L’ex allenatore del Benevento nel finale della stagione 2022-23, divenuto poi pedina importante nell’area scouting della Strega, ha lasciato i colori giallorossi per volare in Albania.
Andrea Agostinelli infatti, come riportato da Gianluca Di Marzio, ha firmato un contratto di un anno con opzione di rinnovo in caso di vittoria del campionato con il Flamurtari.
Il club rossonero, con sede nella città di Valona, milita attualmente nella Kategoria e Parë, la seconda divisione del campionato albanese. Quest’anno, dopo aver concluso la stagione al terzo posto, ha perso la finale play-off per 3-1 contro il Laci.
Foto: Screen DAZN
Benevento, la rivelazione dell’ex Agostinelli: “La Juventus mi aveva chiamato in segreto”
L’ex allenatore del Benevento, nel corso di una puntata di TV Play, ha rivelato di essere stato contattato in segreto dalla Juventus in passato, quando allenava la Ternana in Serie B.
Queste, quindi, le dichiarazioni di Andrea Agostinelli: “Mi chiamò la Juventus in segreto, prima di Lippi. Nella mia carriera da allenatore, molto molto lunga, ho allenato davvero dappertutto. Ho allenato all’estero, l’anno scorso ho terminato il campionato con il Benevento. Ci sono periodi in cui il nostro mestiere ha dei picchi altissimi. I primi anni ho vinto diversi campionati, ho fatto l’Interregionale, C2, C1, B e A. Ci sono dei momenti in cui non sai a chi dare resti, ti vuole quello e quell’altro.
Ricordo che mi chiamò la Juventus, all’epoca allenavo la Ternana in Serie B e andavo davvero bene con quella squadra. Mi chiamò in segreto la Juventus e, senza levare un allenamento, andai a Torino e tornai la mattina dopo. Mi dissero “Se non ritorna Marcello Lippi, potresti essere il prescelto perché puntiamo su allenatori giovani ed emergenti”. Questo fa parte del mio ricordo, ne parlavano tutti i giornali, poi arrivano anche i momenti in cui non ti chiama nessuno. Lo dico agli allenatori giovani, c’è tanto da digerire e se non ci riesci deve smettere di fare questo mestiere“.
Foto: Screen TikTok TVPlay
Benevento, Agostinelli: “A Picerno vittoria molto importante, la forza del gruppo è determinante”
L’ex allenatore del Benevento, oggi nell’organigramma della società giallorossa, è intervenuto nel corso della trasmissione OttoGol, in onda su OttoChannel.
Di seguito, quindi, l’analisi di Andrea Agostinelli sulla vittoria della Strega contro il Picerno e non solo:
SUL PAREGGIO CONTRO L’AUDACE CERIGNOLA: “Quando vai a vedere i numeri, il pari contro il Cerignola ci può stare. Le partite te le devi sudare, come è successo contro il Picerno. Dopo il pareggio contro il Cerignola la vittoria contro il Picerno è stata importantissima, anche per i risultati degli altri. L’importante è che non si passi dalla partita contro il Cerignola che porta critiche esagerate alla vittoria di Picerno in cui si dice che è già tutto fatto. Il pareggio contro il Cerignola conta poco, l’importante sono le parole del Mister che dice che la squadra è in crescita. Non bisogna fare voli fuori dal normale, il campionato di C sappiamo come è“.
SULL’IMPORTANZA DELLA FORZA DEL GRUPPO: “La forza del gruppo è determinante. Quando arrivi in corsa hai una rosa, probabilmente molto competitiva, ma hai bisogno di vederla. Se non sbaglio, Auteri ha detto che dopo un mese e mezzo ha le idee molto più chiare: ha provato e ha visto, l’idea se l’è fatta e probabilmente una certa scala nella sua testa c’è. Però ci vuole tempo per conoscere chi si ha davanti. Sarebbe stato assurdo non fare il turn-over quando c’erano tre partite in una settimana“.
