Vigorito: “Carli? Un’idea che girava da un paio d’anni, pagherebbe per fare questo lavoro. Serve ritrovare il calore umano”
Benevento CalcioCalcioIl Presidente del Benevento ha preso parte, dalla sala stampa del Ciro Vigorito, alla conferenza di presentazione del nuovo Direttore Tecnico della Strega, Marcello Carli.
Queste, quindi, le parole del patron giallorosso:
“Sono particolarmente lieto di vedervi dopo un po’ di tempo. Lascerei lo spazio al Direttore Tecnico, che ringrazio pubblicamente per la disponibilità data in maniera estremamente semplice. Siamo tornati a parlare una lingua che è la nostra, e questo tipo di lingua probabilmente sarà utilizzato non solo da me ma anche imparando da persone che hanno navigato nel calcio non nel ruolo di Presidente. Sarà Carli il nuovo D.T., mi auguro che tutti possano collaborare non per ricominciare ma per cominciare. Non dobbiamo mai riiniziare da capo, altrimenti commetteremmo gli stessi errori di prima. Vorrei che tutti ci facessimo un esame di coscienza per dare una mano a questa società, a questo pubblico e a questo Direttore che è arrivato per cominciare un percorso bello e mi auguro pieno di soddisfazioni“.
SULLA SCELTA DI CARLI E SUL FUTURO: “Carli è un’idea che girava da un paio d’anni. A seguito di un’intervista fatta dal Direttore su un social, era una delle interviste più belle fatte a un uomo di calcio. Da allora sono sempre rimasto curioso di conoscerlo, dopo le dimissioni di un paio d’anni fa. Avevo questa idea nella mente e avrei voluto realizzarla già da qualche anno. Sono lento a prendere decisioni, anche se non sembra. Nelle due interviste che ho fatto, nel post-Cittadella e nella tv umbra, ho dato delle spiegazioni. Dissi: dobbiamo tornare a essere una sana squadra provinciale, dobbiamo ritrovare il piacere di ascoltare il rumore dei passi nei vicoletti. L’arrembaggio di Benevento come società solida ha avuto una crepa nella diga. Quando abbiamo battuto la Juventus è iniziata la nostra discesa, nel nostro giorno più bello. Amo il calcio della Serie C, mi auguro sia come 7 anni fa: fatto di valori e ragazzi che hanno ancora la voglia di fare qualcosa di bello. Un uomo di calcio mi disse di prendere giocatori che non hanno conti in banca, che sono all’inizio della carriera, perché quelli sognano di fare soldi mentre quelli che li hanno fatti già perdono tempo a contarli. E’ un motto che serve, e non lo ho rispettato. Sono uno dei responsabili di certe scelte, le formazioni le fanno gli altri ma le pago io. Negli ultimi tempi, già dall’anno dei record, piano piano ho smesso di fare il Presidente come potevo, con istinto e con affetto, affascinato dal fatto di aver raggiunto dei risultati. Ho pensato fosse vera la vostra teoria dello stare in disparte, qualcuno mi ha convinto che con la mia presenza dessi problemi ai calciatori: mi sono messo dietro. Oggi non mi auguro di fare qualcosa di meglio, ma se non altro di non fare gli errori di prima. Dobbiamo ritrovare il calore umano, dopo una stagione calcistica fredda con la città. Abbiamo provato a cambiare aria, ma serviva una scopa e le Streghe lo fanno in maniera meravigliosa: dobbiamo farlo anche noi. Carli nella sua carriera ha sempre visto il futuro, con pazienza, e lo dobbiamo fare anche noi. Mi auguro sia la scelta giusta per il futuro, ma servirà il vostro supporto e le critiche dovranno essere oneste. Una delle componenti di questa città che deve dare un grosso contributo è la stampa: non si deve mentire per difenderci. Il Direttore Tecnico è una figura che io avanzo da 17 anni, per mettere insieme Direttore della prima e della seconda squadra: sono lento a capire. Carli mi ha detto: il DS quando fa la squadra e parla con l’allenatore, che fa nel resto della giornata? Quindi abbiamo creato la figura del Direttore Tecnico. Se un uomo ti dice che pagherebbe per fare quel lavoro, allora sai che hai scelto l’uomo giusto e che stai spendendo bene i soldi. Gli avrei dato anche tre volte tanto“.
SUL RAPPORTO CON IL NUOVO D.T.: “Non ho mai pensato di scegliere un Dirigente per quello che farà, ma per quello che ha fatto. Non si arriva alla mia età senza capire se quello che hai davanti è un uomo o meno. Riconosco a tutti il diritto di criticare, così posso farlo anche io. Il mio ruolo è avere uomini intorno, forse negli ultimi 2 anni è venuta meno anche la mia figura di Presidente. Il mio augurio è che Carli interpreti questa situazione, ci stiamo sentendo come quando mi sentivo con mio fratello: è un uomo. Oggi ho avuto 11 appuntamenti, poi ho lasciato Confindustria e sono venuto qui: è merito anche suo“.
SUL TRIENNALE FIRMATO DA CARLI: “Per quanto riguarda il contratto, ha parlato lui: io ho solo detto sì. Il triennale è solamente più oneroso: se lo mando via lo devo continuare a pagare. Però mi interessava dargli fiducia a scatola chiusa, a mio avviso quella cifra una persona come lui la può guadagnare in un anno. Molte volte quella che è una spinta emotiva deve essere metabolizzata dalla proprietà. Il Presidente ha il compito di stare vicino ai suoi uomini, sono convinto che Carli resterà a lungo qui. Penso che le cose, soprattutto quando non c’è interesse economico-venale, si fanno per amore: quest’uomo ama il calcio. Ha ricevuto offerte anche migliori dopo aver parlato con me, ma le ha declinate perché aveva dato la parola al Benevento Calcio: non tutti lo avrebbero fatto. Non dobbiamo rincorrere la Serie A domani, vogliamo ritrovarci tutti per navigare sulla scialuppa di salvataggio dopo che è passata la tempesta“.
