aveva portato in B l’anno prima; l’anno successivo va ad un passo dal condurre la Ternana in Serie A. Massima serie che gli darà poche gioie quando ci arriverà per allenare il Piacenza, da cui viene esonerato.

Nel febbraio 2006, invece, di nuovo in Serie B, subentra a Vittorio Russo alla guida della Triestina, che porterà alla salvezza.

Ora, a distanza di 10 anni dall’ultima esperienza in Italia, Agostinelli, allenatore giramondo, cerca di ottenere la sua terza salvezza in Serie B, che mai come questa volta avrebbe i connotati dell’impresa. Sia a Pistoia che a Trieste, chiaramente, le difficoltà erano minori e il tempo a disposizione molto di più. Ma “fin quando la matematica…”.