SULL’INCISIVITA’ DEI CAMBI: “A volte fai dei cambi e la squadra reagisce ma il risultato non cambia, può succedere. Bisogna essere equilibrati, l’allenatore ragiona molto su questa valutazione altrimenti potrebbero farlo tutti”.
SU CARFORA: “E’ lui che deve farsi vedere in allenamento, l’allenatore allena il Benevento e non i singoli. Contro il Picerno è entrato perché, probabilmente, nella mente dell’allenatore è stato ritenuto pronto per entrare. Farei un altro discorso: qualcuno si dovrebbe chiedere perché l’anno scorso in Serie B ha giocato tanto anche da titolare. Con le sue prestazioni e con la sua intraprendenza, in una squadra amorfa e che non dava tanto a livello offensivo, spiccava. Quest’anno c’è invece una squadra, e magari quest’anno fa più fatica. Spero che Carfora, che è un ragazzo e che ovviamente non giocando si sarà sentito demoralizzato, si ricordi che nel calcio ti aiuti da solo perché non ti aiuterà nessuno“.
SUL SETTORE GIOVANILE GIALLOROSSO: “Rinforzare una squadra come quella del Benevento, pur facendo scouting, non è facile. Magari con altre società sarebbe più semplice, ma con il Benevento vedendo anche il settore giovanile diventa difficile“.
SULLE DECISIONI ARBITRALI: “Per me non c’era fallo di mano di Ciano sulla rete del possibile 1-1, se la porta avanti con il petto o con l’addome. La partita sarebbe cambiata eccome. Non voglio pensare che siano cose fatte appositamente, se veramente fosse così non saprei come si dovrebbe comportare il Presidente; spero, paradossalmente, che si tratti di incompetenza“.
SULLE TANTE PARTITE IN NOTTURNA: “Mi viene da dire che ci stiamo abituando a giocare in notturna, quindi alla fine non è più un problema. Il Benevento è una squadra importante e, di solito, la fascia più appetibile per le televisioni è quella notturna. Credo che il motivo sia soprattutto questo. Più che sulla fascia oraria, direi che il Benevento in questo trittico di partite ha avuto un giorno di riposo in meno…“.
SULLA LOTTA PROMOZIONE: “La Juve Stabia è la vera rivelazione in questo campionato e fino a questo momento ha perso punti contro Monterosi e Brindisi in casa. I punti cominciano a essere pesanti, più si va avanti e più la Juve Stabia avrà pressioni per paura di non farcela. Vedremo come si riprenderanno dopo la sconfitta contro il Catania. Meglio essere davanti e farsi inseguire che stare dietro e inseguire. Al di là di questi discorsi, comunque, il Benevento deve pensare partita dopo partita perché nessuna sarà semplice“.
Il Benevento si appresta a salutare un 2023 da dimenticare, che passerà alla storia come uno degli anni più fallimentari della società giallorossa, con l’augurio di vivere un 2024 da assoluto protagonista.
La Strega ha cominciato il 2023 in Serie B: dopo un girone d’andata al di sotto delle aspettative, i giallorossi a fine dicembre occupavano la quattordicesima posizione con 22 punti, a -4 dalla zona play-off e a +2 sulla zona play-out. In panchina, all’epoca (sembra una vita fa…), sedeva Fabio Cannavaro: il Campione del Mondo 2006 era arrivato all’ombra della Dormiente tra l’entusiasmo generale di una piazza che aveva mal digerito le prestazioni della squadra sotto la guida di Fabio Caserta ed era convinta che l’allenatore partenopeo, alla sua prima esperienza in Italia, potesse portare i giallorossi almeno a giocarsi la promozione in Serie A. Il 4 febbraio 2023, al termine di una sessione invernale di calciomercato non soddisfacente, arrivò l’esonero per l’ultimo Pallone d’Oro italiano, in concomitanza con quello del Direttore Sportivo Pasquale Foggia.
