Un detenuto di origini napoletane, trasferito nel carcere di Benevento per motivi di sicurezza, in quanto facente parte di un gruppo di facinorosi, ha aggredito il dirigente della Polizia Penitenziaria con un coltello rudimentale.
Lo riferisce l’ Asppe secondo la quale l’aggressione è scattata dopo la contestazione di una sanzione disciplinare.
Per il viceregionale dell’Asppe Campania, confederata Consipe, Tommaso De Lia: “E’ solo grazie alla professionalità del personale di Polizia Penitenziaria che oggi a Benevento si e’ evitato il peggio, purtroppo negli ultimi tempi si è concesso troppo ed effettuare perquisizioni generali rastrellando tutto ciò che non è consentito col poco personale disponibile è sempre più raro e difficile”.
Secondo il segretario regionale Asppe Luigi Castaldo: “Urge un riassetto organizzativo del Corpo di Polizia Penitenziaria che metta in agenda come priorità la sicurezza e la tutela del personale”.
I Carabinieri della Stazione di Montoro hanno tratto in arresto una 59enne del posto per “Lesioni commesse con arma impropria”. È accaduto ieri sera a Montoro.
Al 112 giunge la segnalazione di una lite in famiglia. Una pattuglia della locale Stazione viene quindi tempestivamente inviata all’abitazione indicata dove una donna, al culmine di una lite scaturita per dissidi familiari, con le forbici da cucina ha colpito ripetutamente l’ex marito in varie parti del corpo, tra cui il collo e il volto.
Prontamente soccorso, l’uomo è stato trasportato all’ospedale “Moscati” di Avellino per le lesioni da punta, fortunatamente non gravi.
Condotta in caserma, la donna è stata dichiarata in arresto, in attesa di comparire nella mattinata odierna dinnanzi al Giudice per essere giudicata con rito direttissimo.
La fede che vuole controllare la cultura: Salman Rushdie è stato aggredito a New York. La fatwā ha colpito?
Sir Ahmed Salman Rushdie è uno scrittore e saggista di origine indiana che dal 2016 ha cittadinanza statunitense e che deve la sua notorietà specialmente per un romanzo del 1988 : “Versetti satanici”.
Il libro, ritenuto blasfemo dall’allora leader politico e religioso dell’Iran Khomeini, procurò all’autore una fatwa, verdetto emesso da un’autorità religiosa e ritenuta vincolante per tutti i musulmani, cioè una sentenza di morte dello scrittore che, con i suoi versi, aveva offeso la religione islamica.
Già autore di altre opere letterarie come “I figli della mezzanotte”, opera che aveva vinto nel 1981 uno dei più importanti premi della letteratura in lingua inglese, il Booker Prize, con centinaia di copie vendute, Rushdie ha subito, nella mattinata di venerdì, un’aggressione durante un incontro pubblico al Chautauqua Institution, nella parte ovest di New York.
Il suo stile narrativo che riesce ad amalgamare mito, fantasia e realtà, definito come “realismo magico”, è riuscito, nell’opera “Versetti satanici”, ad ispirarsi alla vita del profeta islamico Maometto e più precisamente ad un racconto apocrifo e molto antico che riguarda la vita di Maometto. Nel racconto Maometto è ingannato dal diavolo che gli suggerisce un passo del Corano.
Ritenuta blasfema, la sua opera fu oggetto di condanna a morte dell’autore da parte delle autorità religiose islamiche, esse non accettarono che si potesse insultare la religione islamica ed il suo profeta.
L’Ayatollah Khomeini, guida suprema dell’Iran e di tutti i musulmani sciiti, emise la fatwachiedendo la morte, non solo di Rushdiem, ma anche degli editori del libro blasfemo con queste parole: “ Invito tutti i valorosi musulmani, ovunque si trovino nel mondo, ad ucciderli senza indugio, in modo che nessuno oserà d’ora in poi insultare le sacre credenze dei musulmani”.
Per la verità, già prima che il libro fosse pubblicato, si pensò che potesse essere oggetto di sospetto e che potesse creare controversie. Lo stesso Rushdie aveva inviato una copia del suo manoscritto ad un amico con un biglietto in cui diceva: “Vorrei che ci dessi un’occhiata perché potrebbe turbare qualche credente”.
Rushdie ipotizzò che ciò che avrebbe turbato parte del mondo islamico, potesse essere l’aneddoto che dava nome al libro, la storia dei “versi satanici”, riferendosi con essi, al racconto apocrifo dell’opera del diavolo.
