Abusi sessuali su una bambina di meno di dieci anni e maltrattamenti del fratellino di pochi anni più grande.
Una vicenda all’apparenza orribile sulla quale indagano i carabinieri del Comando provinciale di Avellino che nelle indagini coordinate dalla locale Procura hanno intanto fatto scattare il divieto di avvicinamento ai quattro figli alla coppia, marito e moglie, residenti nell’Avellinese trasferitasi nel frattempo in un comune pugliese.
I due bambini, insieme ad altri due fratelli, sono stati trasferiti in una struttura protetta. Sono tutti figli di lei, una 40enne di Avellino che convive con l’uomo di sei anni più giovane.
Il convivente avrebbe più volte picchiato il bambino e in più occasioni gli avrebbe spento le sigarette su braccia e mani oltre a costringerlo a consumare i pasti in un sottoscala e a dormire sul pavimento.
Secondo gli investigatori, che nei prossimi giorni sentiranno i bambini nella struttura protetta del Comando provinciale dell’Arma, gli episodi contestati alla coppia si sarebbero consumati negli ultimi due anni.
Fonte: www.ansa.it
Resta ai domiciliari la trentottenne docente sannita (A.D.D.) accusata di violenza sessuale aggravata in danno a un dodicenne suo alunno.
Questa la decisione del Tribunale del Riesame di Napoli che ha, dunque, respinto il ricorso presentato dall’Avv. Angelo Leone, legale della donna.
Come ormai noto, i fatti sarebbero avvenuti in una scuola di Paolisi, dove la docente stava svolgendo una supplenza (leggi QUI).
Secondo l’accusa, la professoressa avrebbe dapprima instaurato con il minore prima un rapporto di “predilezione” in classe e, poi, un intenso rapporto telematico mediante plurime comunicazioni via whatsapp (messaggi, video e audio), inviandogli e chiedendogli di inviare a sua volta fotografie a contenuto esplicitamente sessuale, avviando conversazioni di esplicito contenuto sessuale. Tutto ciò è stato riprodotto in alcuni dvd inseriti nella documentazione processuale.
La donna davanti al GIP, Pietro Vinetti, rappresentando tutto il suo disagio per quanto accaduto, ammettendo di aver sbagliato nel dare troppa confidenza all’alunno, aveva provato a spiegare il clima instaurato in classe, sottolineando il forte legame che si era creato tra docenti e alunni in quella classe.
Proprio il GIP, su richiesta del sostituto procuratore Assunta Tillo, aveva emesso il provvedimento di custodia cautelare degli arresti domiciliari, oggetto del ricorso presentato dal legale della donna, il quale ha provato a ottenere per la docente una misura diversa, facendo leva sull’impossibilità per la stessa di reiterare il reato dato che l’incarico da supplente era scaduto.
Tesi, questa, che non ha convinto i Giudici del Riesame che, come detto in apertura, hanno confermato gli arresti domiciliari.
Sono stati sentiti ieri i testimoni della difesa, all’attenzione dei giudici è stata sottoposta la necessità di “analizzare anche il contesto della casa-famiglia”.
CERVINARA. Hanno abusato di una bambina di appena cinque anni, contando anche sulla connivenza della madre. Violenze gravi e ripetute che avvenivano tra le mura domestiche, in una palazzina di Cervinara, a cui – nel luglio del 2020 – hanno messo fine i carabinieri del Comando provinciale a conclusione delle indagini coordinate dalla Procura di Avellino tra il 2018 e il 2019.
Come si ricorderà, tutto venne a galla nel luglio del 2020, quando i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Avellino eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini, un cinquantaquattrenne di Cervinara e un trentenne di San Martino Valle Caudina, che avrebbero più volte abusato sessualmente di una bambina di appena cinque anni.
Per tali ragioni, ai due furono contestati i reati di violenza sessuale aggravata, contemplanti la pena edittale più alta per ipotesi delittuose del genere.
Ieri, presso il Tribunale di Avellino, si è celebrata una nuova udienza del processo che vede imputati il nonno 53enne della bimba e un uomo di 30 anni, di San Martino Valle Caudina, compagno di una zia della piccola.
Sono stati ascoltati i testimoni della difesa, come la giovane che svolgeva le mansioni di baby sitter, la quale ha affermato di non aver “mai visto un atteggiamento strano da parte del nonno. Le bambine erano molto legate a lui, anche perché era l’unica figura maschile presente in casa”. All’attenzione dei giudici è stata sottoposta anche la necessità di “analizzare anche il contesto della casa-famiglia. La bambina avrebbe potuto ascoltare dei racconti e rimanere suggestionata. Questi sono elementi che vanno approfonditi. C’è stato un errore procedurale importante che può aver alterato la testimonianza della bambina”, così come sottolineato dalla la dott.ssa Bruno, la quale ha ribadito l’importanza di approfondire il contesto della casa-famiglia. Un ambiente che, stando a quanto afferma la Bruno, vede anche la presenza di bambini più grandi che possono avere in qualche modo influenzato e alterato i ricordi della bambina. La prossima udienza, quella che vedrà la conclusione dell’istruttoria, è attesa per il 12 aprile 2022