Il Presidente Oreste Vigorito, uomo solo al comando, affidò la squadra a un profilo d’esperienza quale Roberto Stellone. Nulla da fare, però, neanche per l’ex Frosinone, Palermo, Ascoli e Reggina: arrivato con il Benevento penultimo a 23 punti, il 10 aprile rassegnò le dimissioni da allenatore giallorosso dopo aver perso 3-1 in casa contro la Spal. Il tecnico romano lasciò la squadra sannita all’ultimo posto in classifica con 29 punti, a cinque lunghezze dalla zona play-out.
Si aprì dunque l’ennesimo capitolo della stagione 2022-23 della Strega: la missione impossibile della salvezza venne affidata ad Andrea Agostinelli, una delle pochissime note positive della scorsa annata insieme alla scoperta di Carfora (di cui, a oggi, sembrano essersi perse le tracce). Nonostante le voci su una possibile permanenza in Serie B pur arrivando terz’ultimo, il Benevento chiuderà il suo campionato cadetto in ultima posizione con 35 punti, tornando a disputare la Serie C a 7 anni dall’ultima volta.
L’estate, poi, è stata tesa e travagliata. A Marcello Carli, nuovo Direttore Tecnico giallorosso, è stato affidato l’arduo compito di ricostruire una squadra praticamente da zero. L’obiettivo era, in pochi mesi, di fare un repulisti generale tra i calciatori scontenti e negativi per l’ambiente giallorosso e di compiere l’impresa di far quadrare i conti societari risolvendo contratti che erano già onerosi per la Serie B, figuriamoci per la C. Missione parzialmente raggiunta, ci sentiamo di dire: hanno salutato giocatori che il loro tempo a Benevento lo avevano terminato, sono restati altri elementi che avrebbero ancora potuto dire la loro per la Strega che sarebbe stata e sono arrivati giocatori che avrebbero costituito un bel mix di qualità e carisma, di gioventù ed esperienza.
Sulla panchina sannita, nella prima parte della stagione 2023-24, si è seduto Matteo Andreoletti. Il tecnico bergamasco, il più giovane dei campionati professionistici italiani fino a metà dicembre (appena 34 anni), ha mostrato fin da subito tanta sicurezza e voglia di far bene. I giocatori però, nonostante un filotto di 12 risultati utili consecutivi in campionato dopo la sconfitta all’esordio contro la Turris, non hanno reso come avrebbero dovuto, ancora in preda probabilmente alla retrocessione di qualche mese prima che si respirava nell’ambiente. Nulla da fare: tra cambi modulo, infortuni e caso calcioscomesse (Pastina risulta tutt’ora escluso per scelta societaria), Mister Andreoletti non riesce a costruire la tanto agognata identità di squadra: il suo tempo nel Sannio, il 23 dicembre, giunge al termine.
Dopo l’esonero del tecnico bergamasco nel giorno dell’AntiViglia di Natale, a Santo Stefano arriva l’ufficialità del suo sostituto: Gaetano Auteri. Il tecnico di Floridia è tornato all’ombra della Dormiente a distanza di quasi 8 anni dalla stagione 2015-16 in cui, nonostante un avvio non eccellente, il Benevento vinse il girone C di Serie C conquistando la sua prima storica promozione in cadetteria. Sarà la prima volta da subentrante per l’esperto allenatore classe ’61, chiamato fin da subito a creare identità e spirito di gruppo in una squadra che non sta rendendo come ci si aspettava. Le qualità ci sono, come affermato da Auteri stesso nella conferenza stampa di presentazione, vanno solamente valorizzate. Nella finestra di mercato ormai alle porte il Direttore Carli sarà chiamato a completare la rivoluzione iniziata in estate: la sensazione, infatti, è che l’avventura giallorossa di alcuni giocatori sia ai titoli di coda e che, per ricominciare con lo spirito giusto, sia necessario che tutte le componenti remino nella stessa direzione.
