ESCLUSIVA BN24 – Gori: “Benevento favorito per la promozione. La B un’emozione enorme, sarò sempre riconoscente alla piazza”
Benevento CalcioCalcioSidebar intervistaAbbiamo raggiunto telefonicamente l’ex portiere del Benevento, Piergraziano “Ghigo” Gori, per avere una sua opinione riguardo alla stagione giallorossa e non solo.
Gori, estremo difensore record-man di presenze con la maglia giallorossa (232), ha disputato 11 stagioni con la Strega tra il 2006-07 e il 2020-21 tra Serie C, Serie B e Serie A e Coppa Italia. Oggi Ghigo, a 44 anni compiuti, ha conseguito l’abilitazione da preparatore dei portieri e occupa tale ruolo in Serie D, nell’F.C. Francavilla.
Salve Ghigo, partiamo dal suo arrivo a Benevento: si sarebbe mai immaginato di diventare record-man di presenze con la Strega e trascorrere undici anni nel Sannio? “Sono arrivato nel campionato 2006-07, fui il primo acquisto dell’era Vigorito. Il Presidente me lo ribadisce sempre, spero come segno di stima (ride, ndr). Anche quando arrivavano allenatori nuovi diceva sempre “Ghigo è stato il mio primo acquisto”. Quando si arriva in una piazza nuova si cerca sempre di dare il massimo e fare bene. Sinceramente di stare a Benevento 11 anni, anche se interrotti da brevi pause, non me lo sarei mai aspettato. Non vedo l’ora di tornare per salutare gli amici, l’anno scorso sono stato fermo per prendere le due abilitazioni e sono venuto qualche volta. Spero di venire presto a Benevento, è una promessa“.
L’esperienza in giallorosso è stata interrotta dalle avventure con Nocerina (2010-11 e ’11-12), Salernitana (2013-14 e ’14-15) e Venezia (2017-18): che cosa accadde? “Ci furono dei problemini con il Direttore Sportivo. Non mi fu rinnovato il contratto e rimasi senza squadra, poi i primi di settembre mi chiamò Auteri e approdai alla Nocerina. Stessa cosa accadde qualche anno dopo col trasferimento alla Salernitana. Quando andammo in Serie A, poi, andai a Venezia: giustamente servivano portieri di categoria, rimasi fuori dal progetto. L’anno seguente Foggia dal settore giovanile salì in prima squadra, mi chiamò e tornai. Tornare è sempre stato bello, per me Benevento è la mia seconda casa. Dico sempre che ho più amici a Benevento che a Taranto, dove sono nato. Anche quando giocavo a Salerno vivevo a Benevento, facevo avanti e indietro tutti i giorni. A Benevento sono stato bene, i beneventani hanno fatto stare bene me e la mia famiglia: sarò sempre riconoscente“.
In campo quattro promozioni in 11 anni, ma quale è il ricordo più bello? “L’anno che abbiamo vinto il campionato conquistando la promozione dalla C1 alla B è stato stratosferico, paradossalmente anche maggiore rispetto alla Serie A dell’anno seguente e non solo perché in C1 giocavo. Per la città, per la piazza e per me è stato speciale. Non riuscivo a capire perché quando andavo via da Benevento riuscivo a vincere i campionati e invece a Benevento no. Il mio cruccio era sempre stato voler vincere un campionato a Benevento, di portarlo per la prima volta in Serie B. Quell’anno fu strepitoso. La promozione dalla B alla A è l’apoteosi, l’aspirazione di tutti, ma ho sentito più quella dalla C1 alla B. Il Benevento non era neanche mai stato in Serie A, ma il carico emotivo della promozione in B non lo saprei spiegare. Forse il salto in A era inaspettato, un sogno, un doppio salto a cui forse neanche credi. In B è stato più magico, anche la piazza voleva quella “maledetta” Serie B. Ritrovarsi in A è stato non dico qualcosa in più ma qualcosa di incredibile e inaspettato“.
Era presente in Serie A nella stagione 2020-21, ma l’esordio in massima serie non è arrivato: quanto è stato grande il dispiacere? “Ci tenevo, ma alla fine non si è realizzato. Sinceramente non ne ho fatto un dramma, anzi. Il Presidente mi ha rinnovato la fiducia e il contratto. Non sono uno legato ai soldi, evidentemente il destino voleva che ciò non accadesse. Doveva andare così, non è assolutamente un problema“.
