Dissesto, Sguera: “Chiusura buona notizia ma non sana i troppi errori commessi”

Dissesto, Sguera: “Chiusura buona notizia ma non sana i troppi errori commessi”

Politica

Di seguito nota stampa di Vincenzo Sguera, consigliere comunale e segretario provinciale di ‘Azione’ nel Sannio.

“Sia pure dopo sette anni, sia pure dopo una procedura più lunga del previsto e costellata da errori e polemiche, l’iter per l’uscita dal dissesto del Comune sembra in via di definizione. Finalmente! Finalmente i creditori dell’Ente potranno veder soddisfatte -seppur in parte – le proprie legittime aspettative economiche. Finalmente, si spera, palazzo Mosti potrà programmare un abbassamento delle imposte comunali. Ciò nonostante – e forse anche a maggior ragione – va convocata, così come richiesto da 12 consiglieri, l’assise comunale. La chiusura della procedura del dissesto, infatti, è una buona notizia. Ma non ‘sana’ i troppi errori commessi né si può pensare di mettere una pietra sopra le tante incongruenze e le tante criticità emerse in questi sette lunghi anni. 

Innanzitutto, fare chiarezza- senza lasciare dubbio alcuno – se si è trattato di un dissesto tecnico oppure politico, in considerazione del debito effettivo dell’Ente che sembrerebbe essere di “soli” 45 milioni a fronte dei 150 milioni inizialmente ipotizzati.

E poi: trovo inspiegabile il ritardo che ha caratterizzato il percorso di alienazione dei beni comunali posti a garanzia della massa attiva. E questo al netto dell’encomiabile lavoro dai pochissimi tecnici comunali messi a disposizione dell’Osl e ai quali va il mio più forte ringraziamento. 

E sempre per fare chiarezza, invito il sindaco Mastella – ove mai dovesse emergere che  il dissesto non potesse essere effettivamente evitabile – a fare i nomi degli assessori delle giunte precedenti che ritiene responsabili del fallimento dell’Ente e dei “disastri” amministrativi ereditati dal passato e spesso denunciati a mezzo stampa. Va da sé che il primo cittadino dovrebbe tenerli a distanza da ogni incarico di rilievo, amministrativo o politico. E questo per fugare il campo da ogni ipocrisia. Certo, sarebbe auspicabile anche l’inverso: un sussulto di dignità da parte di chi oggi siede al fianco di Mastella eppure risulta tra gli accusati del “disastro colposo”. Magari facendosi da parte, magari alzando il dito per chiedere la parola. Ma a volte la dignità è un po’ come il coraggio per don Abbondio: “che uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.