L’augurio, ovviamente, è che il 2024 possa essere l’anno del Benevento. La Juve Stabia capolista dista 12 lunghezze, è vero, ma la stagione è ancora lunga e tutto può ancora accadere. I sogni posso avverarsi (ce lo hanno insegnato proprio gli uomini di Auteri 8 anni fa), gli obiettivi possono essere raggiunti: la determinazione e il coraggio, però, non devono venire mai meno, e tutti devono dare il proprio contributo per il bene della squadra.
L’ex allenatore del Benevento, oggi nell’organigramma della società giallorossa, è intervenuto nel corso della trasmissione OttoGol, in onda su OttoChannel.
Di seguito, quindi, l’analisi di Andrea Agostinelli sulla pareggio della Strega nel derby contro il Giugliano e non solo:
SUL PAREGGIO CONTRO IL GIUGLIANO: “Per i primi 20 minuti sembrava di vedere una squadra di Serie A contro una di Serie C. Con il gol e la facilità nel mettere sotto l’avversario può essere che i giocatori si siano rilassati, gli avversari se ne sono accorti e hanno fatto una seconda metà di primo tempo creando tante occasioni. E’ un’occasione persa, ma magari l’hai guadagnata con la parata del 95esimo. Nel campionato non ti regala nulla nessuno, il Benevento ha le doti per arrivare dove tutti sappiamo ma ci vuole anche pazienza perché non può andare tutto sempre nel verso giusto. Oggi non bisogna snobbare nessuno, e il Benevento non lo ha fatto. Il problema è stato durante la partita, ci sono stati momenti chiave in cui è stato troppo dietro dando un minimo di speranza al Giugliano. All’inizio non capivano contro chi stessero giocando, poi si sa che contro il Benevento giocano tutti la partita della vita perché sanno di non avere nulla da perdere. Lì devi colpire, quando sei in giornata come accaduto nei primi 15-20 minuti devi andarli ad ammazzare perché se rimetti in parità la situazione psicologica poi gli avversari vengono fuori“.
SU KARIC E IMPROTA: “Karic è stato assolutamente il migliore in campo, con lui poi anche giocare a tre a centrocampo. Quando si è spostato mediano davanti alla difesa ha costretto gli avversari a giocare in modo diverso. E’ giusto che Ciano non vada a correre dietro agli avversari perché non ha la qualità per farlo, Karic invece sì. Improta può fare ancora di più per le qualità che ha, ma ha fatto una buona partita“.
SUI CAMBI DI ANDREOLETTI: “Se avesse messo un difensore e avesse preso gol allora avremmo detto che si era difeso troppo e che non era andato a chiuderla. Dico invece che i tre che sono entrati sono entrati al di sotto delle loro possibilità, erano freschi e avrebbero dovuto dare un maggior aiuto alla squadra. Avrebbe potuto anche mettere Terranova a 10′ dalla fine sul 2-1, sarebbe stata una cosa comprensibile, ma ha avuto altre sensazioni. Oggi col senno del poi è più facile parlarne, ma mi sembra che dalla panchina il Benevento sia un gruppo sano. Gli errori si fanno, li fanno tutti gli allenatori: in questa partita c’è l’amaro in bocca, ma ci sta. L’importante è dare continuità“.
SULL’ABBONDANZA DELLA ROSA GIALLOROSSA: “Quando non ce l’hai dici come faccio a giocare, quindi sempre meglio avere abbondanza. L’allenatore deve fare delle scelte e magari ci deve pensare un po’ di più, questo è il suo mestiere. Ci sono cinque cambi, il che aiuta nella gestione“.