In Occidente non fu subito chiaro a cosa si riferisse l’aneddoto relativo a Maometto, luoghi e personaggi erano stati modificati, Maometto era diventato Manhoud, la Mecca era chiamata Jaihilia, ma nel mondo islamico i riferimenti al personaggio ed al luogo della fede fu subito colto. Il libro fu pubblicato il 5 ottobre 1988, nove giorni più tardi il Parlamento indiano ne vietò l’importazione.
In realtà i famosi “Versetti satanici” sono un’escamotage per rivisitare l’islamismo, mentre il personaggio centrale si ispira a Maometto ed alla leggenda secondo cui alcuni versetti sarebbero stati da lui pronunciati come parte del Corano, per essere poi ritirati perché era stato il diavolo a suggerirli per ingannarlo, facendogli credere che fossero di origine divina.
“Realismo magico” nella tecnica della stesura del racconto dunque, visione realistica del mondo attraverso l’uso di elementi magici, quasi un confondere i confini tra realtà e fantasia. Tecnica letteraria che poco ha a che fare con i misteri della fede e della sua sacralità.
Eppure, fin dal 14 febbraio 1989, le oscure minacce di cui lo scrittore era stato vittima, costrinsero il Governo britannico ad assegnare una scorta allo scrittore che lo proteggesse nei continui spostamenti e lo costringesse a vivere in luoghi nascosti.
Inquietante il fatto che anche chi ebbe a che fare con l’opera incriminata subì conseguenze. Ettore Capriolo, traduttore italiano del libro, fu pugnalato, per fortuna non in modo grave, nella sua abitazione, Hitoshi Igarashi, traduttore giapponese di “Versetti satanici”, fu ucciso, William Nygaard, editore norvegese, fu ferito con colpi di arma da fuoco.
A distanza di 33 anni, ancora oggetto della fatwa, Rushdie viene ripetutamente accoltellato sul palco del Chautauqua Institution in questi giorni, durante una conferenza. Egli ha subito gravi danni ad un occhio, al braccio, all’addome ed è stato ferito al fegato.
Per fortuna, a distanza di due giorni, nonostante la gravità delle ferite, Rushdie è stato staccato dal respiratore e, probabilmente, è di nuovo in grado di parlare. La Casa Bianca ha condannato l’orribile gesto avvenuto in territorio americano e si adopera per individuarne il responsabile. Quest’ultimo pare essere un 24enne nato in New Jersey da genitori libanesi, tale Hadi Matar, ammiratore dell’Iran dei pasdaran e dei loro alleati Hezbollah.
Sacro e profano muovono dunque le loro ragioni sulla stesura di un libro e sulla pelle del suo autore. Se è vero come dice Durkheim, che il profano proviene da rappresentazioni individuali ed il sacro da rappresentazioni della collettività, noi ci chiediamo però: la collettività ha il diritto di ridurre al silenzio la sfera individuale? Può, in questo caso la fede, come espressione di una comunità, controllare e condannare la libera espressione personale?
Il fanatismo islamico e religioso in generale, ha il diritto di far tacere la scelta di credere o di non credere? Nello stesso tempo, ci chiediamo, la libera espressione del pensiero, ha il diritto di deridere i simboli di una fede? Domande importanti a cui ognuno darà risposta secondo coscienza.
Tuttavia condividere una condanna a morte nei confronti di chi la pensa diversamente da una comunità, a noi sembra follia che, in questo caso, può essere oggetto di fatwa.
Campania| “Uno sguardo di troppo”: due ventenni picchiati brutalmente
Tutto ha avuto origine per quello che gli stessi investigatori definiscono “uno sguardo di troppo”.
Due ventenni di Ottaviano sono stati picchiati brutalmente da quattro ragazzi, due non ancora maggiorenni, che nella mattinata di oggi sono stati bloccati dai carabinieri.
I più grandi sono ai domiciliari mentre un minore è stato collocato in comunità mentre per il secondo è stata disposta la permanenza in casa.
I fatti risalgono allo scorso 9 aprile e sono avvenuti davanti ad un bar di Ottaviano, alla presenza di molti avventori. Qui, dopo un iniziale screzio verbale dovuto al fatto che i due ventenni avrebbero “guardato” gli altri, dalle parole si è passati presto ai fatti. Le due vittime sono state colpite a pugni, calci e con un manganello telescopico. Con tanta violenza fino a causare ferite guaribili per uno dei giovani in 60 giorni ed in 10 per l’altro. Il primo, in particolare, ha riportato uno sfregio sul volto e l’indebolimento permanente della masticazione.
Due giorno dopo i fatti, l’11 aprile, i due ventenni hanno presentato denuncia e sono scattate le indagini. I militari della caserma di Ottaviano hanno visto le immagini di alcuni impianti di videosorveglianza, sentito alcuni testimoni, hanno ‘scavato’ nei telefoni cellulari degli indagati. Alla fine sono risaliti ai presunti aggressori: hanno 19 e 18 anni i maggiorenni; 17 e 15 i minori.
