L’ANPCI all’Audizione sul Correttivo al Codice dei contratti pubblici
AttualitàItaliaIl presidente nazionale di ANPCI Franca Biglio, unitamente al responsabile dell’associazione per la Campania Zaccaria Spina, hanno partecipato all’Audizione sul Correttivo al Codice dei contratti pubblici presso la VIII Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati.
“Abbiamo portato il nostro contributo in sede di Audizione – spiegano la Biglio e Spina – sullo schema di decreto legislativo recante ‘disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36’, per contribuire nel perseguimento degli obiettivi di semplificazione e di snellimento delle procedure amministrative secondo la logica del ‘fare bene e fare presto’, consapevoli che il correttivo costituisca un passo importante in questo senso e confidando che nello stesso possano trovare accoglimento alcune delle proposte fin qui evidenziate”.
Si è preso favorevolmente atto di alcune importanti innovazioni positive sottolineando, in particolare, l’introduzione di un termine predeterminato (tre mesi) tra l’approvazione del progetto e l’indizione della procedura di scelta del contraente; la disciplina dell’equo compenso; la facoltà di riservare alcuni contratti o alcune prestazioni/lavorazioni alle piccole e medie imprese; la previsione di ipotesi tassative che configurano varianti in corso di esecuzione.
Si tratta di correttivi che vanno, da un lato, nel senso auspicato dello snellimento delle procedure e, soprattutto, della chiarezza delle disposizioni, anche nell’ottica di prevenzione del contenzioso, e, dall’altro, sono finalizzate a tutelare le piccole realtà economiche presenti nelle aree interne, attraverso l’introduzione di criteri premiali che valorizzino il principio di territorialità per quei contratti che dipendono dal requisito della “prossimità” per la loro esecuzione.
Non sfugge, tuttavia, l’esigenza di ribadire la necessità di semplificare il numero degli adempimenti nonché di implementare i sistemi di interoperabilità tra le varie piattaforme informatiche, al fine di ridurre i carichi di lavoro del personale soprattutto dei piccoli enti locali.
È stata altresì espressa una preoccupazione per l’entrata in vigore, a partire dal 1° gennaio 2025, dell’obbligo di utilizzo di metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni (c.d. BIM), per il quale si ritiene insufficiente il solo incremento della soglia da 1 a 2 milioni di euro e che potrebbe portare a un notevole rallentamento delle attività tecniche propedeutiche alla realizzazione delle opere pubbliche. È stato inoltre richiesto di migliorare il controllo sul subappalto ed evitare il cosiddetto subappalto “a cascata”, che determina non poche criticità in ordine a qualità e sicurezza, di prevedere il divieto di ulteriori subappalti oltre al primo ed infine di rafforzare i criteri di premialita’ per le offerte qualitativamente vantaggiose.