Benevento, Vigorito: “Perdere fa parte della vita, il Picerno ha meritato. Contro l’Avellino faremo di tutto per vincere, Perlingieri…”

Benevento, Vigorito: “Perdere fa parte della vita, il Picerno ha meritato. Contro l’Avellino faremo di tutto per vincere, Perlingieri…”

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Il Presidente del Benevento, ospite di Ottogol, ha rilasciato alcune dichiarazioni a seguito della sconfitta del Curcio contro il Picerno.

Il patron del sodalizio sannita ha parlato della trasferta in terra lucana, di alcuni aspetti della rosa e del giovane progetto che sta accompagnando la Strega in questa stagione.

Queste, dunque, le parole di Oreste Vigorito nel corso della trasmissione in onda su OttoChannel:

SULLA SCONFITTA DI PICERNO: “Abbiamo fatto la nostra partita, come sempre, mentre loro hanno dato qualcosa in più. Non venivano da risultati positivi, giocavano contro la prima della classe. Hanno avuto aggressività, su un campo dove controllare il pallone non era facile. Questa perdita di tempo nel controllo ha favorito la squadra più aggressiva rispetto a quella più tecnica. Il Picerno ha meritato di vincere. Perdere fa parte del mio concetto della vita: quando vinci troppo, anche se con merito, arriva il deliro di onnipotenza, a te o a quelli intorno a te. Siamo a più di un terzo del campionato e, se siamo dove siamo, abbiamo meritato qualcosa in più degli altri, ma non siamo i dominatori del campionato. Il calcio è anche questo, la prima che perde con l’ultima, e non è che perché si chiama Picerno dovevamo vincere per forza. Prima che il progetto giovane abbia il suo componimento ci vogliono tante altre partite. Sono soddisfatto di dove siamo arrivati ma con la pretesa di arrivare più in alto, qualche schiaffone a volte fa anche bene. A parte il Monopoli e l’Avellino che hanno guadagnato un punto, sarà che ho tifato contro, le altre si sono suicidate. Qualche sconfitta ogni tanto fa anche bene“.

SULLE CAUSE DELLA SCONFITTA CONTRO IL PICERNO: “Un 30-40% lo darei al campo. Sui cambi tardivi non abbiamo la controprova, non lo so. Qualcosa al maggiore agonismo del Picerno, più che allo scarso agonismo nostro. Giocatori sottotono non so quanto valga, Viscardi si è trovato davanti un giocatore in ottima forma e l’ammonizione non ha aiutato. Forse, poi, non è che la diffida di Prisco lo ha limitato un po’? Vale lo stesso discorso per entrambi. Io non ho fatto la domanda ad Auteri e Auteri non era nella testa di Prisco, io sono convinto di sì. Ognuno di noi vive la propria emotività in un certo modo. Conosco Prisco: sette giorni prima era un’altra cosa, non poteva controllare la palla perché la sfera andava per i fatti suoi, aveva il peso della diffida che lo avrebbe penalizzato nella gara successiva. Qualcun altro non era in giornata: Lamesta non riusciva a correre su quel campo. Quando hai preso già tre giocatori che nelle scorse partite sono state fondamentali e hanno giocato da 6, poi ci metti gli avversari che di solito giocano da 5 e hanno giocato da 8. Sul tiro parato di Manconi ero convinto che avessimo segnato, ma non sarebbe cambiata la mia idea. Ognuno può aver sofferto per un motivo diverso dall’alto, ma certamente tutto ha influenzato la prestazione del Benevento“.

SULLA CARENZA DI FISICITA’: “La mancanza di fisicità mi accompagna da quando sono nato. Per difendermi ho sempre detto che ci sono quelli che raccolgono i fichi e quelli che raccolgono i pomodori. Ho potuto vedere tante cose splendide in questa vita, e i giocatori che ricordo sono quasi tutti bassi. Quelli alti o sono fuoriclasse o sono giocatori normali, mentre i brevilinei sono quelli più avvantaggiati. Se sei alto l’avversario intelligente gioca con le palle basse, e viceversa. Sarà che sono piccolo io, ma quando i ragazzi mi passano vicino li vedo tutti alti. Il portiere è 1.96, in difesa siamo a 1.87-90. Il centrocampo è piccolino, ma abbiamo fuori Pinato e Nardi: il primo è uno di quei motori più grandi sui quali puntavamo, il secondo è più piccolino ma entrambi avrebbero aiutato molto nei momenti di smarrimento di un giovane. Perlingieri è 1.85 e pesa 84 kili, mi sembra l’Everest. Tosca ha segnato di testa, non è il più alto di tutti ma ha saltato bene. Le partite si vincono e si perdono anche sulle palle inattive, ma è una parte del calcio“.

