Benevento, grave trauma cranico: bimbo di un anno trasferito in elicottero al Santobono di Napoli

Benevento, grave trauma cranico: bimbo di un anno trasferito in elicottero al Santobono di Napoli

BeneventoCronaca

A causa di un grave trauma cranico, un bambino di appena un anno è stato trasferito d’urgenza in elicottero presso l’Ospedale Santobono di Napoli. Il piccolo era stato in un primo momento ricoverato al Fatebenefratelli e poi al San Pio. La sue condizioni hanno ora reso necessario il trasferimento d’urgenza presso il nosocomio partenopeo. Intanto, i Carabinieri hanno dato avvio alle indagini per chiarire come il bambino si sia procurato il trauma cranico.

Airola, violenta e riempie di botte una connazionale: ivoriano agli arresti domiciliari

Airola, violenta e riempie di botte una connazionale: ivoriano agli arresti domiciliari

CronacaProvincia
La pretesa sessuale avanzata durante tutto il tragitto veniva giustificata quale compenso per aver accompagnato la connazionale in macchina fino a Napoli.

Nella mattinata odierna, all’esito di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, la Stazione CC di Airola ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un trentunenne, residente a Benevento, originario della Costa d’Avorio, raggiunto da gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione dei delitti di violenza sessuale e lesioni aggravate in danno di una sua connazionale.

In particolare, l’attività investigativa svolta traeva origine dalla denuncia sporta dalla donna nell’immediatezza dei fatti, dopo essere stata soccorsa lungo la strada statale nei pressi di Airola da una passante, che l’aveva notata camminare sul ciglio della strada, a piedi nudi ed in evidente stato di agitazione. Non appena giunta presso gli uffici di polizia giudiziaria, la persona offesa riceveva i primi soccorsi dal personale del 118 contattato dalla p.g. operante, che accertava la presenza sul volto e sul collo della donna di alcune ferite da graffio, nonché la tumefazione dell’occhio e dello zigomo destro. La vittima riferiva che la violenza sessuale era stata perpetrata in suo danno dall’odierno arrestato mentre si trovavano in macchina di rientro da Napoli. La pretesa sessuale avanzata durante tutto il tragitto veniva giustificata quale compenso per aver accompagnato la connazionale in macchina fino a Napoli e, a fronte del fermo diniego opposto dalla vittima, l’indagato con violenza la costringeva a subire atti sessuali contro la sua volontà, impedendole altresì di gridare e richiedere aiuto, finché la stessa riusciva a sfuggire alla presa dell’aggressore e ad uscire dal veicolo, dandosi alla fuga.

Le attività di indagine, coordinate dalla Procura e avviate tempestivamente dal personale della Stazione CC di Airola a seguito della denuncia della persona offesa, hanno consentito di raggiungere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, in relazione al predetto episodio di violenza sessuale e di lesioni. In particolare, dopo aver sentito la vittima, si procedeva a raccogliere gli elementi necessari per l’identificazione dell’indagato e ad acquisire riscontri in merito al transito della autovettura sulla quale viaggiavano lo stesso e la persona offesa in luoghi ed orari compatibili con quanto riferito dalla vittima, previa analisi dei fotogrammi del sistema di videosorveglianza della Valle Caudina. Secondo l’ipotesi di accusa, condivisa dal gip in punto di gravità indiziaria, quanto denunciato trova puntuale conferma nelle fonti di prova dichiarative, documentali e nel referto di pronto soccorso, raccolte dalla p.g. operante all’esito di meticolose e tempestive indagini. La misura oggi eseguita è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.

Superbonus 110%, sequestro per circa 110 milioni di euro di crediti di imposta nei confronti di un Consorzio

Superbonus 110%, sequestro per circa 110 milioni di euro di crediti di imposta nei confronti di un Consorzio

CronacaRegione

NAPOLI.  Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza richiesto nella fase delle indagini preliminari dalla Procura della Repubblica di Napoli, riguardante circa 110 milioni di euro di crediti d’imposta relativi al c.d. “Superbonus 110%”, nei confronti di un Consorzio operante nel settore, nonché perquisizioni e sequestri nei confronti di altri soggetti che sarebbero, a vario titolo, coinvolti nell’attività delittuosa. In totale sono state eseguite attività di perquisizione e sequestro presso le residenze di 21 persone fisiche, le sedi di 3 enti/società nonché sequestri preventivi di crediti presso 16 soggetti (istituti finanziari, società e persone fisiche).