SU CIANO: “L’allenatore vede bene la gente che si impegna e non crea problemi, lui è un gran professionista nello spogliatoio. Se giochi con una punta hai bisogno di uno stoccatore che abbia nel piede il colpo vincente della partita, lo aspetti. Prima di fare uscire Ciano deve proprio andare male, ce ne sono pochi in giro come lui. Non è in forma attualmente, lo si vede. Tante volte l’allenatore sostituisce un giocatore meno decisivo anche se sta facendo un’ottima prestazione piuttosto che un giocatore che sta giocando male ma che ha nei piedi il colpo che ti può far vincere la partita. Ciano, però, deve capire che da lui ci si attende di più, credo lo sappia“.
SU CICIRETTI: “Sono convinto che se Andreoletti lo vede bene allora lo mette dentro. Andreoletti ha tante alternative quindi deve pensare al bene della squadra. Ciano non è in forma e può essere che venga messo in discussione già questa settimana, ma deve vedere bene anche l’alternativa. Bisogna vivere la settimana“.
SULLA CLASSIFICA: “Va capito se vuoi essere primo ora o a fine campionato. I valori verranno fuori col passare del tempo. La Virtus Francavilla contro il Benevento ha fatto una buona partita, ora è in fondo. Se tu alla prima di campionato avessi detto che alla tredicesima giornata il Benevento sarebbe stato a due punti dalla prima in classifica, io ci sarei stato alla luce della retrocessione. Il Benevento non ha ancora potuto mettere dentro tanti giocatori importanti, quindi ci sono margini di miglioramento e di crescita. La Casertana è una squadra di gamba, è pericolosa. La Juve Stabia è una sorpresa ma sta giocando davvero bene. Queste due, più Avellino e Benevento, sono le squadre più pericolose. Non sono d’accordo, però, sul fatto che l’Avellino sia più forte del Benevento: non si sono ancora visti giocatori importanti e Ciano non è ancora in condizione“.
Benevento, Agostinelli: “La squadra non molla mai ed è propositiva, manca qualcosa nei singoli”
L’ex allenatore del Benevento, oggi nell’organigramma della società giallorossa, è intervenuto nel corso della trasmissione OttoGol, in onda su OttoChannel.
Di seguito, quindi, l’analisi tattica di Andrea Agostinelli sulla Strega di Mister Andreoletti e non solo:
SUL MOMENTO DELLA SQUADRA: “C’è un dato di fatto, i numeri sono importanti: è una squadra che non molla mai, che riesce a recuperare le partite e a vincere alla fine. Se qualcuno pensa che il campionato di Serie C sia una mezza passeggiata è un errore, una squadra che retrocede deve entrare in una certa mentalità e ormai ci siamo. Questa squadra è cambiata totalmente rispetto all’anno scorso, serve tempo per un allenatore. Nelle difficoltà che ha avuto questa squadra sta facendo ottimi risultati, anche se c’è da migliorare. Mi piace, c’è qualità altrimenti non si recupererebbero delle partite così“.
SUL MESTIERE DELL’ALLENATORE: “Il mestiere dell’allenatore è fare delle scelte. Andreoletti, come tutti gli allenatori di questo mondo, deve fare delle scelte quindi può accontentare l’uno o l’altro ma senza precluderlo. Può sbagliare, deve scegliere e come tutti può sbagliare. L’importante è che lo faccia in autonomia. L’allenatore non ha mai antipatie verso qualcuno, deve scegliere in base a chi pensa possa rendere maggiormente. Meglio avere abbondanza: la scelta è un vantaggio per l’allenatore. Andreoletti è un bravissimo allenatore, è in una piazza importante ma se vuole arrivare a grandi livelli come ha potenzialità allora è costretto a scegliere. Non è un problema se un giorno sta fuori uno e uno l’altro. Quando un giocatore ti chiede perché non ha giocato, basterebbe dire: “perché credo che gli undici che ho mandato in campo inizialmente abbiano per me l’1% in più di poter vincere la partita”. Basta questo, non servono scusanti ma trasparenza e verità. Poi, ovviamente, ci sono le strategie per i cambi“.