SULLA POCA ESPERIENZA IN C DEL D.T.: “Se è per questo io sono retrocesso dopo 16 anni. Dopo i primi 2 conquistai una finale per la B, al primo anno in Serie B andammo in A. Ora mi sono dimenticato anche dove è la Serie C: sia io sia Carli partiamo inesperti, magari è un bene“.
SULLA SCELTA DELL’ALLENATORE: “La prima cosa da fare è scegliere l’allenatore. Si vuole fare qualcosa con l’uomo giusto, coinvolto fin dal primo momento. La società ha sempre fatto così e oggi è contenta di avere una persona che lavora 12 ore al giorno per pensare alle cose da fare nelle successive 12. Questa è la nostra volontà. Carli avrebbe dovuto cominciare il 1° luglio, ma sta qui da lunedì: è una situazione che va affrontata adesso, per fare un ritiro se non altro con calciatori che resteranno qui. Speriamo possa essere fatto, ho molta fiducia. La squadra lo costruirà il Dottor Carli parlando con l’allenatore, e anche con il Presidente ma non per l’aspetto tecnico“.
SUL SETTORE GIOVANILE: “La preparazione del settore giovanile è soprattutto a livello tecnico. La guida resta societaria, a Diego Palermo, che penso si sia già incontrato più volte con il nuovo Direttore. Carli ha riunito gli altri tecnici, ha parlato con tutti e c’è entusiasmo. Se ogni anno arriviamo ai play-off e poi non superiamo il primo livello ci deve essere qualcosa che non abbiamo maturato: non è l’ambiente, anche perché lo lasciate tranquillamente al buio, ma ci deve essere qualcosa che non funzione. Sono 16 anni che il Benevento spende nel settore giovanile più di quanto alcune squadre spendano in C o anche in B. Ci fidiamo delle capacità di Carli“.
SULLE SUE DECISIONI TARDIVE: “Credo che molte decisioni dovevano essere prese ma ho perso il tempo. Questo non è dovuto da una questione di esperienza, ma perché ho frequentato poco l’ambiente della squadra e della società. Ho un’azienda che ha un carico di lavoro enorme e non è facile seguire la burocrazia italiana, devo organizzare più impegni e non è facile. La partita la vedevo, loro li sentivo: non mi sono perso niente, ma non ho capito che avevo un’altra azienda calcio in mano che valeva 25-30 milioni. Ho mollato un po’, ma se uno sa dove ha mollato probabilmente riesce a recuperare. Il motivo delle mie riflessioni non era l’astio nei confronti della gente, anzi: l’obiettivo era stare tutti vicino, perché se io mi assento e voi vi assentate alla fine chi sta dopo fa quello che vuole. Non abbiamo dato la sofferenza che avevamo dentro. Quando un giocatore si fa espellere per esuberanza bisognerebbe dagli un premio, mentre se magari ti fai espellere per proteste nei confronti dell’arbitro e mi fai perdere una partita bisogna far capire che ha portato a un danno. Non mi sono mai sognato di parlare di tecnica, solo dell’aspetto umano“.
SUL COMPETERE CON I FONDI ESTERI: “Se si è alla mia età e si vuole competere con un ragazzo di vent’anni per fare i 100metri ci si può inventare tutto ma si perderebbe lo stesso. Se invece vogliamo competere in uno sport sano con fondi esteri lo possiamo fare, ma cambiando strategia. Si deve riflettere: è risaputo che il calcio non è un investimento. Quando parlo di investire nel calcio intendo l’anima originaria del calcio, originale, e nel suo aspetto sociale. Significa entrare nella comunità della città che ti ospita, perché mi sento sia ospite sia a casa mia, e interpretarne l’anima e il modo di vivere. Penso che il calcio sia questo: prendere un ragazzo, curarlo e assisterlo finché non raggiunge una capacità psico-fisica per giocare. La società in qualche anno poi dovrebbe avere persone come Carli e Palermo che formano secondo l’anima della città. Io voglio dare la mia vicinanza alla squadra per farli crescere, sotto tutti i punti di vista: ci sono ragazzi seri, laureati, che probabilmente non volevano fare un campionato come questo ma lo hanno fatto lo stesso. Agli atti della FIGC, del Ministro dello Sport Abodi e dei Presidenti di Lega c’è la volontà di fare una riforma del calcio: se non si cambiano le regole di un sistema calcio che cammina sulla base di leggi vecchie, la competizione non ci sarà mai. Non perché non ci sono soldi, ma perché ci sono interessi diversi. L’arrivo di Dirigenti che rappresentano proprietà che non sappiamo neanche cosa siano è rompere il filo dell’anima dove si dovrebbe attaccare i calciatori. Abbiamo ricevuto richieste per i giovani, ma le abbiamo rifiutate; se però arriva un club di Serie A è difficile rifiutare, e a quel punto hai in casa un giocatore scontento“.
“17 anni fa dissi di aver comprato un’emozione. Voglio continuare così, con voi. Speriamo di fare un buon anno tutti quanti“.