Riparte da Capodimonte la campagna di prevenzione oncologica dell’Asl Benevento

Riparte da Capodimonte la campagna di prevenzione oncologica dell’Asl Benevento

AttualitàBenevento Città

E’ ripartita questa mattina, da Capodimonte, la campagna per la prevenzione oncologica organizzata dall’Asl Benevento in collaborazione con la Regione Campania. Gli screening, gratuiti, hanno ad oggetto il tumore dell’utero, quello del colon retto e quello della mammella.

La campagna di prevenzione è rivolta a specifiche fasce di età: per quanto concerne lo screening del tumore del collo dell’utero è riferito alle donne di età compresa tra 25 e 64 anni che potranno effettuare il pap test; per la prevenzione del tumore della mammella potranno sottoporsi all’esame mammografico le donne che rientrano nella fascia d’età 50-69 anni; infine, il percorso di prevenzione del tumore del colon-retto è rivolto agli uomini e alle donne di età 50 – 74 che potranno ritirare il kit per il test del sangue occulto nelle feci.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Comunedi BENEVENTO REGIONECAMPNI AMPANIA LOGALE BENEVENTO CAMPAGNA DI PREVENZIONE ONCOLOGICA GRATUITA dalle ore 09.00 alle ore 18.00 04 Piazza BENEVENTO Aurelio APR Pulla (Rione Capodimonte) 05 Contrada BENEVENTO APR San Chirico 06 APR 07 APR BENEVENTO Piazzale Valentino Ferrara Ferrovia) BENEVENTO Addolorata (Rione Libertà) 03 BENEVENTO MAG Piazza Castello 1 PAP TEST da 25 64 anni 2 da MAMMOGRAFIA 69 anni 3 COLON RETTO KIT da 74 anni PRENOTAZIONE E INFO PRESSO IL COMUNE MI VOGLIO BENE"

Sono ben 17 le piazze dove le persone, che posseggono i requisiti di età anzidetti, possono effettuare gli esami e chiedere informazioni.

“La prevenzione è fondamentale – ha sottolineato il direttore generale, Gennaro Volpe –. Nella prima fase di questo screening, il 10% delle persone che hanno effettuato gli esami sono risultate a rischio e abbiamo dovuto monitorarle e sottoporre ad ulteriori accertamenti”.  

Di seguito tutte le prossime tappe:

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La cultura: veicolo per prevenire la violenza di genere. Coinvolgente partecipazione al convegno organizzato da Spazio@aperto

La cultura: veicolo per prevenire la violenza di genere. Coinvolgente partecipazione al convegno organizzato da Spazio@aperto

Cultura

BENEVENTO. Dall’analfabetismo emotivo alla violenza di genere, questo il titolo scelto dall’Associazione di promozione sociale Spazio@perto per un convegno sul tema della violenza di genere, in collaborazione con Unisannio, con la partecipazione del Coordinamento Nazionale Donne ACLI e con il patrocinio del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Benevento, del Rotary club Benevento e del Rotary Club V.T.

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Una vera e propria rete sociale per affrontare tematiche attualissime. Un incontro, che attraverso le parole degli autorevoli intervenuti, concretizza quanto sia necessario educare all’intelligenza emotiva. Allenarsi in questa abilità, essere più capaci in materia emotiva, significa soprattutto prevenire fenomeni come quello della violenza sulle donne.

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Riflessioni che devono coinvolgere non solo la sfera psicologica e giuridica ma anche quella comunicativa. Lo abbiamo sentito fin troppo, letto nei libri, abbiamo fatto corsi e annuiamo con la testa ogni volta che ci viene ricordato quanto sia importante avere una maggiore competenza e formazione in questa abilità per prevenire il fenomeno della violenza di genere. Eppure non sempre operiamo scelte linguistiche e comunicative giuste che siano espressione di equità e parità di genere. Di forte impatto comunicativo, invece, il cortometraggio “Se mi uccidi…poi a chi picchi?” con la partecipazione dell’attrice protagonista Rosalia Porcaro, del regista Corrado Ardone e del produttore Marzio Honorato, gli ultimi presenti in sala.

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Copiosa e sentita la partecipazione all’iniziativa presieduta da Annarita Del Donno nella suggestiva location dell’Auditorium di Sant’Agostino che se da un lato crea entusiasmo per la ripresa, seppur regolata da rigidi protocolli, di eventi collettivi di rilevanza culturale, sociale e giuridica, dall’altro ci induce a riflettere su quanto il Covid abbia aggravato fenomeni di violenza di genere.

Con l’insorgere dell’emergenza epidemiologica, i media e i servizi specializzati hanno fin da subito iniziato a parlare di un probabile futuro aumento dei casi di violenza contro le donne tra le mura domestiche a causa del maggior rischio dovuto al confinamento forzato (lockdown) e alle difficoltà per le vittime conviventi con il maltrattante a denunciare e rivolgersi ai servizi di supporto.

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Molte donne sono risultate maggiormente esposte, essendo costrette a lunghe permanenze in casa e diventando in misura maggiore economicamente dipendenti dai loro compagni con conseguenti maggiori difficoltà a sottrarsi alla violenza. Ugo Morelli, psicologo e scienziato cognitivo, ha carismaticamente evidenziato come le ragioni profonde del fenomeno della violenza di genere abbiano radici culturali. La cultura non è qualcosa di fisso e immutabile che deriva dalla Natura: essa piuttosto è un costrutto artificiale e sociale in continuo cambiamento. Pertanto ha concluso Morelli “se il fenomeno è culturale vuol dire che si può cambiare”.

Di seguito il cortometraggio “Se mi uccidi…a chi picchi?”, con la partecipazione dell’attrice protagonista Rosalia Porcaro, del regista Corrado Ardone e del produttore Marzio Honorato.