SUL GIOVANE PROGETTO: “La gioventù non è l’età, non solo quella. Quelli che abbiamo noi hanno campionati interi di Serie C sulle spalle, almeno 2-3. Talia ha fatto 80 presenze, Prisco ha un campionato intero con la Recanatese, Viscardi uno in D. Ce ne sono altri in A che vengono dal vivaio del Benevento, come Parisi, o in B, come Di Serio. Lamesta ha 24 anni, Nardi anche: ragazzi nel pieno della maturità psico-fisica ma che sono meno in pensiero di altri. I calciatori hanno anche una vita privata. Personalmente ritengo che un ragazzo di 20 anni, con l’allenatore giusto e con il pubblico giusto, e devo ringraziare quello di quest’anno, possa crescere bene. Ogni volta che fai una cosa c’è sempre un altro che pensa che andrebbe fatta in un altro modo: nel giorno in cui avremo contezza di essere carenti in una determinata zona sapremo che cosa fare. L’esperienza serve sempre, ma quello che ha fatto 800 partite deve anche correre. Abbiamo fatto comprare parecchi appartamenti a persone che non ne avevano bisogno, a questo punto meglio guardare nel nostro vivaio. Tutti dicono che il mondo è dei giovani, perché il calcio deve fare eccezione se ci sono giovani che hanno un po’ d’esperienza e qualità? Perlingieri in Primavera era troppo più forte per impegnarsi, ora dopo quattro mesi è in Under 20. Abbiamo regalato Parisi all’Avellino e poi è arrivato in Nazionale.

Il problema è che quando sei convinto di aver capito, non hai capito niente. I ragazzi devono maturare, siamo convinti che un processo di crescita sia già iniziato. Vedremo come si comporteranno nel girone di ritorno, che è un altro campionato, ma non mi aspettavo di essere primo. Questo progetto nasce su un terrazzo di Napoli, telefonicamente, tra me e Carli che era in campagna: è venuto più per conoscermi che perché convinto. Come ho detto ad Auteri, le scelte finali sarebbero state le loro: ma non avrei più comprato figurine. Ciò significava andare in ritiro con giovani del Settore Giovanile che si diceva fossero di qualità e qualche altro giovane comprato, considerando solo quelli che avrebbero giocato e non l’intera rosa: da lì ho chiesto una relazione motivata sui giocatori che potevano far parte del Benevento e quelli che non potevano. Tornati, ci siamo visti ancora a Napoli e considerando tutti i giovani: di Prisco, una settimana dopo che era arrivato a Roma, Auteri mi ha detto che era proprio bravo. Nessuno ha forzato nessuno. Nei primi giorni di mercato abbiamo preso Lamesta e Manconi, poi abbiamo aspettato per vedere che cosa sarebbe successo nel ritiro: ho speso 220mila euro solo per il ritiro.

A luglio dell’anno scorso ero in dubbio se continuare a fare calcio, non per Benevento e per i beneventani ma perché mi ritrovavo a fronteggiare situazioni che col calcio non avevano nulla a che fare dopo 20 anni qui. Ho deciso di fare questo progetto, Carli dopo tre giorni mi disse che aveva ritrovato l’entusiasmo. Mi indicò Andreoletti, che ora è primo in classifica ed è l’unica squadra imbattuta: è un ottimo allenatore, il problema è stata la squadra che ha trovato. Era più piccolo di 2-3 di loro, c’era chi se ne voleva andare e chi sarebbe partito di lì a poco. Dopo il 4-0 abbiamo preso un allenatore in cerca di una fermata obbligatoria, con un Direttore Sportivo che quando finisce la Prima Squadra guarda il Settore Giovanile mentre Innocenti non guarda neanche una partita del Benevento perché guarda i giovani degli altri campionati. Così ci è tornata la voglia di fare calcio, con un pubblico entusiasta e giovani nostri. Siamo tutti convinti che questa squadra debba crescere. Noi scommettiamo con la nostra testa, con la nostra faccia e con i nostri soldi: l’ultimo che vuole perdere a Picerno sono proprio io, pensavamo di poter vincere contro una squadra in crisi di risultati. Ora ce la metteremo tutta per vincere domenica, non perché è l’Avellino ma perché ce la metteremo tutta per vincere anche contro il Napoli“.

