Suicidio nel carcere di Benevento, Orlacchio (Radicali): “Le carceri stanno scoppiando”

Suicidio nel carcere di Benevento, Orlacchio (Radicali): “Le carceri stanno scoppiando”

Politica

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Stefano Orlacchio, Comitato Nazionale Radicali Italiani: “Ogni giorno ci troviamo costretti a commentare il macabro bollettino di un nuovo suicidio. Con quello di Benevento, siamo arrivati a 68 persone.

Si rischia di puntualizzare l’ovvio quando ripetiamo che le carceri stanno scoppiando, che le strutture sono fatiscenti e che le attività rieducative sono inesistenti, che il disagio psichico dilaga e che non si intravede all’orizzonte una seria e pragmatica riforma carceraria.

Il 10 agosto abbiamo visitato il carcere di Benevento. Come in gran parte degli istituti, abbiamo riscontrato una presenza di detenuti elevata e preoccupante, quasi il doppio della capienza prevista dalla legge. C’è una carenza di organico: mancano 50 agenti rispetto alla pianta organica, così come mancano funzionari.

Si assiste a una sistematica violazione dei diritti umani alla quale non ci abitueremo mai. Per questo motivo, abbiamo più volte denunciato il Ministro Nordio per tortura e rilanciamo le nostre proposte su indulto, amnistia e liberazione anticipata”.

Benevento, Mastella: “Suicidio in carcere lascia costernati, a breve avviso per il Garante”

Benevento, Mastella: “Suicidio in carcere lascia costernati, a breve avviso per il Garante”

AttualitàBenevento Città

“Il recente suicidio di un uomo di 62 anni nella Casa circondariale di Benevento, ottavo in Campania, è una notizia che lascia costernati.

Quando un detenuto si toglie la vita, lo Stato fallisce e il dettato costituzionale, che all’articolo 27 impone la funzione rieducativa della pena, viene tradito”, lo scrive in una nota il sindaco di Benevento Clemente Mastella.

“In attesa di soluzioni strutturali che mitighino il problema della condizione carceraria in Italia e che dipendono dall’autorità di Governo, il Comune di Benevento, a breve scadenza, emanerà l’avviso pubblico per la nomina del Garante comunale dei detenuti: una misura di civiltà che il Consiglio comunale, lo scorso 26 luglio, ha votato meritoriamente all’unanimità”, conclude il Sindaco di Benevento. 

Avellino, evasione lampo dal carcere: detenuto viene ripreso dopo poco

Avellino, evasione lampo dal carcere: detenuto viene ripreso dopo poco

CronacaDalla Regione
La polizia penitenziaria è riuscita a catturarlo due ore dopo, mentre stava dileguandosi con una bicicletta.

Evasione lampo, ieri sera, di un detenuto della Casa circondariale di Avellino. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del segretario della Campania Tiziana Guacci: Sono passate solo poche ore dalla giornata di follia trascorsa nella Casa Circondariale di Avellino che subito la struttura irpina torna al centro della cronaca.

Nella tarda serata di ieri, 15 agosto, un detenuto ubicato al reparto penale, ha eluso ogni controllo, e riuscendo a scavalcare il muro di cinta, è evaso ma è stato ripreso circa due ore dopo dagli uomini della polizia penitenziaria, mentre stava per dileguarsi con una bicicletta. Si tratterebbe dello stesso detenuto che in precedenza  è evaso per ben tre volte dal carcere di Salerno e, ripreso, è stato trasferito a Bellizzi Irpino”

. Guacci esterna “il pubblico ringraziamento del SAPPE ai poliziotti intervenuti che, come sempre, hanno dimostrato grande senso del dovere ed elevata professionalità. Ancora una volta il personale di polizia penitenziaria si è distinto dimostrando alta professionalità e senso del dovere, mentre assistiamo all’ennesimo episodio di disfunzionalità e cattiva organizzazione del carcere Irpino. Chiediamo per questo personale la giusta ricompensa.” 

 La sindacalista evidenzia infine che “di recente l’istituto Avellinese è stato interessato dall’ennesima ispezione Dipartimentale che, a quanto ci viene riferito, ha trovato una situazione disastrosa. Ed allora ci chiediamo, ancora una volta, cosa si aspetta ad adottare interventi concreti, urgenti e risolutivi. Il personale di polizia penitenziaria è stanco e si sente abbandonato, chi ha la responsabilità politica ed amministrativa deve capire che così non si può più andare avanti”.

Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE commenta: “Bravissimi i colleghi di Avellino, ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria della Nazione. Anche questa evasione lampo è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”, conclude il leader del SAPPE, per il quale “servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude Capece.

VIDEO – Aggressioni al carcere di Benevento, visita ispettiva di Rubano

VIDEO – Aggressioni al carcere di Benevento, visita ispettiva di Rubano

Politica

Visita ispettiva del deputato sannita, Francesco Maria Rubano, questa mattina presso la Casa Circondariale di Benevento. L’onorevole di Forza Italia ha voluto far sentire la propria vicinanza alla polizia penitenziaria dopo gli ultimi episodi di violenza avvenuti all’interno dell’Istituto Penitenziario di Capodimonte.

Rubano che ha incontrato il direttore della Casa Circondariale, Gianfranco Marcello, il quale però ha preferito non rilasciare dichiarazioni alla stampa.

Ascoltiamo le parole dell’onorevole Francesco Maria Rubano rilasciate ai microfoni di BeneventoNews24.it.

VIDEO – “Fermare i suicidi in carcere”: maratona oratoria dinanzi al Tribunale di Benevento

VIDEO – “Fermare i suicidi in carcere”: maratona oratoria dinanzi al Tribunale di Benevento

AttualitàBenevento Città

“Fermare i suicidi in carcere – Non c’è più tempo”, è il titolo della Maratona oratoria tenutasi questa mattina a Benevento, in via R. De Caro (di fronte al Palazzo di Giustizia) al fine di denunciare la drammatica condizione delle carceri italiane e del sistema della esecuzione della pena detentiva nel nostro Paese, alla luce dell’allarmante numero di suicidi verificatisi dall’inizio dell’anno negli istituti penitenziari (ad oggi, ben 44).

All’evento, organizzato dalla Camera Penale di Benevento, hanno preso parte anche il sindaco Mastella e il giudice Sergio Pezza, Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Benevento, oltre chiaramente ai rappresentati della Camera Penale, tra cui la presidente Simona Barbone e l’avv. Nico Salomone, Componente di giunta Camera penale Benevento e dell’Osservatorio nazionale carcere Unione camere penali.

Di seguito il servizio video con le interviste.

Benevento, evasione e lesioni personali: 32enne finisce in carcere

Benevento, evasione e lesioni personali: 32enne finisce in carcere

BeneventoCronaca

La  Polizia di Stato di Benevento ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa in data 18 giugno 2024 dalla Corte di Appello di Napoli – Sesta Sezione Penale, nei confronti di un trentaduenne pregiudicato di Benevento.

La misura scaturisce da accertamenti ed attività di indagine della locale Squadra Mobile, che hanno consentito di appurare una serie di gravi condotte dell’uomo nel periodo in cui era sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

In particolare, lo stesso si sarebbe reso responsabile nelle scorse settimane dei reati di evasione e lesioni personali, così violando le prescrizioni imposte con la misura in atto. Tali circostanze hanno dunque condotto la Corte di Appello di Napoli a revocare la misura degli arresti domiciliari, ritenendola inadeguata al contegno manifestato dall’uomo, ed applicare quella più grave della custodia cautelare in carcere.

L’uomo pertanto, all’esito delle formalità di rito, è stato condotto presso la Casa Circondariale di Benevento.

Si rappresenta che le persone sottoposte alle indagini preliminari sono presunte innocenti fino a sentenza definitiva.Ev

Esce dal carcere e riprende con minacce e atti persecutori nei confronti dell’ex moglie: nei guai 46enne

Esce dal carcere e riprende con minacce e atti persecutori nei confronti dell’ex moglie: nei guai 46enne

BeneventoCronaca

All’esito di attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Benevento, nel pomeriggio del 20 maggio u.s., hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 46enne di Benevento gravemente indiziato del reato di atti persecutori.