Dopo il ritiro è rimasto al Benevento, vivendo anche la retrocessione in Serie C. Che cosa accadde quell’anno? “Col Benevento oltre ai sorrisi e alla gioie ci sono stati anche momenti di tristezza e di delusione. Retrocedere è stato brutto, vedere quei tifosi con cui tanto avevamo gioito e ritrovarsi immischiati nella retrocessione è stata dura. C’è stata confusione, ci sono stati diversi allenatori e non si è creata la scintilla necessaria per salvarsi“.
Tornando alle gioie, ora il Benevento è primo in Serie C: è la squadra favorita per la promozione? “Benevento come piazza merita almeno la Serie B. Vederla in Lega Pro è un po’ scostante. Spero che quest’anno si possa concludere nel migliore dei modi. Ad oggi, non voglio tirarla a nessuno, non vedo un’antagonista del Benevento. Con tutto il rispetto per Cerignola e Monopoli, buone squadre che giocano bene, ad oggi il Benevento è la squadra più accreditata per vincere il campionato. Qualcuno può essere scaramantico, ma dati alla mano le squadre attrezzate che potevano giocarsela con il Benevento sono molto distanti. Un pizzico di fortuna c’è stata: quando il Benevento ha perso quei pochi punti le altre non ne hanno approfittato. Questo è un piccolo segnale, essere bravi e fortunati serve per vincere un campionato“.
La Serie C con Mister Auteri l’ha vinta nel 2016, ma quella volta eravate voi a inseguire: quale è la differenza con l’essere inseguiti? “Quell’anno abbiamo fatto una gran bella rincorsa. Quest’anno non dico che il Benevento deve gestire, ma ha un buon margine dalle altre. Non deve abbassare la guardia e tirare dritto fino alla fine. Sono sicuro che il Mister sia proiettato a quest’anno, poi quello che verrà verrà: è concentrato a mettere un’altra impronta importante a Benevento. Per il Benevento tornare in Serie B sarebbe eccezionale, anche per cancellare la doppia retrocessione“.
Approva il giovane progetto della Strega? “Questa “politica” dei giovani sta dando ragione al Presidente Vigorito, quindi sì. Questi ragazzi li ho visti crescere nel settore giovanile, vederli catapultati al “Vigorito” e in Serie C fa tanto tanto piacere. Il Mister ha dato la sua disponibilità a proseguire e prima di darla sapeva già che cosa aveva in mano, che cosa potevano dargli i giovani. Il Mister è un allenatore d’esperienza, sa il fatto suo, e messo nelle giuste condizioni può fare sempre grandi campionati“.
Quale è il suo pensiero su Nunziante? “Lo conosco da diversi anni, me lo ha “presentato” il mio grande amico Antonio Chiavelli (preparatore dei portieri, ndr). Me ne ha sempre parlato bene, quest’anno sotto la sua ala protettrice si vedono i miglioramenti di un ragazzo che a quell’età ha una responsabilità. Benevento è una piazza importante, sicuramente ha le sue responsabilità ma le sta affrontando e gestendo egregiamente“.
Quanto è importante, invece, il ruolo di Manfredini come “secondo”? “A livello umano è una persona fantastica, è stato ed è un gran portiere. Sono sicuro che stia dando una mano a Nunziante, è il secondo perfetto in questo momento. Gli fa un po’ da chioccia, forse un po’ tanto, ma è giusto così. Non è quel collega che ti mette pressione, conosce bene il suo ruolo e lo ha dimostrato anche gli anni scorsi quando subentrava a Paleari. La società non poteva fare scelta migliore che tenere Manfredini alle spalle di Nunziante per farlo crescere“.
Che cosa sta accadendo al Taranto, squadra della tua città? “Anche quest’anno il Taranto si ritrova davanti a un grandissimo punto interrogativo. Il cambio di proprietà ancora non è arrivato, i giocatori hanno avuto un balzo d’orgoglio vincendo contro Avellino e Cerignola ma ora i problemi di non avere una società solida alle spalle stanno venendo fuori“.
Attualmente ricopre il ruolo di preparatore dei portieri all’F.C. Fracavilla, in Serie D: come procede questa nuova esperienza? A quando un ritorno al Benevento? “Era meglio quando giocavo (ride, ndr). Quando sei giocatore hai quelle due ore di impegno e basta, mentre da allenatore hai tanto da fare nel preparare l’allenamento, vedere video e studiare la squadra avversaria. E’ una cosa che faccio con passione, ho iniziato in Serie D in un girone molto tosto come l’H. Abbiamo iniziato così così, abbiamo un po’ di alti e bassi, ma siamo una squadra giovane e puntiamo alla salvezza. Un ritorno a Benevento? Chiavelli per me è un fratello, è giusto che continui lui anche perché allena molto molto bene. Una cooperazione la accetterei, sostituzione assolutamente no“.
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