Morto Silvio Berlusconi, figura decisiva ma controversa dell’economia e della politica italiana

Morto Silvio Berlusconi, figura decisiva ma controversa dell’economia e della politica italiana

AttualitàDall'Italia

A seguito dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute, era affetto da leucemia mielomonocitica cronica, è deceduto l’imprenditore e politico Silvio Berlusconi.

Personaggio emblematico e controverso, è riuscito a lasciare un’impronta indelebile sulla scena politica italiana e, grazie al suo impero mediatico, all’intera società del nostro paese.

Personaggio di grande rilevanza, è diventato amato e odiato per i suoi successi, ma anche per i suoi eccessi, dove questi ultimi hanno caratterizzato la sua intera vita, dalle sue iniziative imprenditoriali alla sua vita affettiva.  L’emittente al-Jazeera afferma oggi che “il cavaliere, noto per i suoi scandali è morto a 86 anni e …il magnate, quattro volte primo ministro italiano e maestro delle polemiche, raramente è uscito dai titoli dei giornali”.

Vero è che il nome di Berlusconi ha sempre suscitato polemiche e dibattiti ed è dunque vero che il suo nome fosse costantemente al centro dell’attenzione mediatica.

Berlusconi è stato imprenditore edile, magnate televisivo, presidente del Milan calcio e successivamente del Monza, fondatore del Partito Forza Italia e per tre volte Presidente del Consiglio italiano. La sua abilità comunicativa ha prodotto, intorno a lui, ampio consenso, non solo politico – vinse le elezioni del 1994 ottenendo il 21% dei voti per Forza Italia, una percentuale più alta di ogni altro partito – ma anche sociale, per molti è diventato figura di riferimento di successi economici a cui tutti potevano giungere e di successi personali, viste le tante donne di cui si è circondato, a prescindere dal fattore economico che gli permetteva ogni capriccio.

E’ riuscito, nel ’94 a dare vita ad un movimento politico che ha scalzato il tradizionale potere dei partiti di sinistra e di centro, proponendosi come uomo nuovo e sostenitore di un programma pseudoliberale e, nello stesso tempo, con l’acquisto di Canale 5 ha dato vita ad una nuova Tv di tipo americano che riesce, grazie ad un decreto legge voluto da Bettino Craxi che annullò il sequestro dell’emittente che aggirava la legge del tempo, a diventare una Tv a livello nazionale, che si piazzò subito dopo le tre reti Rai e Telemontecarlo, intercettando i bisogni nuovi degli italiani in merito allo spettacolo.

 Una emittente che attirò personaggi come Mike Buongiorno, Corrado, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, oltre Maurizio Costanzo e divenne anche la Tv di una famosa serie televisiva americana di nome “Dallas”.

E’ stato per oltre trent’anni leader indiscusso dei “moderati”, grazie a promesse roboanti di benessere e meno tasse, protagonista della politica dell’immagine e fondatore dello schieramento di centro-destra e uomo che, dopo il crollo della prima repubblica, si convinse che solo lui poteva essere in grado di fermare l’avanzata dei post-comunisti di Achille Occhetto, che sembravano destinati alla vittoria.

Per riuscire nell’impresa decise di “scendere in campo” e sdoganò i post-missini di Fini ed i leghisti di Bossi, immaginando di inglobarli nel suo movimento,  l’uno visto ancora come impresentabile post-fascista e l’altro come capo di rozzi valligiani che agitavano il cappio nell’aula di Montecitorio contro i politici che ritenevano corrotti e parlavano di separazione del Nord dal resto d’Italia.

Abile nel comunicare, fu accusato di populismo e maestro di strategie demagogiche e superficiali, ma soprattutto di circondarsi di tante donne e maestro dei “bunga..bunga”, cosa che lo ha portato a scandali e processi a fronte dei quali ha dichiarato: “ Non sono un santo. Amo la vita e amo le donne, le amanti vere o presunte, le corteggiate e le corteggiatrici”.

All’estero è ricordato per barzellette, gesti  e frasi irripetibili, protagonista di gaffe clamorose spesso frutto di una mentalità maschilista e sessista, è stato accusato di corruzione, frode fiscale, abuso di potere e relazioni controverse, tuttavia egli è riuscito, nel tempo, a mantenere una base solida di sostenitori che lo ammiravano e speravano nelle sue promesse di stabilità economica e difesa degli interessi italiani.

A lui si deve anche l’apertura dei rapporti particolari con la Russia di Putin, di cui fu amico, anche perché egli teneva molto ad essere visto come leader conosciuto e rispettato a livello mondiale, al punto che l’agenzia di stampa Ria Novosti, commentando la morte del politico, sceglie di mettere la notizia in apertura correlata con una foto in primo piano di Berlusconi, definito ”il patriarca della politica italiana”.

Tutta la stampa internazionale ha commentato il decesso, per la Bbc era “il re della rimonta”che fondeva affari e vita pubblica come nessun altro, per Sky News era una “personalità sfacciata ed esuberante”, La Cnn scrive invece che ”Silvio Berlusconi, l’esuberante miliardario ed ex primo ministro italiano che una volta si definì il “Gesù Cristo della politica”, eletto primo ministro tre volte e ha servito per un totale di nove anni, più a lungo di chiunque altro dai tempi del dittatore fascista Benito Mussolini”.

I giornali francesi lo descrivono come : “‘figura inarrestabile e appoggio ingombrante per Meloni”, ‘Liberation’ scrive che ”il “Cavaliere’ esce di scena” e ricordando il suo ”record di longevità alla presidenza del Consiglio italiano” afferma che ”l’imprenditore ha incarnato gli eccessi della sfavillante Italia”.

Per i media tedeschi l’ex primo ministro “ha plasmato la vita pubblica in Italia per decenni in vari ruoli, non solo come politico, ma anche come magnate dei media e proprietario di lunga data della squadra di calcio Milan, maestro nel sedurre il popolo e un modello per molti populisti” oltre che noto per “i titoli sulle sue provocazioni e processi, i suoi coloriti scandali e affari”.

Jerusalem Post  scrive: “i suoi scandali finanziari e sessuali lo hanno reso la figura più polarizzante dell’Italia moderna”.

Berlusconi è stato dunque sicuramente un uomo che ha delineato la storia del nostro paese e, nel bene o nel male, ha rappresentato un’Italia che voleva cambiare e le sue promesse hanno fatto di lui l’icona di un tempo che aveva bisogno di simboli, anche a volte negativi, ma forse proprio per questo accattivanti e condivisi; d’altronde Berlusconi non ha mai preteso di essere santificato, era consapevole dei suoi limiti, ma ne faceva una bandiera, quasi da “simpatica canaglia”, che prometteva un liberalismo solo ipotetico che però ha fatto breccia su tanti consentendo adesso la nascita dell’attuale governo di destra.