L’attività trae origine da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle Entrate – Divisione Contribuenti – Settore Contrasto Illeciti sulla spettanza del bonus in materia edilizia previsto dal Decreto “Rilancio” (D.L. 34/2020); si tratta come è noto di un beneficio fiscale riconosciuto nella misura del 110% dell’ammontare delle spese sostenute per la realizzazione di interventi di ristrutturazione edilizia, finalizzati a mettere in sicurezza gli immobili dal rischio sismico nonché migliorarne il rendimento energetico. Il beneficio riconosciuto dalla legge consiste nella detrazione fiscale, ovvero nella possibilità di utilizzare, ai sensi dell’art. 121 del Decreto “Rilancio”, un credito d’imposta pari al 110%, cedibile a terzi e quindi monetizzabile.

Sulla base delle risultanze dell’analisi dell’Agenzia delle Entrate, gli accertamenti delegati dall’Autorità Giudiziaria di Napoli al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria alla stessa sede avrebbero fatto emergere un sistema fraudolento così articolato:

  • il Consorzio, attraverso una rete di procacciatori, si sarebbe proposto nei confronti di privati cittadini interessati a effettuare i lavori rientranti nell’applicazione del superbonus, facendo stipulare loro dei contratti per “appalto lavori con cessione del credito d’imposta” e chiedendo la consegna della documentazione necessaria, salvo interrompere subito dopo i rapporti ovvero eseguire solo attività di carattere burocratico;
  • ricevuti i contratti, il Consorzio avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti dei privati committenti in cui si faceva riferimento a uno stato di avanzamento lavori per una percentuale non inferiore al 30% (percentuale minima richiesta per vantare la cessione del credito d’imposta);
  • solo a seguito di richiesta di informazioni da parte di alcuni Reparti del Corpo, i soggetti privati riscontravano nel loro cassetto fiscale la presenza delle suddette fatture, che sarebbero state emesse a fronte di lavori mai eseguiti, cui erano correlate successive cessioni di crediti a favore del Consorzio, precedute dalla comunicazione dei commercialisti che avrebbero apposto il visto di conformità;
  • le prescritte asseverazioni tecniche sui lavori svolti dal Consorzio, che sarebbero state rilasciate da professionisti abilitati, presentavano rilevanti anomalie, evidenziate dalla competente Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA);
  • il Consorzio, operando nei termini suddetti, avrebbe beneficiato di oltre 109 milioni di euro di crediti d’imposta, accumulati a partire dal mese di dicembre 2020, poi ceduti a intermediari finanziari, ottenendone la monetizzazione, per un importo di oltre 83 milioni di euro.

Al fine di contrastare ed arginare l’attività delittuosa sopra descritta, la Procura della Repubblica di Napoli sezione di criminalità economica ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare d’urgenza, eseguita con i correlati decreti di perquisizione e sequestro così da interrompere la circolazione dei crediti, individuare i responsabili e consentire agli ignari cittadini coinvolti di adottare iniziative legali a propria tutela. Le attività di polizia giudiziaria, eseguite nei confronti del Consorzio e dei relativi membri del consiglio di amministrazione, dei cessionari finali dei crediti, degli intermediari nonché dei professionisti che avrebbero rilasciato le asseverazioni o il visto di conformità, hanno interessato le regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto e sono state svolte anche con il contributo dei Reparti della Guardia di Finanza dislocati nelle rispettive sedi.

L’operazione condotta testimonia la costante attenzione dell’Autorità Giudiziaria, della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate sulla corretta destinazione delle risorse pubbliche messe a disposizione della collettività per mitigare gli effetti negativi della pandemia in corso e favorire la ripresa dell’economia e l’ammodernamento del Paese. Il presente comunicato stampa è stato rilasciato a seguito di specifica delega/nulla osta della competente Autorità Giudiziaria.