Le indagini venivano avviate a seguito di una denuncia-querela sporta dalla persona offesa nello scorso mese di marzo, con la quale riferiva che l’ex marito, dopo essere stato scarcerato nell’ambito di diverso procedimento, iscritto per reati della stessa indole commessi sempre ai suoi danni e per il quale era stata emessa sentenza di condanna a seguito di patteggiamento, aveva ripreso a molestarla e a minacciarla con condotte reiterate, in modo da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia e paura, nonché ingenerandole un fondato timore per la propria incolumità.

Lo stesso Gip, nell’accogliere la richiesta del P.M., ha riconosciuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato, dispondendo la custodia inframuraria anche sulla scorta del fatto che, nel diverso procedimento penale, mentre l’indagato era sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa, aveva violato la misura e, oltre ad essere stato arrestato, aveva subito anche l’aggravamento della misura in atto, sostituita con la custodia cautelare in carcere.

Alla luce di quanto sopra il Tribunale di Benevento, accogliendo la richiesta della Procura, emetteva il provvedimento applicativo della misura della custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato, ritenendola la più idonea a salvaguardare l’incolunità della denunciante.

Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è allo stato imputato e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.

Campania: settimana di alta tensione nelle carceri di Salerno, Benevento, Avellino e Ariano Irpino

Campania: settimana di alta tensione nelle carceri di Salerno, Benevento, Avellino e Ariano Irpino

CronacaRegione

È allarme nelle carceri della Campania dove si registrano continui eventi critici, dopo la settimana intensa vissuta dagli uomini del Reparto di Polizia Penitenziaria in servizio in alcune strutture detentive della Regione, come sempre impegnati a 360° per il contrasto alle illegalità ed alle violenze. E quanto avvenuto ripropone l’allarme lanciato mesi fa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria circa la necessità di “intervenire nel “mondo carcere”, che merita un profondo rinnovamento di tecniche e formazione del personale, ma anche l’ausilio di strumenti moderni, di regole precise e rigorose, di strutture adeguate che sappiano essere al passo con l’evoluzione”, come spiega Tiziana Guacci, segretaria per la Campania del SAPPE.

Questo il resoconto che fornisce la sindacalista della settimana ‘di passione’ vissuta: “Nella Casa Circondariale di Salerno la popolazione detenuta ha messo in atto per tutta la settimana una protesta, rifiutandosi di rientrare nelle celle a causa delle inefficienze dell’assistenza sanitaria e del vitto avente prezzi non adeguati. A Benevento due detenuti, per futili motivi, hanno aggredito il personale di Polizia Penitenziaria, costringendoli a ricorrere alle cure del vicino ospedale. Nel carcere di Avelllino, poi, ieri è stato ritrovato nel locale adibito alla socialità del reparto Alta Sicurezza un ingente numero di telefoni cellulari. La cosa più preoccupante è la tipologia di detenuti, ossia quelli appartenenti al circuito Alta Sicurezza. Ormai i livelli di sicurezza del carcere irpino sono compromessi, soprattutto perché i detenuti di qualsiasi circuito non sono chiusi in deroga alle disposizioni dipartimentali. La grave carenza di organico soprattutto nel ruolo dei sottoufficiali provoca un senso di disorientamento nel personale di polizia penitenziaria con un grave aumento delle malattie”. Ultimo, ma non ultimo, la particolare situazione in atto presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino, in cui per tutta la settimana il personale di Polizia ha svolto turni massacranti, dalle 8 all’1 di notte, sacrificando in alcuni casi il riposo settimanale. Per questo, Guacci reitera “il grido di allarme del SAPPE sulla stabilità delle carceri regionali campane. Il sistema sembra essere saltato con evidenti ripercussioni sia sull’ordine e la sicurezza dei penitenziari sia sul benessere psico-fisico dei poliziotti. A fronte di questa inaccettabile situazione il Provveditore regionale della Campania, con sede a Napoli, non interviene con azioni risolutive ed aggrava la situazione con una gestione amministrativa del personale di polizia penitenziaria poco efficiente ed efficace, generando per tal via ulteriore malessere!”

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, auspica che “anche l’Amministrazione Penitenziaria adotti con urgenza gli opportuni provvedimenti per restituire sicurezza e serenità lavorativa al personale di Polizia Penitenziaria che fa servizio nelle carceri della Campania”, senza trascurare quella che è una richiesta storica del SAPPE: “dotare il personale del Corpo del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.

