Sant’Angelo a Cupolo, l’ormai ex sindaco Cataffo: “L’immobilismo  poteva essere interrotto revocando deleghe”

Sant’Angelo a Cupolo, l’ormai ex sindaco Cataffo: “L’immobilismo poteva essere interrotto revocando deleghe”

Politica

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Diego Cataffo, ormai ex Sindaco di Sant’Angelo a Cupolo: “Si conclude oggi l’esperienza amministrativa della lista LiberaMente per Sant’Angelo a Cupolo. Un percorso che è durato poco meno di tre anni, durante i quali ho avuto l’onore e l’onere di profondere tutte le mie energie, lavorando incessantemente per ricoprire con dignità il ruolo che mi era stato affidato.

Eravamo consapevoli di trovare una situazione economica e gestionale al collasso, ma l’entusiasmo e le competenze personali di tutti i candidati, mi faceva ben sperare nella capacità di dare le giuste soluzioni a tutte le difficoltà che avremmo incontrato.

Il passaggio dal ruolo di “opposizione” a quello di “amministratori” purtroppo non è stato concepito da tutti con la stessa “voglia di lavorare” per la comunità, così come l’euforia della vittoria ha probabilmente fatto emergere in qualcuno la sensazione di essere “onnipotente”, di poter disporre a proprio piacimento atti ed azioni senza il rispetto delle procedure, delle leggi e del buon senso che dovrebbe ispirare chi amministra una comunità.

Le poche proposte portate sul tavolo da taluni amministratori, si sono fermate sulla carta. Dalle più semplici da realizzare a quelle più ambiziose. L’apatia, la mancanza di tempo o la poca voglia di dedicarsi alla causa,  forse anche la scarsa capacità di aggregare, hanno avuto il sopravvento. La programmazione e la condivisione  di eventi, il coinvolgimento della cittadinanza a progetti ed iniziative, sono ben presto naufragate ed argomentando il “dolce far niente”   con un pretestuoso “ostruzionismo” degli uffici, colpevoli di tutto ed il contrario di tutto.

Deleghe importanti ed impegnative mai esercitate, opportunità di finanziamento perse.

Un immobilismo che poteva essere interrotto revocando deleghe, ridefinendo i ruoli di ciascuno. Pensavo, erroneamente, che lo stallo fosse superabile, ma il tempo non mi ha dato ragione.

Ognuno ha potuto svolgere appieno il suo ruolo, vedi assessore Tornusciolo in riferimento al PUC, o l’assessore Micco in merito ai Tributi ed al Bilancio. Una fiducia incondizionata che è stata utilizzata in taluni casi in maniera spregiudicata (vedi Bilancio).

In particolar modo, in materia di Bilancio abbiamo sempre  richiamato  la precedente amministrazione alla correttezza dell’azione amministrativa ed in particolar modo alla veridicità dei dati contabili. Avevamo l’obbligo morale e politico di dare continuità a quanto detto dai banchi dell’opposizione, ma abbiamo cercato di arrancare, convincendoci che tutto era in ordine contabilmente e che comunque potevamo farcela, rimandando quella operazione verità che era fondamentale per capire lo stato di salute dell’Ente.

Pertanto,  ho ritenuto doverso approfondire la materia e nominare una società di consulenza che ha evidenziato errori pregiudizievoli per l’Ente, per me chiamato a sottoscrivere, per lo stesso assessore Micco. Il mancato rispetto dei termini per l’approvazione del Bilancio rielaborato, ha determinato l’arrivo del Commissario ad acta, il quale    ha confermato  che la strada tracciata era quella giusta, seppur con ulteriori  aggiunte.

Ritenere   “illegittimo” il Bilancio predisposto da un Commissario prefettizio  con  conseguente voto negativo la dice lunga sul senso di responsabilità di lor signori, evidentemente ipnotizzati  da magheggi ed alchimie contabili  di “prestigiatori di professione” ed accecati da un unico  obiettivo:  interrompere l’amministrazione Cataffo, infischiandosene degli interessi della collettività.

Consapevole  che questo atto  ha determinato  la fine di questa avventura politica, sono certo che la comunità di Sant’Angelo, ne avrà beneficio e potrà ripartire da un punto certo,  attuando quella giusta programmazione necessaria per il futuro delle nuove generazioni.

Ovviamente sulle responsabilità politiche e gestionali, non voglio rimarcare nulla, saranno i cittadini a giudicare, come forse sarà la Corte dei Conti ad individuare specifiche responsabilità.

Nessuno si illuda di sottrarsi alle responsabilità ed agli atti compiuti dell’esercizio delle proprie deleghe, personalmente ritengo di avere la coscienza pulita.

Piuttosto, chiediamo scusa alla cittadinanza per non aver saputo onorare gli impegni presi in campagna elettorale, per aver bloccato l’attività amministrativa in questo particolare momento storico, viste le tante possibilià di intercettare finanziamenti per lo sviluppo del territorio.

Occasioni di sviluppo  sacrificate in nome di fantomatici  “principi sacri” di LiberaMente, che ho scoperto, mio malgrado, essere un  latente sentimento vendicativo nei confronti di cittadini non “allineati”,  l’integralismo a senso unico (al limite del fanatismo religioso), il rancore e la cattiveria d’animo, la mancanza di rispetto degli elettori”.