Associazione per delinquere, truffa aggravata e altri reati: misure cautelari per imprenditori e professionisti

Associazione per delinquere, truffa aggravata e altri reati: misure cautelari per imprenditori e professionisti

CronacaProvincia

Nella tarda serata di ieri, personale della Questura e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Benevento ha eseguito cinque misure cautelari personali, disposte dal Tribunale del Riesame di Napoli, nei confronti di tre imprenditori e due professionisti in relazione ai delitti di associazione per delinquere (416 c.p.), trasferimento fraudolento di beni (512 bis), truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (640 bis), dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (3 D.Lgs. n. 74/00), indebita compensazione (10 quater D. Lgs. 74/00).

Il provvedimento restrittivo si inserisce nella articolata indagine, coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Benevento, nell’ambito della quale già nel mese di luglio 2020, era stata applicata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del ritenuto, allo stato degli atti delle indagini preliminari,  capo dell’organizzazione, nonché un decreto di sequestro preventivo di 7 società, comprensivo degli asset aziendali, di beni strumentali, di beni mobili e immobili alle stesse intestate, in relazione alle richiamate condotte delittuose, oltre ad un ulteriore decreto di sequestro preventivo, nel marzo 2021, di  beni mobili, depositi di c/c, quote azionarie, nei confronti delle persone giuridiche e fisiche coinvolte nelle indagini, per il complessivo importo di 773.621 euro.

Il GIP  aveva respinto, invece,  la richiesta di  misure cautelari personali avanzata alla fine del 2020 nei confronti di coloro che venivano ritenuti dal PM raggiunti da gravi indizi quali partecipi dell’associazione e di un concorrente in due reati scopo; in seguito all’appello del PM, le richieste erano state accolte dal Riesame di Napoli nei confronti di sei indagati per i quali erano state emesse misure cautelari divenute esecutive per cinque di essi dopo il rigetto da parte della Suprema Corte di Cassazione  dei ricorsi presentati dagli indagati, diversamente per il sesto che non ha proposto ricorso.

Il Tribunale del Riesame di Napoli ha riconosciuto la sussistenza della gravità indiziaria e l’attualità delle esigenze cautelari a carico degli indagati – due professionisti avellinesi, un imprenditore residente a Prato e due ritenuti prestanomi beneventani –  applicando la misura degli arresti domiciliari nei confronti dei primi tre e quella dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria a carico degli ultimi due in ordine ai reati di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (640 bis), dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (3 D.Lgs. n. 74/00), indebita compensazione (10 quater D. Lgs. 74/00).

Ha altresì applicato la misura degli arresti domiciliari a carico di un imprenditore padovano, residente in Svizzera per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (640 bis).

Le indagini hanno consentito di acquisire gravi indizi in ordine ad una operazione sistematica di intestazione fittizia di società, beni immobili e mobili posta in essere da un cittadino di Montesarchio, già condannato anche per il reato di associazione camorristica, finalizzata ad eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

L’indagine aveva evidenziato a livello di gravità indiziaria  come gli interessi di quest’ultimo si fossero spostati verso un’attività criminosa più “raffinata” e redditizia, finalizzando la gestione delle sue società all’arricchimento personale attraverso guadagni non dichiarati né tracciabili. I trasferimenti operati, ritiene l’ipotesi accusatoria avanzata nella fase delle indagini preliminari, accolta dal Riesame di Napoli, lungi dal costituire il frutto di genuine operazioni societarie e commerciali, hanno rappresentato solo lo schermo dietro il quale l’indagato, ritenuto capo dell’associazione, dopo lunga detenzione e successiva sottoposizione alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale, effettivo dominus delle aziende materialmente gestite, ha tentato di porre al riparo le sue imprese e i suoi beni, immobili e mobili, dai rischi di una possibile confisca di prevenzione, potendo a tal fine confidare sulla compiacente collaborazione prestata da diversi soggetti, appartenenti alla sua cerchia familiare, amicale o lavorativa.

