Storie giallorosse – Oronzo Pugliese, “Il mago di Turi” che ispirò Oronzo Canà

Storie giallorosse – Oronzo Pugliese, “Il mago di Turi” che ispirò Oronzo Canà

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La sua retribuzione per il primo incarico in panchina era costituita da alcune ceste di arance. Per quanto il personaggio fosse particolare, possiamo dire che, certamente, in quel caso incisero contesto e tempi.

Parliamo del lontano 1939, quando Oronzo Pugliese inizia a muovere i primi passi – ne farà molti, in tutti i sensi, data la sua irrefrenabile irrequietezza in panchina – da allenatore. 

E’ la Sicilia di un’Italia che di lì a poco entrerà in guerra: la squadra è il Leonzio. Lui, Oronzo, barese di Turi, ne farà di strada in lungo in largo per l’Isola: tra Igea Virtus, Messina e Siracusa. 

La prima volta che arriva ad allenare fuori dalla Sicilia è proprio a Benevento. Siamo nel 1951 e il Benevento di Oronzo Pugliese si piazzerà, alla fine della stagione 1951-52, al 13^ posto del Girone D di Serie C, vinto da Toma Maglie. 

Chiamato “Il mago di Turi”, Oronzo Pugliese è stato un personaggio pittoresco, impulsivo e focoso, capace con pochi gesti di infiammare il pubblico allo stadio; racchiudeva in sé tutti i caratteri del classico allenatore vulcanico, al punto che seguiva le azioni di gioco lungo la linea di demarcazione del campo. 

Pugliese è stato un vero e proprio personaggio, al punto che Lino Banfi si ispirò a lui per interpretare Oronzo Canà, il mitico allenatore della Longobarda nel film “L’allenatore nel Pallone”

Proprio così come il suo alter ego cinematografico, che gettava il sale in campo, così anche il Mago di Turi era molto scaramantico. Pugliese, infatti, era solito far toccare ai propri calciatori, prima dell’ingresso in campo, un ferro di cavallo che teneva inchiodato negli spogliatoi. Oppure, faceva nascondere nei calzettoni dei suoi ragazzi dei peperoncini rossi e piccanti, per combattere il malocchio. 

Questo era Oronzo Pugliese, certamente tra i più grotteschi e simpatici allenatori italiani e del Benevento