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FOTO – Uto Ughi e la magia del violino: standing ovation al Teatro “Vittorio Emanuele”
CulturaIl celebre violinista incanta il pubblico beneventano con un’esibizione straordinaria al Teatro “Vittorio Emanuele”, accompagnato dall’Ofb del Conservatorio “Nicola Sala”. Un viaggio tra virtuosismo, emozione e pura bellezza musicale.
La musica è sicuramente un linguaggio universale che solo l’anima può capire, tuttavia essa è diventata, attraverso il suono del violino di Uto Ughi, nella serata di sabato 22 febbraio a Benevento , momento di deflagrante bellezza acustica e psicologica, attimo di riscoperta di messaggi interiori che spesso ignoriamo, volo appagante in un universo di incanto che ha regalato armonia, non solo musicale, ma anche personale.
Il celebre violinista Uto Ughi è stato il protagonista del settimo appuntamento della stagione artistica dell’Accademia di Santa Sofia. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento, sotto la direzione artistica di Marcella Parziale e Filippo Zigante, con la consulenza scientifica di Aglaia McClintock, si è tenuto nell’incantevole cornice del Teatro “Vittorio Emanuele” di Benevento.
A precedere il momento sonoro è stato l’intervento di Giuseppe Ilario, direttore del Conservatorio di musica ‘Nicola Sala’ di Benevento, intorno al tema:” Lezioni dal Romanticismo: evitare le ombre del Nazionalismo dell’A.I. nella Musica”. Egli ha spiegato come, partendo dal Romanticismo, movimento artistico sviluppatosi a cavallo tra il XVIII° ed il XIX° secolo, esso ha rivoluzionato la musica.
I compositori romantici cercavano di dar voce all’individualità, all’emozione ed all’immaginazione, tuttavia, spesso, esso è diventato strumento di espressione collettiva che, nella speranza di innovare la società, ha generato il nazionalismo, con una piega ben più oscura ed anche la musica è diventata spesso strumento di simbolo di identità nazionale.
In realtà i temi del Romanticismo sono stati stravolti dalle vicende storiche a lui successivi anche se le sue idee e innovazioni, hanno prodotto effetti fino ai nostri tempi. Oggi siamo dipendenti dalla Intelligenza Artificiale, che sicuramente ci regala una società più evoluta e veloce, tuttavia troppo spesso ne diventiamo succubi. Anche nella musica spesso l’A.I agisce sostituendosi al pensiero umano, ai sui errori necessari e affascinanti e, sebbene sia perfetta nella riproduzione, essa rimane comunque oggetto estraneo ai sentimenti e dunque da ridimensionare.
E’ seguito poi il concerto di Uto Ughi, accompagnato dall’Ofb del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento, diretta dal maestro Maurizio Petrolo.
I giovani artisti dell’Ofb cittadina, sono stati gli splendidi compagni di viaggio dell’enfant prodige Uto Ughi, il musicista infatti ha iniziato a suonare a quattro anni e, nella sua carriera, si è esibito con le maggiori orchestre del mondo e sotto la direzione dei più prestigiosi direttori.
Suo compagno di viaggio musicale è stato il suo violino Guarneri del Gesù del 1744, strumento che possiede un suono caldo dal timbro scuro ed è forse uno dei più bei “Guarneri”.
In più occasioni egli ha presentato il brano che si accingeva a suonare raccontando del suo autore, come ad esempio di Vivaldi che, essendo un sacerdote, mentre diceva messa, spesso lasciava l’altare per andare a scrivere musica, cosa che porterà i suoi superiori a costringerlo a “messe private” per evitare interruzioni nel rito liturgico!
L’ingresso del Mestro è coinciso con il deflagrare della sua incantevole ed ammaliante musica, tanti i brani da lui eseguiti insieme all’Ofb del Conservatorio beneventano, da Jenkins : Palladio, ad alcuni brani di J.S.Bach come il Concerto in La min. BWV 1041 per violino, archi e cembalo, per continuare con G. Pugnani-F. Kreisler : preludio e allegro nello stile di Pugnani e chiudere con A. Vivaldi ed il suo Concerto in Mi minore per violino, archi e cembalo “IL FAVORITO”.
Initile dire che ogni sua singola esibizione si è conclusa sempre con scroscianti e ripetuti applausi da parte di un teatro in sold aut e di spettatori mai paghi della sua esibizione.
La sua abilità artistico-musicale ed il suo stile interpretativo hanno trasportato tutti i presenti in un universo di beatitudine melodico e antropico di significativa rilevanza, le sue sonate, ricche di particolari e volute “svisate”, hanno reso la sua musica ed il modo in cui l’ha offerta ai presenti, la chance giusta per volare alto nei sentimenti e nell’empatia generale di un momento magico.
Ai suoi saluti finali, è seguito un lunghissimo applauso che ha richiamato il Maestro sul palco, un’occasione che lui non ha perduto per fare i complimenti all’Ofb, giovani talenti, ha detto, che sicuramente faranno strada e, per accontentare il pubblico impaziente di riascoltarlo ha proposto, come lui stesso ha detto :”metà Capriccio di Paganini, precisamente il capriccio numero 24”.
Il pubblico è allora andato in estasi alla sua esibizione musicale del pezzo, complessa, precisa, intrigante, affascinante, difficile e articolata.
Momento dunque magico di arte musicale ed umano, istante incantato di serenità e amore per la grande musica ed uno dei suoi maggiori interpreti.
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