Le condotte sono state poste in essere attraverso operazioni societarie e finanziarie, realizzate anche grazie all’apporto dei due professionisti avellinesi, afferenti la gestione di molteplici società, la maggior parte delle quali riconducibili al principale indagato ed – in concreto – non operative ma utilizzate precipuamente per finalità elusive o per la fittizia assunzione di personale. I gravi indizi del contributo dei soggetti nel contesto associativo hanno trovato conferma allorquando, in sede di esecuzione di provvedimenti cautelari nel luglio del 2020, è stata rinvenuta presso il loro studio la somma in contanti di oltre 937mila euro.   

Colpito dalla misura degli arresti domiciliari è stato altresì colui che è ritenuto uomo di fiducia del capo dell’associazione, personaggio di rilievo in seno al sodalizio criminoso, imprenditore residente a Prato ma di origine beneventana, deputato all’esecuzione delle direttive impartite dal capo  nella gestione operativa e commerciale delle società a lui riconducibili, occupandosi di questioni relative ai dipendenti grazie ai sui rapporti diretti con i consulenti del lavoro.

Mentre gli altri due, raggiunti da gravità indiziaria in ordine alla loro partecipazione alla compagnia associativa, in posizione subordinata, quali prestanomi asserviti al dominus, preposti all’esecuzione delle disposizioni dell’imprenditore arrestato di Prato, secondo tempi e modalità dallo stesso dettate, sono stati colpiti dalla misura più gradata dell’obbligo di presentazione alla P.g..  

L’altro imprenditore destinatario di misura cautelare, residente in Svizzera ma rintracciato in provincia di Treviso, emerge nell’ambito di trattative di trasformazione in RSA e vendita di una struttura alberghiera ubicata ad Apollosa e riconducibile al ritenuto capo dell’associazione, di cui si è detto, ponendosi quale intermediario tra quest’ultimo ed i potenziali acquirenti e/o soggetti interessati all’operazione di trasformazione. 

Lo stesso, inoltre, si ritiene che sia intervenuto per far partecipare imprese riconducibili all’indagato in bandi di finanziamenti pubblici, aventi ad oggetto l’acquisto di macchinari innovativi, in maniera da replicare il meccanismo fraudolento di indebita percezione di contributi già utilizzato in precedenti operazioni in cui erano state coinvolte altre società sempre riconducibili al sodalizio criminale investigato.  Il Tribunale del Riesame ha ritenuto, oltre ai gravi indizi di colpevolezza, anche la sussistenza delle esigenze cautelari nei confronti degli indagati rilevando che sono state acquisite plurime fonti di prova “significative della concreta disponibilità del sodalizio di ingenti liquidità monetarie e di canali di occultamento e reimpiego, su cui il sequestro delle società e la nomina degli amministratori giudiziari si rilevano, sul piano cautelare, del tutto ininfluenti”.

Don Nicola, il Riesame respinge il ricorso: il sacerdote dovrà restare in carcere

Don Nicola, il Riesame respinge il ricorso: il sacerdote dovrà restare in carcere

BeneventoCronaca

Dovrà restare in carcere Don Nicola De Blasio, l’ex parroco d San Modesto indagato per detenzione di materiale pedopornografico. Così ha deciso il Tribunale del Riesame di Napoli che ha, dunque, rigettato il ricorso presentato dai legali del sacerdote, Avv. Massimiliano Cornacchione e Avv. Vincenzo Sguera, contro l’ordinanza emessa lo scorso 23 novembre dal Gip di Napoli che aveva determinato il trasferimento nell’istituto penitenziario dell’indagato, sino a quel momento sottoposto agli arresti domiciliari.

Si ricorderà, difatti, che il parroco è agli arresti dallo scorso 3 novembre, quando a seguito di una perquisizione domiciliare furono rinvenuti all’interno del suo pc alcuni file contenenti foto e video di natura pedopornografica. Il tutto stimolato dalle indagini della procura di Torino.

