Leonora Armellini e il suo magico pianoforte incantano il pubblico del S. Agostino
CulturaLa straordinaria abilità artistica e la tecnica sopraffina al pianoforte di Leonora Armellini, hanno rapito il pubblico dell’Auditorium S. Agostino di Benevento nella serata di sabato 27 aprile. Gremita la sala di quella che fu una chiesa fino al 1798 nel medioevale Rione Trescene ed oggi polo dell’Università degli Studi del Sannio.
L’evento, promosso dall’Accademia di Santa Sofia per la Stagione Concertistica 2023/2024, diretta artisticamente da Filippo Zigante e Marcella Parziale, con la consulenza scientifica di Aglaia McClintock, è anche oggetto di promozione da parte dell’Università degli Studi del Sannio, del Conservatorio di Benevento e, da quest’anno, del Banco Bpm.
Leonora Armellini è una artista del pianoforte che, formatasi con Sergio Perticaroli presso l’Accademia di S. Cecilia di Roma e diplomatasi con lode all’età di diciassette anni, è stata la più giovane laureata presso la prestigiosa Accademia.
Nata a Padova nel giugno del 1992, dopo aver vinto nel 2005 all’unanimità il XXII Premio Venezia, riservato ai migliori diplomati dei Conservatori italiani, è stata giovanissima vincitrice nel 2010 del “Premio Janina Nawrocka” per la “straordinaria musicalità e la bellezza del suono” al Concorso Pianistico Internazionale “F. Chopin” di Varsavia (2010), confermando poi , nel 2021, l’esito del concorso e vedendosi riconosciuto un quinto premio che ha fatto di lei la prima donna italiana giunta al vertice del pianismo mondiale.
Ricordiamo che la Armellini tiene regolarmente concerti come solista e camerista per vari festival e stagioni concertistiche in Italia e all’estero ed è stata affiancata da numerose orchestre, fra cui la Filarmonica di Varsavia, l’Orchestra di Padova e del Veneto, I Solisti Veneti, l’Orchestra Filarmonica di Torino, l’Orchestra del Teatro La Fenice, l’Orchestra dell’Arena di Verona, l’Orchestra Nazionale Ucraina, la Sinfonia Varsovia, Orchestra Sinfonica della Filarmonica di Lodz (Polonia).
Attualmente è docente di Pianoforte presso il Conservatorio “A. Buzzolla” di Adria.
La serata si è aperta con i consueti saluti di benvenuto di Maria Bonaguro, presidente degli “Amici dell’Accademia” e della consulente artistica Marcella Parziale. Ha preceduto l’evento musicale l’intervento di Salvatore Palladino, Presidente dell’Accademia di Santa Sofia, intorno al tema“ L’onorevole cattività beneventana di Leone IX”.
Questi ha ricordato le vicende che portarono all’arrivo dei Normanni nel sud Italia, ai meriti che ebbero nell’introduzione di tecniche di guerra ancora oggi seguite, all’odio che verso di loro ebbe la chiesa del tempo e Leone IX in particolare, fino allo scontro che vide le forze normanne, inferiori nel numero, sconfiggere le truppe papaline e di volontari italiani e tedeschi presso Civitate il 15 giugno 1053.
La sconfitta del Papa lo condannerà all’esilio forzato presso Benevento dove rimase quasi dieci mesi, finchè Leone IX non decise un ribaltamento delle alleanze e si avvicinò ai Normanni, cosa che gli consentì il ritorno a Roma. Palladino legge infine uno scritto dello stesso Leone IX che ringrazia Benevento per l’accoglienza e la devozione a lui tributata.
Sulla scena entrano poi i 52 membri dell’Orchestra del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento guidati dal Direttore Leonardo Quadrini che,all’unisono e con grande affiatamento, diffondono nell’aria pezzi musicali del loro repertorio ricevendo, dal pubblico presente, calorosi e sentiti applausi.
Entra poi in scena Leonora Armellini ed il suo pianoforte e, con la passione che la contraddistingue, inizia la sua esibizione con la Overture da “Le Nozze di Figaro” di W.A.Mozart, brano di apertura all’omonima opera di Wolfang Amadeus Mozart scritta su libretto di Lorenzo Del Ponte nel 1786.
La Overture, che aveva lo scopo di anticipare il tema musicale seguente, divenne presto, grazie alla vivacità ed allo spirito vitale delle note, oltre all’astuta e brillante partitura degli archi, un brano a sé che fa del brano stesso una specie di “empireo aristotelico”, un cielo di luce spirituale che avvolge l’universo fisico e che, la maestria musicale della Armellini ha trasformato in un percorso verso la ricerca di se stessi e l’apertura ad un cielo azzurro e radioso.
A seguire ella interpreta, grazie al suo pianoforte “parlante”, il Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in Mi minore op. 11 , I Allegro maestoso, II Romanza-Larghetto ed infine III Rondò- Vivace di F. Chopin
La sua musica, parafrasando il filosofo Nietzsche, si presenta esattamente come momento che non è mai quella dell’essere, ma quella che si riconnette alla vita, quella che “offre alle passioni di poter gioire di loro stesse”, ed infatti la Armellini indica con le sue note, ai tanti presenti, la strada della gioia pura, quella che pretende di separare l’infelicità dalla serenità e aprire invece al godimento intimo di sentimenti e forti passioni, il suo percorso ricorda quello del movimento dell’espressionismo che produce una ribellione dello spirito contro la materia e fa degli “occhi dell’anima” la base di partenza della sua poetica.
Nel suo concerto, che si conclude con un duetto con il primo violino dell’Orchestra nel secondo tempo della sonata per violino e pianoforte di E. Grieg, la Armellini fa parlare il suo pianoforte che sembra scrivere parole, sogni, sentimenti, speranze e gioia pura, in un percorso che dà sollievo all’anima quasi che essa possa volteggiare in un cielo limpido e sgombro da tristezze e angosce della vita.
Una serata dunque in cui un pianoforte “parlante”, attraverso le agili e sapienti dita dell’ artista, in fusione totale con un’orchestra di professionisti della musica, si rifiuta di arrendersi alla monotonia e alla finitudine umana, perché la musica è eterna e quella di Chopin si rivela sublime, cosa che del resto non è sfuggita ai tanti presenti rapiti da uno spazio musicale di grande livello.