SULL’ESEMPIO NUNZIANTE: “Ho l’abitudine di parlare con persone che hanno una competenza specifica. Non vado spessissimo a vedere le squadre giovanili, è un mio difetto, ma parlo con tutti e tutti erano convinti che il ragazzo fosse maturo per poter giocare anche a livello psicologico. Avevamo Paleari, Manfredini e Nunziante: quest’ultimo richiesto dalla Roma per portarlo in Primavera. Se non lo avessimo fatto giocare avremmo avuto problematiche di giocatori che erano pronti ma che volevano andare via. Per gli addetti ai lavori Nunziante era pronto e averlo come terzo quest’anno sarebbe stato inutile. Averlo come primo sarebbe stato un rischio, ma abbiamo deciso di prendere questo rischio coprendoci con Manfredini e il Mister aveva chiesto un numero di partite per valutarlo. Manfredini lo ringrazio ancora, gli abbiamo chiesto se volesse rimanere un altro anno per aiutarci a far crescere Nunziante ed eventualmente sostituirlo: ha detto di essere a nostra disposizione, avevamo un uomo come paracadute oltre che professionista. Nunziante farà errori come altri portieri, ma continuerà. Dal punto di vista fisico gli ho detto che se cresce di un altro centimetro gli taglio le gambe, non è onesto stare vicino a me ed essere così alti. Tecnicamente, però, molti allenatori di portieri hanno detto che le doti di Nunziante molti portieri arrivati in Nazionale non le avevano. Migliora di settimana in settimana, a 17 anni la fase dell’apprendimento è più alta: ci abbiamo sperato e ci abbiamo provato sulla base di ragionamenti e doti tecniche e mediche. La Serie C è un bacino per far crescere i ragazzi, quest’anno non siamo partiti per vincere il campionato ma ovviamente se vinciamo sono il più contento di tutti. Se rifiuto 2 milioni dalla Roma e magari tra 3 anni lo ritrovo in Nazionale, perché non me lo devo crescere io? Se ci sono difetti ci sono gli allenatori pronti a correggerli. Ho messo in conto che possiamo perdere le partite, se poi al primo posto devo sentire che mancano cose e dobbiamo fare acquisti… Rispetto tutte le opinioni, ma poi mi si devono dare soluzioni“.

SUL RAGIONAMENTO CON PERLINGIERI: “Il dubbio era anche sul centravanti, Perlingieri, che faceva caterve di gol in Primavera. Non ci siamo coperti come con Nunziante perché i tecnici ci hanno detto che Manconi poteva fare anche il centravanti. Siamo andati sul mercato per cercare un bomber, ma se è uno che parte con le stesse ambizioni tue l’attaccante con 15 gol non te lo dà. Ci siamo guardati anche nelle serie superiori. Abbiamo cercato anche un altro giovane forte, per avere due giovani che ne facevano uno esperto, ma non è voluto venire. Mentre Nunziante esordiva, comunque, Perlingieri ha fatto i play-off per andare in B“.