Il sacerdote si era giustificato facendo riferimento a un’indagine da lui avviata sul fenomeno della pedopornografia nel mondo ecclesiastico, poi interrotta resosi conto dell’illegalità della sua condotta. Il prete, inoltre, aggiunse che tali circostanze erano temporalmente riferibili al 2015/16 e che da allora non aveva più visionato e/o utilizzato quei file.

Tesi confermata anche nel successivo interrogatorio di garanzia ma che ad oggi non trova riscontri fattuali, che la difesa ritiene, però, di poter rinvenire con la perizia informatica con la quale si dovrà dare sostanza alla versione dell’ex direttore della Caritas, il quale dovrà rispondere anche dell’ipotesi di diffusione del suddetto materiale in quanto la sua utenza wi-fi è stata rintracciata nel corso di un tracciamento di una chat adibita alla condivisione di materiale. Accuse sempre respinte dal parroco, che sostiene di non aver mai partecipato a nessuna chat del genere e che imputa tale rinvenimento alla circostanza che la sua Wi-fi è aperta e quindi, potenzialmente, utilizzabile da chicchessia.

“La storia di una promessa”, martedì la presentazione del libro di Gianpaolo Imbriani

“La storia di una promessa”, martedì la presentazione del libro di Gianpaolo Imbriani

Eventi

“La storia di una promessa” è il libro di Gianpaolo Imbriani in uscita dal 7 dicembre sulle piattaforme Amazon in formato ebook e cartaceo.

Un volume di circa 300 pagine in cui l’autore ripercorre il viaggio intrapreso dopo la prematura scomparsa del fratello, l’ex calciatore Carmelo Imbriani. Un racconto autentico diviso in tre parti: la prima, immediatamente dopo la scoperta della malattia e durante la stessa, la seconda, che coincide con la dipartita di Carmelo e la fase iniziale vissuta senza il fratello, e infine la terza, una sorta di diario di viaggio in giro per il mondo.

Un cammino che lo ha visto attraversare il pianeta per diffondere la storia dell’uomo e del calciatore Imbriani, e tener fede ad una promessa a lui fatta in una stanza d’ospedale.

È il 15 febbraio 2013 quando Carmelo Imbriani, ex calciatore di Serie A, perde la vita a soli 37 anni a causa di un linfoma. Da quel giorno Gianpaolo inizia un viaggio che lo ha visto percorrere 374.970 km attraversando 107 Paesi in autostop e confidando nella generosità delle persone che gli offrivano ospitalità.

Un’impresa straordinaria realizzata in solitaria ma che metaforicamente racconta il viaggio di due fratelli che girano il mondo l’uno abbracciato all’altro

“La storia di una promessa” verrà presentato il 7 dicembre a Benevento e il 17 dicembre in Sardegna, rispettivamente terra d’origine e d’adozione dell’autore.

A Benevento martedì 7 dicembre ci saranno due momenti.

In mattinata, alle ore 12.15, presso la sala consiliare del Comune di Benevento a Palazzo Mosti, previsto l’incontro dell’autore con la stampa.

Saluto iniziale affidato al consigliere delegato allo Sport Vincenzo Lauro. Interverranno gli ex compagni di squadra di Carmelo, Pino Taglialatela e Piergraziano Gori, il presidente del Benevento Calcio, Oreste Vigorito e il sindaco della città Clemente Mastella. Introduce e modera il giornalista Luigi Trusio.

Nel pomeriggio, alle ore 18.00, sotto il murales dedicato a Carmelo Imbriani in via Massimo D’Azeglio, il libro verrà presentato ai tifosi alla presenza dell’autore e con l’ausilio di proiezioni: un doveroso omaggio di Gianpaolo alla Curva Sud Benevento per ringraziarla del prezioso supporto che non gli ha mai fatto mancare.

L’appuntamento in Sardegna è fissato per il 17 dicembre presso la sede del museo delle maschere Mediterranee di Mamoiada (Nuoro).