Carcere Ariano, detenuti si rifiutano di entrare in cella

Carcere Ariano, detenuti si rifiutano di entrare in cella

CronacaRegione

Giovedì ad alta tensione, nella Casa Circondariale di Ariano Irpino, dove nella giornata di giovedì i detenuti ristretti nella Seconda Sezione ex art. 32 si sono rifiutati di entrare in cella.

“Con non poca difficoltà solo nella tarda serata i poliziotti di Ariano Irpino, che ancora una volta hanno dimostrato grande professionalità e spirito di sacrificio, sono riusciti a ripristinare l’ordine e la sicurezza”, sottolinea il Segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Tiziana Guacci.

Il Sappe denuncia, per l’ennesima volta, la grave carenza di organico di Polizia Penitenziaria nell’istituto arianese. “L’organico previsto dal Decreto ministeriale 12 luglio 2023 prevede la presenza di n. 133 uomini e n. 5 donne nel ruolo agenti, attualmente la cd. forza operativa, ossia quella effettivamente disponibile, consta di sole 81 unità di cui 74 uomini e 7 donne con una differenza di ben 59 unità maschili in meno. Con ben 23 unità distaccate in uscita! Il personale di polizia penitenziaria è stanco e sfiduciato e costretto a svolgere turni massacranti”, denuncia la sindacalista. “Situazione acuita dalla mancata mobilità interna, che genera nel personale che lavora all’interno delle sezioni detentive un aumento dello stress lavorativo. E nonostante le numerose denunce al Provveditorato penitenziario della Regione Campania ad oggi nessuna risposta concreta è arrivata. Chiediamo ai vertici Dipartimentali di intervenire con immediatezza per risolvere la situazione di impasse in cui versano gli istituti campani”.

Pieno sostegno alla protesta della Polizia Penitenziaria di Ariano arriva da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Come Segreteria Generale del SAPPE ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché le giuste proteste delle colleghe e dei colleghi di Ariano Irpino e di tutta la Regione trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Auspichiamo che i vertici del DAP e del Provveditorato regionale penitenziario di Napoli intervengano con celerità e si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere.  Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”.

Airola, porta droga in carcere al figlio: fermata madre di detenuto

Airola, porta droga in carcere al figlio: fermata madre di detenuto

CronacaProvincia

Il cuore di una mamma, si sa, è infinito, forse anche troppo…La madre di un detenuto è stata infatti fermata e denunciata a piede libero nella giornata di ieri dalla Polizia Penitenziaria in servizio presso l’Istituto Penale per Minorenni di Airola, nel Beneventano.

A dare la notizia è Sabatino De Rosa, vicecoordinatore regionale per il settore minorile per la regione Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che spiega: “Ieri, durante lo svolgimento dei colloqui con i familiari, il personale di Polizia Penitenziaria assegnato al settore colloqui e preposto ai controlli sulle persone e i pacchi in ingresso, ha rinvenuto della sostanza stupefacente abilmente nascosta in un indumento. Il pacco in questione era stato depositato, per la consegna, dalla madre di un detenuto napoletano appena.  

Tutto ciò è stato possibile grazie al fiuto impeccabile della Polizia Penitenziaria che ha svolto come sempre il suo delicato compito con costanza e spirito di abnegazione”. Il sindacalista, a nome del SAPPE, “rivolge un plauso al personale di Airola, che con non poche difficoltà riesce a contrastare l’introduzione di droga e oggetti non consentiti all’interno degli istituti penitenziari pur non avendo una strumentazione tecnologica adeguata e una carenza di personale cronica” e, per tanto, auspica vengo loro riconosciuta una adeguata ricompensa ministeriale.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “il problema dell’ingresso della droga in carcere è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane. 

Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza. 

La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dunque dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento. 

Questa potrebbe essere la strada da seguire per togliere dal carcere i tossicodipendenti e limitare sempre di più l’ingresso di sostanze stupefacenti, unito ovviamente a tutte le attività di prevenzione, come l’utilizzo delle unità cinofile che sono anch’esse fondamentali nel contrasto dei tentativi illeciti e fraudolenti di ingresso e smercio di droghe in carcere”. 

“Va però sostenuto con forza e ribadito – sostiene infine Capece – che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il SAPPE, è più complessa e problematica di quello che si immagina”.

.