SUL 3-5-2 A DISCAPITO DEL 4-3-3 INIZIALMENTE PREVISTO: “Quando ti accorgi che certi equilibri di squadra non possono essere mantenuti, è sintomo d’intelligenza cambiare modulo. Questa squadra, con la difesa a 3, gli dà più garanzie: quando viene attaccato si difende in 5 e quando attacca gli esterni sanno avanzare. Nel 3-5-2 come nel 4-3-3 conta il numero di giocatori che porta in area, in fase difensiva conviene evidentemente il 3-5-2 quindi va bene così. A volte è questione d’intelligenza: per portare il risultare a casa non interessa il cambio modulo o meno. Nel calcio è importante l’equilibrio, Andreoletti non è integralista“.
SU PASTINA: “Sono molto contento delle prestazioni e del comportamento in campo di Pastina. Le doti di Pastina, tecniche e atletiche, le hanno viste tutti anche lo scorso anno, ma doveva capire che l’attenzione, la concentrazione e il comportamento di un difensore in campo è non mollare neanche un secondo. Ora è determinato e concentrato, le doti le aveva già. Pastina potrebbe essere un uomo mercato di questo Benevento, può andare assolutamente in categorie superiori. Per qualità è un centrocampista aggiunto, peccava nell’atteggiamento e nella deconcentrazione in partita che non aveva sempre“.
SU CAPELLINI E TERRANOVA IN PANCHINA: “Menomale che c’è abbondanza. Terranova quando starà bene avrà le sue occasioni, farà le sue presenze. Capellini mi è sempre piaciuto, è un ragazzo pulito e di personalità. C’è abbondanza nella scelta dei tre difensori centrali. Ho elogiato Pastina, sono molto diretto e lo sanno tutti: terzo di sinistra è perfetto, poi che possa giocare centrale non è un problema. El Kaouakibi per me può giocare in primis quinto di centrocampo, lo ha sempre fatto, che poi possa giocare terzo di destra assolutamente sì“.
SU KUBICA: “Kubica in Polonia giocava come centrocampista, per me dovrebbe giocare nel centrocampo a tre. I numeri, però, dicono che si sa inserire alla grande in area di rigore. Questa è una caratteristica da sfruttare, come si è visto contro il Picerno di testa. Se dobbiamo identificare il trequartista di una squadra con quel giocatore tecnico che prende palla spalle alla porta, dribbla e calcia stiamo parlando in un altro giocatore; se invece stiamo parlando di un centrocampista moderno e offensivo che possa mordere il centrocampista-regista degli avversari allora ci siamo“.
SU BOLSIUS: “Il gol che ha fatto gli dà ancora più personalità e sicurezza. Il gol che ti dà tre punti, e che gol, è stato così decisivo che in questo momento lo fa volare in alto. Poteva essere penalizzato per le scelte, deluso, ma fa parte del gioco. Per l’allenatore non conta il gol, ma la prestazione. E’ difficile dimostrare qualcosa in 10 minuti, ma l’atteggiamento deve esserci sempre. Mi piace che sia un ragazzo che risponde con grande franchezza, sa che se la squadra continuerà a giocare con questo modulo allora lui giocherà con meno frequenza. E’ un giocatore a cui piace giocare dietro la punta sul centro-sinistra perché poi rientra con il destro“.
SU CIANO: “Il tiro che ha Ciano è da Serie A alta, per le sue qualità il livello è quello. Mi aspetto sempre il gol da lui, anche se non sta arrivando. Però non sta giocando male. Ciò che manca in questo momento sono i tiri in porta e i gol che chiudano la partita. Da chi? Ciano è uno di questi, magari in questo momento non succede. Aspetto Ciano. E’ nel singolo e nella condizione del singolo, più che nelle giocate e nel gioco, che il Benevento ha qualche problemino in avanti. Vedo una squadra sempre propositiva, il modulo non c’entra niente“.