Seguirà tour promozionale del libro in tutta Italia. Il sogno di Giampaolo è di vedere realizzato un campo da calcio intitolato a Carmelo Imbriani in ciascuno dei cinque continenti. Per il momento siamo a due: Benevento e Itigi (Tanzania). Si lavora per costruirne un terzo in Argentina.

Il libro sarà disponibile sulle piattaforme Amazon
(LINK) in formato ebook e cartaceo da martedì 7 dicembre.

Tutti i dettagli su www.imbrianinonmollare.it e sui principali canali social di Imbriani non mollare.

Sequestro di persona e rapina, un 30enne e un 41enne in carcere per espiare la pena residua

Sequestro di persona e rapina, un 30enne e un 41enne in carcere per espiare la pena residua

CronacaDalla Regione

AVELLINO. I carabinieri della Compagnia di Sant’Angelo dei Lombardi hanno tratto in arresto un 30enne e un 41enne, colpiti da un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica di Macerata. È accaduto nella serata di ieri a Sant’Angelo dei Lombardi: i due, entrambi di Napoli, sono stati sottoposti a controllo da una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile, impegnata in un normale servizio perlustrativo finalizzato alla verifica del rispetto delle misure imposte per il contenimento della diffusione del Covid-19 ed alla prevenzione dei reati in genere. Dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati alla Casa di Reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi, dovendo il trentenne espiare la pena di 3 anni e 10 mesi e il quarantunenne 5 anni e 4 mesi di reclusione per concorso nei reati di sequestro di persona e rapina.

Frode fiscale internazionale per 12 milioni di euro: coinvolti anche due professionisti sanniti

Frode fiscale internazionale per 12 milioni di euro: coinvolti anche due professionisti sanniti

BeneventoCronaca

La Guardia di Finanza di Salerno ha notificato un avviso di conclusione delle indagini a sette soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di una frode fiscale transnazionale dal valore di circa 12 milioni di euro.

Gli accertamenti della Fiamme Gialle della Compagnia di Agropoli hanno interessato inizialmente il titolare di una società di commercio all’ingrosso di eco-combustibile, un uomo senza alcuna esperienza manageriale che, già dai preliminari riscontri, si è rivelato un mero prestanome.

Come ricostruito dai Finanzieri nel corso delle investigazioni, la ditta in questione era di fatto gestita da due professionisti di Paduli, che si avvalevano di tale “schermo” per effettuare gli acquisti di pellet da una fornitrice bulgara, in modo da rientrare nel regime di esenzione dell’IVA previsto per le operazioni intracomunitarie.

Ai medesimi soggetti (un commercialista e un consulente del lavoro, rappresentanti di altre due aziende) sono poi risultate riconducibili anche ulteriori tre imprese, intestate sempre a “teste di legno”. Tra i titolari fittizi, figura addirittura un pluri-pregiudicato napoletano che, nel periodo di attività della società formalmente amministrata, era recluso in carcere.

Si è in questo modo delineato il classico schema della cd. “frode carosello” che, nel caso di specie, si è sostanziato nell’utilizzo di quattro imprese “fantasma”, mediante le quali veniva fatto risultare, solo cartolarmente, l’acquisto del legname dall’estero e la successiva vendita ad altri soggetti compiacenti, residenti nel territorio dello Stato.

Grazie alle meticolose indagini anche di natura finanziaria e tecnica, nonché attraverso mirate perquisizioni, è stato scoperto che gli approvvigionamenti del prodotto avvenivano infatti direttamente dal Paese bulgaro, ad un costo decisamente inferiore alla media di mercato.

Giunta in Italia, la merce poteva essere infine rivenduta a prezzi concorrenziali, non avendo mai “scontato” il versamento dell’imposta (quantificata in complessivi 2,2 milioni di euro), il cui adempimento veniva in ogni caso addebitato alle società “cartiere”, create al solo scopo di emettere le fatture a favore dei clienti finali, omettendo del tutto l’assolvimento dei conseguenti obblighi IVA. 

