ESCLUSIVA BN24 – Melara: “Marotta e Ciciretti sono gli uomini giusti per il Benevento”
Benevento CalcioCalcioSidebar intervista“Andreoletti è un allenatore importante, un giovane-vecchio”, dichiara l’ex esterno giallorosso.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Fabrizio Melara, ex centrocampista del Benevento con cui ha conquistato il campionato di Serie C 2015-16 e, nella stagione successiva, la prima storica promozione in Serie A della Strega, oggi in forza al Santa Marinella.
Salve Fabrizio, la storia pubblicata sul suo profilo Instagram preannuncia, dopo il ritorno di Marotta, anche quello di Ciciretti: quanto e che cosa possono ancora dare al Benevento dopo i fantastici anni passati tutti insieme in giallorosso? “Era uno scherzo, ma ho ricevuto tantissime notifiche e bei messaggi che mi hanno riempito il cuore. Mi hanno chiesto di tornare a giocare, questa è la cosa che alla fine resta oltre alle vittorie.
Mi è capitato di vincere anche da altre parti, ma le emozioni non saranno mai le stesse: non capisco il motivo, ma è così. Marotta e Ciciretti sono tornati con il cuore, sicuramente.
Marotta torna come se fossi tornato io, per amore e per passione: a Benevento abbiamo cresciuto i bimbi, abbiamo vinto, siamo legati a doppio filo con i tifosi. Arriva per il senso di attaccamento alla maglia e sono sicuro potrà trasmetterlo anche agli altri giocatori.
Amato invece arriva con la voglia di rilanciarsi, l’ho sentito poco fa: gli serviva la scintilla Benevento dopo due anni altalenanti, sa che deve fare le cose in un certo modo oltre che per rilanciarsi anche per la piazza e per quello che abbiamo vissuto. Oltre allo spessore tecnico, sono due acquisti che servono al Benevento e alla piazza“.
Diciamoci la verità: con tutti questi ritorni, avresti voglia anche tu di tornare nel Sannio? “Assolutamentissimamente sì, mi capita spesso di venire a Benevento. Conosco il Mister, sono venuto anche quando c’erano Caserta e Cannavaro. Sono rimasto in contatto anche con il Presidente. Non ti saprei dire se c’è un nuovo Fabrizio Melara, ci sono giocatori anche molto più bravi di me: spero solo che abbiano il mio stesso attaccamento alla maglia“.
Hai avuto modo di sentire il Presidente Vigorito? Se sì, come sta vivendo questi momenti? “Lo conosciamo tutti, è un Presidente viscerale che vive per il Benevento. L’anno scorso nei suoi occhi ho visto una grandissima delusione, rivoluzionando tutto e cambiando Direttore e allenatore ha voluto trasmettere un segnale forte, di rinascita.
Forse ha pagato anche qualcuno che non doveva, ma il Presidente è così e ha voluto dare un segnale forte ai nuovi e alla piazza. Prendendo professionisti e persone valide e preparate, come il Direttore Carli e Mister Andreoletti, con l’arrivo di Marotta e Ciciretti come ciliegina sulla torta siamo sulla buona strada“.
Conosci bene Mister Andreoletti: che tipo di allenatore e di persona è? “Le scelte sono state giuste, conosco molto bene Andreoletti ed è un allenatore importante. Lo definirei un giovane vecchio: ho visto la relazione che ha con i ragazzi, credo che possa fare bene senza considerare l’età.
Ho promesso al Mister che verrò a vedere qualche allenamento, ci sono ragazzi giovani per i quali c’è un margine di miglioramento importante. Andreoletti sta cercando di inserire criteri giusti, che per me sono stupendi, e man mano farà sì che crescerà anche l’autostima di ogni giocatore.
Ha le idee ben chiare e ben precise, si percepisce quello che vuole. L’identità è molto importante, e lui sta cercando di inculcarla. Se le cose iniziano a girare prendi quell’autostima e hai criteri che, anche nei momenti difficili, ti possono far portare a casa risultati molto importanti in campi difficili. Il Direttore, poi, non devo certo presentarlo io.
A Benevento servono persone giuste, che hanno vissuto e vivono i momenti e che conoscano la piazza, la società e la presidenza per saper muoversi di conseguenza di fronte a determinate situazioni“.
Come è cambiato il girone meridionale della Serie C, a cui la Strega non partecipava da 7 anni, avendolo tu stesso vinto con la Juve Stabia nel 2018-19 e con l’ex tecnico giallorosso Fabio Caserta in panchina? “Resta sempre un girone impegnativo, in cui si deve badare al sodo e che ha bisogno di criteri forti e importanti che il Mister sta trasmettendo. Quello che serve in quasi tutti i gironi, e soprattutto nel girone C, è la forza del gruppo e il senso di dover battagliare ogni domenica. Servono giocatori, oltre che forti tecnicamente, di carattere: c’è bisogno di esperienza, cazzima e coesione. Tutti vanno in difficoltà, anche squadre importanti, ma la cosa principale è la forza del gruppo per uscirne“.
Dopo la retrocessione dell’anno scorso e l’addio di vari big, quanto è difficile ripartire anche alla luce della sconfitta contro la Turris? “Mi sembra di rivivere gli anni a cavallo tra il 2014-2015 e il 2015-16. Avevamo disputato tutto il campionato in testa alla classifica con la Salernitana poi dopo la sconfitta ai play-off contro il Como è stato un fallimento totale, il Presidente voleva lasciare e noi saremmo stati liberi. La retrocessione dell’anno scorso deve essere un punto di forza, chi è rimasto deve capire che è necessario dare qualcosa in più. Ho vissuto quell’estate con un grande senso di colpa, poi Auteri mi ha chiamato e ho capito che dovevamo trovare una soluzione. Con altri ragazzi abbiamo trascinato i nuovi che sono arrivati, perché Benevento meritava di più. Ora il Benevento ha calcato nuovi palcoscenici, che prima neanche conosceva. L’anno scorso ci sono stati dei problemi, ci sono ancora forse, ma le persone con carattere che sono attaccate alla maglia devono dare quel qualcosa in più. All’epoca facemmo così il salto di qualità”.
Foto: Daniele Buffa/Image Sport