SUL GRUPPO ROSA: “Io considero 25 titolari, questo era stato l’inizio del progetto. Poi ci sarà qualcuno più in forma e qualcuno no. Va sottolineata la verità di una settimana di lavoro per capire perché lui ha giocato e perché lui no. Agazzi ha 300 partite in Serie B, ma perché non ha giocato? Evidentemente Auteri ha ritenuto che Prisco e Talia andassero meglio, hanno fatto una buona partita ma soltanto il compitino: non quello che fanno in determinati momenti. Starita in gruppo è un ragazzo incredibile, è sempre col sorriso e festeggia anche quando non è in campo. In prima squadra ci sono altri giovani, come il terzino sinistro Sena che è stato premiato miglior terzino della quarta serie con il Siracusa. Auteri lo andava a vedere quando era disoccupato, ce lo raccomandava. Non sta giocando, ma sta crescendo. C’è anche Veltri, anche lui è sulla buona strada secondo Auteri. Sono utilissimi alla causa, hanno un sogno. In panchina c’è gente come Acampora, Agazzi, Viviani e Lanini, fuori ci sono Pinato e Nardi senza considerare Meccariello: gente che ha fatto la A e la B e che, se li avessimo reintegrati prima, sarebbero stati una componente se non altro part-time. Per questo speriamo che le cose migliorino, gli altri in panchina hanno giovanissimi e noi la Serie B. C’è Carfora, un 2006 splendido e che ha voglia di giocare: prima o poi arriverà anche il loro turno, ci stiamo assestando“.

SULL’APPUNTAMENTO AD APOLLOSA DI MERCOLEDI’: “Apollosa ci ha invitato per l’inaugurazione del nuovo campo, i ragazzi andranno al campo con il piacere di partecipare alla gioia di altri ragazzi e di vedere campi nuovi. Ci sarà una presentazione della squadra, invito la gente ad andare per vedere i ragazzi da vicino. Molti sono qui da quando avevano 14 anni, fanno parte di quella covata che ha altri pulcini molto bravi. E’ più bello creare un ragazzo che comprarlo, sono molto legati tra Prima Squadra e Settore Giovanile“.

SULLA SUA PRESIDENZA: “Mi auguro di essere stato un buon Presidente, in 19 anni. Abbiamo avuto, non ho avuto, ottimi risultati, e anche quando abbiamo perso siamo stati noi, non io. Quando lascerò il Benevento lascerò il calcio, non amo cambiare squadra. Un giorno succederà e tenterò di metterlo nelle mani di qualcuno più bravo di me. Ho rifiutato l’acquisizione di tante squadre, anche con un pubblico o una piazza più numerosa“.

SULLA PRESENZA DI PERLINGIERI CONTRO L’AVELLINO: “Il ragazzo alla convocazione ha avuto una reazione splendida come giallorosso, giustificabile per l’età che ha, dicendo di voler rimanere per giocare il derby. La Federazione dovrebbe chiamare la società, non avvisare un ragazzo alle 21 del venerdì, il giorno prima della gara. Il regolamento prevede che se il ragazzo viene richiesto devi dare motivazione per non mandarlo, il mancato arrivo avrebbe comportato conseguenze serie perché è una competizione UEFA. Col Direttore e con l’allenatore abbiamo deciso che non possiamo dare un segnale allo spogliatoio per cui non avremmo potuto giocare il derby senza Perlingieri, né avremmo potuto responsabilizzare il ragazzo dicendo che senza di lui non avremmo potuto vincere, inoltre non sarebbe stato sportivo. Mi auguro che chi giocherà al suo posto possa segnare, i giocatori devono fare la loro carriera. Perlingieri ha avuto un dono da Dio come un cantante, se non va al Conservatorio a studiare resterà a fare le feste in piazza: andare in Nazionale è un onore per la squadra, per la città e per sé stesso. Ha detto che andrà e cercherà di andare per rappresentare al meglio la sua squadra e la sua città“.

SUL DERBY CONTRO L’AVELLINO: “Mi dispiace se non dovessero venire i tifosi, una delle cose belle di queste sfide è la rivalità sportiva e sentire i cori dei tifosi. E’ chiaro che il tuo coro fa venire i brividi e l’altro qualche altra cosa, ma è l’essenza del calcio. Una delle ipotesi che verrebbe da suggerire è che quando un tifoso va allo stadio con un’arma impropria bisognerebbe non farlo entrare e prendere dei provvedimenti. Perquisire 300-400 persone non è facile. Non decido io se farli venire o meno, anche se li preferirei negli stadi. Quando giochiamo in casa difendiamo la nostra fortezza, ma è bello anche espugnare quella degli altri e farlo davanti agli altri. Io non sono né avellinese né beneventano, sono di origine napoletana, ma ho vissuto in entrambe le città e vorrei venissero: accogliendoli come si accolgono degli ospiti, graditi o meno; non vengono, riempiamo lo stadio lo stesso per stare insieme. Non fare entrare i tifosi è la morte del calcio. Una città ospitale, come questa, non merita di essere mortificata mortificando gli altri. Mi auguro che sia una grande partita e mi auguro di vincere“.