Ora devono rispondere, a vario titolo e in concorso tra loro, dei delitti di lesioni personali pluriaggravate e porto illegittimo di armi ed oggetti atti ad offendere, avendo inoltre agito in più persone riunite, armati e per futili motivi. (ANSA).
San Giorgio del Sannio, violenta lite tra due fratelli: intervengono Carabinieri e 118
Ha del surreale, o quasi, quanto avvenuto nel pomeriggio di oggi lungo il Viale Spinelli di San Giorgio del Sannio, dove è scoppiata una violenta lite tra due fratelli residenti nel comune sannita. Stando alle prime ricostruzioni, uno dei due avrebbe aggredito l’altro colpendolo con un spranga di ferro.
Intervenuti sul posto, i Carabinieri di Benevento hanno sentito i due, prendendone le rispettive generalità, senza rinvenire alcuna arma né altro; verosimilmente occultata prima del loro arrivo.
Richiesto l’intervento anche dei sanitari del 118 che hanno provveduto ad eseguire le verifiche e le cure del caso sul corpo del fratello che ha avuto la peggio, il quale ha riportato diverse contusione senza, però, che queste ne richiedessero il trasporto al pronto soccorso.
Asppe: “Aggressione ad agente di polizia penitenziaria nel carcere di Benevento”
“Ancora aggressioni al personale di polizia penitenziaria, questa volta un ristretto psichiatrico ha aggredito nella giornata di ieri un poliziotto penitenziario in servizio a Benevento, che è dovuto ricorrere all’ospedale con prognosi di cinque giorni”.
Lo rende noto Tommaso De Lia, vice segretario regionale del sindacato Asppe Campania, confederato CON.SI.PE. per il quale “I detenuti psichiatrici sono una vera e propria ‘piaga’ nel sistema penitenziario italiano, anche perché la gestione di questi necessiterebbe di una maggiore presenza di personale medico specializzato in psichiatria.
Purtroppo come spesso accade il tutto ricade sul poliziotto penitenziario in prima linea che assolve forzatamente a più ruoli, non avendone ne formazione, ne competenza e ne retribuzione”.
Per il De Lia “L’amministrazione penitenziaria sarebbe auspicabile che intervenisse con provvedimenti tangibili e risolutivi anche investendo la Politica, poiché non può il personale di Polizia Penitenziaria gestire intere sezioni detentive per rems con un solo addetto alla vigilanza”.
Secondo Luigi Castaldo, segretario regionale Asppe Campania “E’ bene ricordare a qualcuno che per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro nelle Rems, il decreto del 2012 che le ha previste prevede che per una struttura con 20 posti la dotazione di personale deve prevedere: 12 infermieri, 6 Oss, 2 medici psichiatri a tempo pieno con reperibilità notturna e festiva, 1 educatore o tecnico della riabilitazione.
Ed inoltre la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato da poco l’illegittima privazione della libertà conseguente al mancato trasferimento in una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (“REMS”) e la mancata somministrazione da parte delle autorità italiane dei trattamenti medico-sanitari richiesti dalla sua patologia psichiatrica”.
Avellino, giovane armato di coltello aggredisce alcuni coetanei
Armato di coltello, avrebbe aggredito alcuni suoi coetanei.
È accaduto nella tarda serata di ieri ad Avellino, nella centralissima via Mancini.
Ricevuta la segnalazione, una pattuglia della locale Stazione, già impegnata in quell’area in un normale servizio di perlustrazione e pronto intervento, individua il ragazzino che, prima dell’arrivo dei genitori, ha tentato di disfarsi del coltello a serramanico che aveva in tasca.
Prontamente recuperato dai militari, il coltello è stato sottoposto a sequestro e il minore (segnalato alla competente Autorità Giudiziaria per “porto di armi od oggetti atti ad offendere”) affidato ai genitori che sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino per il reato di “abbandono di minori o incapaci”.
Calciatore Avellino denudato dopo sconfitta, 3 ultras arrestati: il video
Dopo la sconfitta nei playoff di Serie C con il Foggia hanno costretto un calciatore dell’Avellino a spogliarsi e a consegnare loro la tuta ufficiale, in quanto ritenuto “indegno” di indossare materiale del club. Per questo motivo un 22enne e due 30enni, tutti appartenenti alla tifoseria organizzata dell’Avellino e già destinatari in passato di Daspo (uno tuttora in atto), sono stati posti agli arresti domiciliari dagli agenti della Digos in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale irpino. I tre sono indagati del delitto di rapina aggravata, in concorso con una donna allo stato non identificata.
