Bct, applausi per Marco Bocci: “Sul palco sono solo Marco, questo affetto mi fa bene”
AttualitàBenevento CittàIeri il via all’edizione 2023 di Benevento Cinema e Televisione: tra gli ospiti che hanno aperto le porte della manifestazione l’attore Marco Bocci, il quale è intervenuto per una lunga intervista ai margini della quale ha presentato il suo nuovo film da regista “La caccia”.
Accolto da una marea di applausi al suo arrivo sul palco, Bocci ha ringraziato tutti per il calore: “Quando sono sul palco sono solo Marco e quest’affetto mi fa bene” – ha esordito, per poi continuare raccontandosi un po’ – “Ho avuto un’infanzia emotivamente difficile perché mi sentivo sempre fuori luogo e inadatto, tra i miei amici c’era sempre chi ne sapesse più di me e di questo ne soffrivo.
Avvertivo un senso di incompiutezza ma non sapevo a cosa fosse dovuto, così ho iniziato a scrivere alle superiori. Inizialmente erano poesie e piccoli racconti e non sapevo bene cosa stessi facendo e dove potessi andare a parare”.
“Un professore era solito chiamarmi l’attore – racconta Bocci – e non capivo perché ma pensandoci bene in me capii che potesse esserci qualcosa che richiamasse quel termine”.
Poi la svolta decisiva e l’avvicinamento alle scene: “Volevo fortemente una motocicletta ma mio padre non aveva assolutamente intenzione di assecondarmi e così durante una discussione accesa avuta con lui decisi di iniziare a rimboccarmi le maniche e iniziare a lavorare per potermi permettere l’oggetto del mio desiderio. Facevo di tutto, bracciante, operaio, cantiniere ma poi improvvisamente iniziai un percorso alternativo frequentando una scuola di recitazione amatoriale.
Poi, rapito da quel mondo tutto nuovo per me, presi contatti con Roma. Con il senno di poi posso dire che quel mio professore aveva visto in me quel talento che oggi mi porta a essere qui”.
E ancora: “La bravura in questo mestiere non è tutto, ci vogliono anche fortuna, impegno, determinazione, convinzione, necessità e bisogno di andare oltre i no, oltre le sconfitte. Il nostro è un lavoro difficile, in cui si sceglie di essere giudicati in tutto già dal primo momento di un provino e si va avanti senza avere nulla sotto i piedi e con un’incertezza costante”.
In un passaggio Bocci ha poi voluto effettuare una precisazione “In Italia si fa l’errore di equiparare gli attori ai calciatori. Nulla di più sbagliato: un calciatore ha una potenza economica invidiabile mentre un attore ha sempre, sempre, sempre bisogno di lavorare”.
Interessante anche l’essersi soffermato ampiamente su “Romanzo Criminale” e “Squadra Antimafia”, le due serie che lo hanno consegnato alla notorietà.
“Con Romanzo Criminale – spiega l’attore – non sapevamo che ciò che stavamo facendo avrebbe sfondato così tanto. Il successo è stato lento, in un epoca senza social c’è stato un passaparola che ha portato la gente a affezionarsi al nostro prodotto. Cosa diversa con Squadra Antimafia, lì il successo è estato immediato tanto che uscire di casa dopo le prime puntate risultava un po’ complicato”.
Infine l’attore umbro ha descritto quella che è un po’ la sua ragion d’essere: “Quando scrivo o recito voglio sempre mettere qualcosa di mio all’interno e mi piace interpretare anche personaggi lontani dal mio modo di essere. Sono costantemente alla ricerca di qualcosa che possa consentirmi di liberare la mia voglia di espressione. Recitare è un mestiere folle, perché si può sempre caratterizzare il personaggio con tratti nuovi e peculiarissimi e lì do sfogo alla mia creatività”.
DI seguito l’intervista realizzata nel pomeriggio e alcuni scatti della serata.