SULLE PROSSIME PARTITE DELLA STREGA: “Ogni partita conta come la affronti, non solamente la caratura dell’avversario. Il Benevento può decidere nel bene e nel male, l’organico c’è. In Serie C non c’è una partita più semplice e una più difficile, vale anche per gli altri: si parte tutti alla pari, l’importante è la testa. Se l’allenatore è soddisfatto della propria squadra e non ci sono particolari problemi l’allenatore tende a confermare quello che gli è piaciuto. Lo sa Andreoletti, potrebbe confermare tutto in blocco o cambiare qualcosa. Hanno giocato sabato, giocheranno giovedì e poi lunedì: in 5 giorni, all’inizio della stagione, il giocatore recupera alla grande. La prestazione contro il Sorrento c’è stata, l’approccio alla partita è stato giusto: in avanti nella prestazione del singolo c’è da migliorare, come nella lucidità in manovra. Il Foggia teme il Benevento e il Benevento teme il Foggia, ma spero che mentalmente il Benevento temi anche il Monterosi“.
SULLA CLASSIFICA E SUGLI ORGANICI PIU’ FORTI: “La Juve Stabia è la vera rivelazione di questo inizio campionato, nessuno se lo sarebbe mai aspettato. E’ un campionato lungo: Benevento, Avellino, Catania e Crotone usciranno fuori. Gli organici più attrezzati li vedo in Avellino e Benevento. Alla fine del campionato vedremo, sì ci può essere la squadra rivelazione ma i valori verranno fuori e non posso pensare il contrario. Le squadre che incontrano il Benevento sanno che è la partita della vita per il blasone, ricordando che tre anni fa giocava con la Juventus a Torino“.
Benevento, Agostinelli: “Andreoletti non è un integralista e fa bene, il gruppo è la prima cosa da creare”
L’ex allenatore del Benevento, oggi presente nell’organigramma della società giallorossa, è intervenuto nel corso della trasmissione OttoGol, in onda su OttoChannel.
Di seguito, quindi, le parole di Andrea Agostinelli, una delle poche note liete della scorsa stagione culminata con la retrocessione:
SULLA VITTORIA CONTRO IL CROTONE: “Dobbiamo sempre tener conto che di fronte c’era il Crotone, che qualitativamente è di categoria superiore. Se ci metti la tua qualità e una pressione maggiore escono questo tipo di partite. Il Benevento ha vinto meritatamente contro una grande squadra, dimostrando che ci sei alla grande come gruppo e come singoli“.
SULLA FORZA DEL GRUPPO E SU MISTER ANDREOLETTI: “Il gruppo, in qualsiasi squadra, è la prima cosa da creare. Andreoletti ha una grande qualità: oltre alla metodologia, non è integralista e quando si è accorto che a 3 la squadra giocava meglio allora ha proseguito così. Non è detto che non ricambi, può cambiare. E’ un bravissimo allenatore, mi piace tanto, ora i risultati stanno arrivando e per adesso sta dimostrando le sue qualità“.
SULLE DIFFICOLTA’ DI TELLO: “Il problema di Tello è la prestazione, le qualità non le discuto e le conoscevo già da prima che arrivassi. E’ il giocatore in campo a decidere, i gol che fece l’anno scorso lo hanno portato a pensare più da attaccante che da centrocampista e infatti l’allenatore lo usa come tale. Deve migliorare sotto il profilo della prestazione, poi a fine anno si vedrà. Avrei sempre voluto avere Tello nella mia squadra per le sue caratteristiche, deve solo dimostrarlo“.
SUL CONCETTO DI ATTACCAMENTO ALLA MAGLIA: “La situazione è più semplice: c’è chi fa il sacrificio durante l’allenamento e dà il 110% e chi dà il 90%. Il singolo giocatore può anche giocare per sé stesso e dare il 110%, a quel punto automaticamente gioca per la maglia. Vedere la gioia per il gol dei giocatori che sono in panchina non è una cosa affatto scontata, ed è importantissima“.