Nel corso degli approfondimenti, è peraltro emerso che una di queste ultime (tecnicamente definite “missing traders”) aveva pure ricevuto circa 100 mila euro di contributi ccdd. “a fondo perduto” (aiuti stanziati dal Governo per il sostegno delle imprese gravemente colpite dalla crisi post-pandemica) in assenza degli specifici requisiti, sfruttando false dichiarazioni che attestavano un considerevole calo del fatturato determinato dalla situazione di emergenza sanitaria.

Le somme percepite erano state impiegate dagli indagati nell’acquisto dei beni più vari, tra cui un’auto di lusso, un calciobalilla, capi d’abbigliamento e prodotti elettronici. L’immediato intervento dei militari ha consentito di recuperare quasi interamente gli importi erogati, sottoponendo a sequestro un veicolo del valore di circa 20 mila euro e disponibilità finanziarie per circa 60 mila euro.

Covid, in Campania aumento positivi del 26,2% in 7 giorni. Benevento terza per nuovi casi

Covid, in Campania aumento positivi del 26,2% in 7 giorni. Benevento terza per nuovi casi

AttualitàDalla Regione

“In Campania nella settimana 10-16 novembre si registra una performance in peggioramento per i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti (221) e si evidenzia un aumento dei nuovi casi (26,2%) rispetto alla settimana precedente”. È quanto si legge nel consueto monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia da covid-19 della Fondazione Gimbe.
Sotto soglia di saturazione, si evidenzia, i posti letto in area medica (8,6%) e in terapia intensiva (3,8%) occupati da pazienti covid.

Questo l’elenco dei nuovi casi per 100.000 abitanti dell’ultima settimana suddivisi per provincia: Caserta 106; Napoli 102; Benevento 100; Salerno 85; Avellino 65

Covid, De Luca: “Niente distrazioni altrimenti sarà un’ecatombe. Natale? Dipende da…”

Covid, De Luca: “Niente distrazioni altrimenti sarà un’ecatombe. Natale? Dipende da…”

AttualitàDalla Regione

Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del giuramento di Ippocrate dei nuovi laureati in Medicina tenutosi questa mattina a Napoli, ha fatto il punto della situazione per quanto concerne l’emergenza Covid nella nostra Regione.

Dobbiamo completare la vaccinazione“, sottolinea il Governatore, che prosegue: “E’ tutto nelle nostre mani. Se vogliamo richiudere l’Italia mettiamoci a giocare con il Covid, se vogliamo portare l’Italia fuori dal tunnel dobbiamo completare la campagna di vaccinazione“. “La cosa è delicata – ha aggiunto – perché tra dicembre e gennaio noi avremo anche il picco dell’influenza. Se abbiamo un’ondata di influenzati noi avremo gli ospedali ingolfati, il che significa ovviamente che non potremo dare assistenza ad altri nostri concittadini che hanno altre patologie. Dunque il momento delicato, ma io sono fiducioso sinceramente. Non abbiamo avuto grandissime emergenze a Napoli e in Campania ma dobbiamo completare il ciclo di vaccinazioni“.

Sul prossimo Natale e sulle modalità con le quali potrà e/o dovrà essere festeggiato il Governatore precisa: “Se sarà un Natale ‘libero’ dipende dai nostri concittadini. Dobbiamo preoccuparci, ieri eravamo a 8.500 positivi
Dobbiamo ricordare che, quando parliamo di Covid, -prosegue De Luca, così come riportato da Adnkronos – non bisogna banalizzare. Ho la sensazione che molti guardino al Covid come a un’influenza e non è così. Abbiamo un’aggressione per le fasce più giovani, sotto i 15 anni. Credo sia un dovere di civiltà completare la campagna di vaccinazione. Non possiamo consentirci distrazioni perché altrimenti è un’ecatombe“.

Dobbiamo essere più rigorosi che in altre regioni – ha concluso De Luca – non a caso siamo l’unica regione che ha mantenuto l’obbligo della mascherina sempre. Sento alcuni che guardano a chi non si vaccina e dicono che bisogna fare un lavoro di persuasione. Una bella espressione, ma chi deve decidere nelle istituzioni questo non ce l’ha. Due mesi prima o dopo significano la differenza fra la salvezza di una regione e l’ecatombe“.