A seguito dell’inchiesta sugli appalti truccati in Provincia, che ha portato all’emissione di ben 8 arresti domiciliari e 10 misure interdittive dai pubblici uffici, Antonio Di Maria, Presidente della Provincia nonché Sindaco di Santa Croce del Sannio e l’ing. Michelantonio Panarese, Sindaco di Buonalbergo, sono stati raggiunti dal provvedimento di sospensione dalle cariche elettive, emesso nella giornata del 24 novembre dal Prefetto Dr. Carlo Torlontano.
Questo il testo integrale della nota:
Si informa che il Prefetto Dr. Carlo Torlontano, nella giornata del 24 novembre u.s., ha adottato, ai sensi dell’art. 11, comma 2, del Decreto Legislativo n. 235/2012, i provvedimenti di sospensione dalle cariche elettive, rispettivamente per il : rag. Antonio Di Maria, per i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti e per il Sindaco di Buonalbergo: ing. Michelantonio Panarese, per i reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, emissione di fatture per operazioni inesistenti e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Entrambi i suddetti Amministratori sono stati destinatari di ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, è intervenuto in merito al terremoto giudiziario che ha travolto la “Rocca”. Queste riportate di seguito le sue dichiarazioni in merito: “Come ex ministro della Giustizia ho sempre rispettato il ruolo e l’attività della magistratura sia inquirente che giudicante. Anche quando, come nel mio caso, era difficile accettare accuse che successivamente si sono rivelate assolutamente infondate. Ancora oggi rimane questa mia convinzione di rispetto e fiducia nell’attività della magistratura. Egualmente, però, voglio esprimere la mia vicinanza e solidarietà umana al presidente della Provincia Antonio Di Maria, che ritengo essere una persona perbene e che sono convinto riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli sono contestati. Allo stesso modo voglio esprimere vicinanza alla famiglia, ed in particolare alla figlia, perché conosco il dramma che stanno vivendo in questo delicato momento“.
“Purtroppo in vicende giudiziarie come questa -prosegue Mastella – occorre attendere troppo tempo, io ho atteso ben 11 anni, per spazzare via una sorta di contumacia morale, sghignazzamenti vari, sorrisini, brindisi a champagne, come avvenne nel mio caso in alcune sedi locali di partito. Il problema riguarda però la politica, che dovrebbe accelerare i tempi della giustizia, e il Parlamento, che vedo molto in ritardo ed inefficace rispetto alla risoluzione di questa importante problematica. Nonostante ciò, mi auguro che per Di Maria i tempi siano più rapidi e che la vicenda possa chiarirsi celermente, anche perché – è bene sottolinearlo – non risultano esserci state dazioni in danaro in suo favore“.
“Non posso, inoltre, esimermi dal rammaricarmi -sottolinea il primo cittadino – per il fatto che in queste ore ci sia stato qualcuno che abbia voluto attaccare il presidente Di Maria dimenticando, tra l’altro, che nella stessa vicenda sono coinvolti due esponenti autorevoli del Pd, uno agli arresti domiciliari e un altro indagato e non sottoposto a misure restrittive perché non svolge più le funzioni di un tempo. In situazioni come questa occorre dimostrare senso di responsabilità e pacatezza, come abbiamo fatto noi per la vicenda che ha riguardato il segretario provinciale del Pd Carmine Valentino. E, invece, siamo costretti ad assistere ad atteggiamenti scriteriati e poco garantisti da parte esponenti locali di Pd, Lega e Movimento 5 Stelle che, anziché badare alla trave nei propri occhi, fanno sciacallaggio politico. A noi è capitato un caso, a loro tanti casi. Da ultimi quelli che riguardano il sindaco di Reggio Calabria, che proprio in questi giorni è stato raggiunto da una decisione del tribunale ed è stato sospeso dalle sue funzioni, o quelli che riguardano i segretari amministrativi di Lega e Pd, Giulio Centemero e Francesco Bonifazi, e l’ex presidente Cinquestelle dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito, rinviati a giudizio di aver ricevuto tangenti nell’ambito dell’inchiesta legata alla realizzazione del nuovo stadio della Roma”.
“Da parte nostra non c’è stata esultanza per queste vicende, a differenza di qualche sciacallo politico locale, il cui atteggiamento francamente ritengo che sia moralmente inaccettabile, deprecabile e soprattutto disprezzabile”, conclude Mastella.