SUL SOSTEGNO DEI TIFOSI: “Ci sono sempre stati: dopo Picerno, dopo la sconfitta col Genoa che ci mando in B e dopo la sconfitta che ci mandò in C. Questa è la Curva Sud, l’attaccamento alla maglia. E’ merito della tifoseria ed è merito della squadra. Spesso parlo alla squadra della tifoseria: loro indossano il sogno di tutti i tifosi, di quelli che ritengono che lo stadio sia la loro squadra, che portano allo stadio gioie e delusioni. Dopo una sconfitta che nessuno voleva, né noi né i 500 che sono venuti, siamo andati via non sorridendo ma con una convinzione: con un pubblico che ti applaude quando perdi e con giocatori che vanno a salutare nonostante la sconfitta niente è vietato, è bello lottare insieme“.

SULL’IMPIEGO DI MECCARIELLO: “Aveva cominciato il campionato giocando, come gli altri. Ha fatto un ritiro come gli altri e prende uno stipendio come gli altri. E’ stato infortunato, si è ripreso. Sta dando molto ai compagni come esperienza e freme perché non gioca. Verrà il suo turno, come tutti, ma è stimato da società, direttore e allenatore: altrimenti gli avremmo proposto la risoluzione del contratto. In questo momento sta pagando l’inattività post-infortunio e la condizione degli altri, credo: lo sa Auteri“.

SULL’ACQUISTO DI UN ATTACCANTE A GENNAIO: “Io non ho mai detto che volevamo prendere Morra. Io e Carli non lo abbiamo chiesto. Morra non era nei piani del Benevento, per caratteristiche farebbe comodo a qualsiasi società. A me piaceva più Artistico, l’avrei preferito non per una preferenza tecnica ma anagrafica. Era l’altro giovane di cui avevo parlato nel discorso Perlingieri. Il ragazzo era onorato di venire a Benevento, ma se avesse avuto la possibilità sarebbe andato in B: alla Juve Stabia sta giocando molto poco, ma in C poteva giocare“.

SULLA COPERTURA TOTALE DEGLI SPALTI: “Siamo nella città delle Streghe, abbiamo avuto 4-5 anni di un calcio ad altissimo livello e allora c’era questa idea. Poi c’è stato il Covid, con lo stadio chiuso. Ne ho parlato con il Sindaco Mastella da poco, ci farebbe piacere: il problema sono le condizioni statiche dello stadio. Coprirle significa dover rivedere i calcoli di tutto lo stadio, non è da escludere che una copertura possa prevedere lavori notevoli. Non solo avrei desiderio di coprire lo stadio, anche in Tribuna ci si bagna, ma questo progetto cammina con il giovane progetto. Ritornando in certe categorie non esiste un contributo economico che ti aiuta, ma ti aiuta come immagine complessiva. Non è una promessa, neanche un impegno, ma una prospettiva che laddove il programma del calcio a Benevento dovesse essere molto più lungo di quello che io immagino allora la copertura si potrà farà. Ne ho e abbiamo parlato anche fuori Benevento, c’è la disponibilità a farci dare un’occhiata anche da altre autorità e ci sarebbe il consenso del sindaco. Avrei voluto costruire un Centro Sportivo vicino allo stadio, terreni che in parte sono del Comune e in parte no. Magari farò lo stesso questi investimenti, vediamo“.

SUL MANCATO INTERVENTO NELL’ULTIMO MERCATO DI GENNAIO IN SERIE B: “Coda sarebbe anche venuto, nel Genoa non giocava. Zangrillo me lo aveva praticamente dato e quella settimana non lo fecero giocare: face 1-2 gol e diventò incedibile. Le sue richieste, poi, superavano i 10 milioni tra cartellino e stipendio. Quando ho deciso, sono andato fuori di 24 ore: col senno del poi, menomale. Abbiamo scelto di fare i giovani, questo ci sta dando soddisfazioni“.

Foto: Screen OttoChannel