I fatti risalgono alla sera del 4 maggio scorso, quando allo stadio Partenio Lombardi di Avellino si è svolto l’incontro di calcio tra Avellino e Foggia, terminato con la vittoria della squadra ospite e l’eliminazione degli irpini dai playoff di Serie C. Dopo un primo tentativo della tifoseria organizzata di raggiungere l’uscita dello stadio per contestare i calciatori, scongiurato dalla mediazione della Digos e dalla presenza delle forze dell’ordine, nel corso della serata la Polizia ha appreso di un’aggressione ai danni di un calciatore dell’Avellino, 23enne straniero, da parte di un gruppo di ultras.
Le indagini, che si sono servite della visione delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza presenti nel luogo in cui è avvenuta l’aggressione, hanno permesso di individuare quattro appartenenti al tifo organizzato che, insieme ad altri ancora da identificare, hanno deciso di organizzare una spedizione punitiva conclusa con la rapina della tuta sportiva con i colori della squadra di calcio dell’Avellino.
La vittima viaggiava alla guida della sua auto con un compagno di squadra quando è stato affiancato da un’auto con a bordo alcuni tifosi, alla quale si è unita un’altra proveniente dal senso opposto di marcia, che lo hanno costretto a fermarsi. Sono seguite fasi concitate con pesanti offese, minacce e violenze fisiche, all’esito delle quali gli ultras si sono impossessati della tuta indossata dal calciatore, che pertanto è rimasto pressoché nudo. Nell’ambito delle indagini è emerso inoltre che quella notte, in un altro luogo, anche un altro giocatore dell’Avellino era stato inseguito da una delle auto utilizzate da uno dei destinatari dell’ordinanza eseguita oggi. Nei confronti dei 4 soggetti identificati, la Procura di Avellino ha emesso un decreto di perquisizione locale e personale eseguito da personale Digos lo scorso 14 maggio.
Adnkronos
Aggredisce donna con mazza da baseball per rubargli portafogli e cellulare: sannita agli arresti domiciliare
Nel pomeriggio odierno, all’esito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, personale della Compagnia Carabinieri di Cerreto Sannita (BN) e della Stazione di San Salvatore Telesino ha dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta di questa Procura, che disponeva la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un soggetto residente in San Salvatore Telesino, indagato in concorso con altra persona, allo stato non identificata, di tentata rapina, lesioni personali aggravate, porto abusivo di oggetti atti ad offendere e danneggiamento ai danni di un suo coetaneo.
L’attività d’indagine scaturiva da una richiesta di intervento in seguito ad un’aggressione subita dalla persona offesa da parte di due giovani che, muniti di un bastone da “baseball”, la minacciavano, colpendola alla testa e cagionandole lesioni, nonchè ne danneggiavano l’autovettura parcheggiata nel cortile, frantumandone i vetri e la carrozzeria, allo scopo di costringerla a consegnare loro il portafogli ed il telefono cellulare, evento che non si verificava grazie alla presenza dei familiari della vittima che udivano le grida del figlio, mettendo così in fuga i due indagati.
Le indagini esperite nell’immediatezza dei fatti dai militari intervenuti, le dichiarazioni rese dalla persona offesa e dai testimoni hanno consentito di identificare l’odierno indagato che, al termine delle formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.
La misura oggi eseguita è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.
Carcere di Benevento, detenuto aggredisce due poliziotti penitenziari
“Stamane grave evento critico presso il carcere di Benevento, dove un detenuto straniero per futili motivi si è scagliato con violenza brutale contro due poliziotti penitenziari di turno che son dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso all’interno del penitenziario sannita”. Lo rende noto il segretario provinciale dell’ Osapp a Benevento Tommaso De Lia Tommaso che aggiunge: “è difficile contrastare questi eventi imprevedibili che destabilizzano l’ordine e la sicurezza all’interno del penitenziario, specie con i ristretti extracomunitari ed a pagarne le conseguenze è sempre il personale di Polizia Penitenziaria in prima linea, come quello di oggi, a cui va tutta la nostra vicinanza per quanto hanno subito”.
Per il segretario regionale Vincenzo Palmieri, “purtroppo pur se comprensibile il fine trattamentale della legge Torregiani, ma ad oggi la Politica non si è attivata a creare nuove strutture idonee a settorizzare e gestire i ristretti in funzione della pericolosità criminale, ciò a discapito della sicurezza di tutti. Pertanto l’Osapp sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria tra i più rappresentativi sul territorio auspica interventi risolutivi da parte della Politica finalizzati ad un freno di queste escalation di aggressioni che il Corpo di Polizia Penitenziaria subisce quotidianamente in molti istituti penitenziari della nazione”.
(ANSA)
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