SUL DERBY DI COPPA ITALIA SERIE C CONTRO IL GIUGLIANO: “Sicuramente farà qualche cambio, può succedere perché la rosa è competitiva e di qualità. Starà ai giocatori dimostrare come stanno, poi Andreoletti deciderà. Chi gioca deve dare il massimo, chi non gioca deve dimostrare di stare bene e di poter essere impiegato e Andreoletti, come ha affermato, lo nota“.
Benevento, Agostinelli: “Quando sono arrivato c’era pessimismo e devastazione, c’è stata una ripresa”
L’ex tecnico del Benevento, che resterà comunque all’interno della società giallorossa con un ruolo nell’area scouting, ha ricordato a Radio Marte il suo arrivo nel Sannio.
Queste, quindi, le parole di Andrea Agostinelli in merito alla sua breve ma intensa avventura con la Strega, culminata con la retrocessione di cui però è l’ultimo dei responsabili, riportate da napolimagazine.com:
“L’esperienza con il Benevento è stata un’esperienza nuova visto che la Campania l’ho girata quasi tutta. È stata un’esperienza forte, perché quando sono arrivato c’era un po’ di devastazione mentale e pessimismo. Forse sono riuscito a ridare speranza in certi momenti a questa squadra che se l’è giocata con tutti. C’è stata una ripresa sotto il profilo dei numeri e dei gol. Sono stato anche premiato dalla gente di Benevento, che ringrazio, come ringrazio anche il Presidente Vigorito che mi ha dato questa opportunità e mi ha fatto rimanere nell’organico della società“.
Vigorito su Agostinelli: “Chi lavora facendo il massimo non ha mai colpe”
Oreste Vigorito, nelle interviste concesse dopo l’evento al Benevento Club Oreste Vigorito, ha commentato anche il rendimento dell’ormai ex tecnico della Strega.
Queste, quindi, le dichiarazioni del Presidente del Benevento su Andrea Agostinelli:
“Chi lavora facendo il massimo di quello che può fare non ha mai colpe. Agostinelli è stato scelto perché, a parte che sarebbe stato difficile trovare un altro allenatore, lo conoscevo da circa trent’anni: l’ho visto da ragazzo e poi in età matura, e ho avuto modo di apprezzarlo come opinionista. Quando il vento diventa tempesta ci vogliono persone tranquille, lui è sempre stato molto equilibrato. Io preferisco portare gente che mi aiuta, non quelli che si mettono in braccio a me“.
Benevento, Agostinelli: “Ringrazio il Presidente, orgoglioso di aver conquistato la gente. Sul futuro…”
L’allenatore del Benevento, ormai prossimo all’addio alla Strega dopo le dichiarazioni del nuovo D.T. Marcello Carli e del Presidente Oreste Vigorito, ha voluto ringraziare società e tifosi.
Il tecnico giallorosso, però, ha parlato anche del suo futuro, in virtù delle parole del Patron e del Direttore Tecnico che gli avrebbero proposto un ruolo nell’area scouting.
Di seguito, quindi, le parole di Andrea Agostinelli, riportate da Ottopagine:
SUL RAPPORTO CON IL PRESIDENTE VIGORITO: “Vorrei ringraziare innanzitutto il Presidente per tutta la fiducia che mi ha dato. Ho trovato in lui una persona d’altri tempi e devo dire che di questa cosa mi sono letteralmente innamorato“.
SULLA STIMA DELLA PIAZZA E DEI TIFOSI: “Gli attestati di stima che ho ricevuto sono stati favolosi. La gente mi ha voluto bene e non posso che ringraziarli. E’ stato qualcosa di diverso da qualsiasi piazza in cui sono stato: aver conquistato così la gente mi dà tantissimo orgoglio“.
SUL SUO POSSIBILE FUTURO NELL’AREA SCOUTING: “Credo che sia un ruolo che posso fare. E sia chiaro lo farò con lo stesso entusiasmo che ho riversato nell’avventura da allenatore“.
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