Benevento, solo pari al debutto nel Mondiale 2022 in Polonia-Messico per Kamil Glik

Benevento, solo pari al debutto nel Mondiale 2022 in Polonia-Messico per Kamil Glik

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Kamil Glik quest’oggi ha debuttato nel Mondiale di Qatar 2022 con la maglia della “sua” Polonia. I biancorossi hanno affrontato il Messico allo Stadio 974 di Doha, chiamato così perché costruito con 974 container che ne faciliteranno lo smantellamento al termine della manifestazione.

Il difensore centrale giallorosso ha disputato questo pomeriggio la sua 100esima partita con la nazionale polacca. Glik, inoltre, è il primo calciatore sotto contratto con il Benevento a disputare un Mondiale nella storia della Strega.

La Polonia, comunque, non è andata oltre lo 0-0 contro il Messico. Partita bloccata, con poche occasione da gol; da registrare, però, l’errore dagli undici metri di Robert Lewandoski, che si è lasciato ipnotizzare dall’esperto portiere messicano Ochoa. Kamil Glik ha giocato al centro della difesa biancorossa per tutto l’incontro, ed è stato autore di una prestazione solida e gagliarda.

Le due nazionali collezionano quindi un punto a testa nella prima partita disputata e si portano al secondo posto nel Girone C, alle spalle dell’Arabia Saudita che questa mattina ha inaspettatamente superato l’Argentina di Lionel Messi per 2-1. Glik scenderà nuovamente in campo con la Polonia tra quattro giorni, sabato 26 novembre, alle 14, per il secondo match proprio contro i sauditi.

Foto: Screenshot Rai 2

Inzaghi: “L’addio al Benevento non era stato sereno, poi abbiamo chiarito ed è sempre nel cuore”

Inzaghi: “L’addio al Benevento non era stato sereno, poi abbiamo chiarito ed è sempre nel cuore”

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Filippo Inzaghi, tecnico della Reggina, nel lunch-match di domenica affronterà il suo passato, quel Benevento con cui ha macinato record su record nella stagione 2019-20. Conquistata la promozione in A e nonostante un ottimo girone d’andata, nella seconda metà di campionato la Strega ha avuto un crollo prestazionale che ne ha poi sancito la retrocessione in B e l’addio dell’allenatore piacentino.

Ecco, dunque, la lunga intervista rilasciata da SuperPippo a La Gazzetta dello Sport, in cui ha ricordato il suo passato giallorosso e la sfida del Granillo:

SUL DOMINIO GIALLOROSSO NELLA STAGIONE 2019-20: “Forse allora non ci eravamo resi conto… A distanza di qualche anno s’è capito che dominare così in Serie B non è facilmente ripetibile. Noi e il Frosinone ci potremo divertire, ma le corazzate arrivano…“.

SULL’ADDIO AL BENEVENTO: “Non era stato un addio serenissimo, ma poi abbiamo chiarito. In A meritavamo di salvarci, sono successe cose che ci hanno innervosito, la retrocessione non è dipesa solo da noi. Ma il presidente Vigorito, dopo i miei genitori, è stata la prima persona a cui ho detto che sarei diventato papà. Rivedo il suo entusiasmo in Saladini, mio attuale proprietario. Ho sempre nel cuore Benevento e anche Venezia, dove due sabati fa sono stato accolto benissimo“.

SUL RAPPORTO CON CELLINO: “Quando vieni esonerato due volte in zona Serie A con una pec, senza una telefonata, violando una clausola, è ingiusto. Forse erano in imbarazzo anche lui e il d.s. Marroccu per questa decisione, non so. Restano i bei ricordi di squadra e tifosi, mio figlio è nato lì e ho casa lì. Peccato, si poteva costruire qualcosa, avevamo anche il record di vittorie esterne“.

SULL’ATTUALE RENDIMENTO DELLA REGGINA: “Se dico che me lo sarei aspettato sarei bugiardo. Quando a Formentera ho conosciuto Saladini mi è tornata la voglia di allenare. Dopo Brescia ero giù. Mi ha telefonato il presidente Cardona, poi mi ha cercato lui e tre ore dopo era da me a cena. Ha toccato le corde giuste anche con la mia compagna Angela. Ho chiesto un triennale perché questo deve essere l’anno zero, poi dovremo puntare ai playoff e infine vincere. Ora siamo lì, non ci esaltiamo: ci sono avversari fortissimi. Come si fa a dire che Genoa, Parma, Cagliari o anche Benevento non sono forti?“.

SUL REPARTO OFFENSIVO AMARANTO E SU MENEZ: “Santander è infortunato, ho Menez e punto su di lui. Siamo il miglior attacco perché portiamo tanti giocatori dentro l’area, ma andando avanti potremo usare due punte come a Venezia nella ripresa. Menez mi conosce, sa che la cosa più importante è il gruppo. Al Milan con me fece 16 gol, giocava come adesso da centravanti. Appena arrivato a Reggio l’ho tenuto 10 giorni a parte a correre. Poi si è messo a disposizione ed è stato impeccabile, è perfetto e i compagni riconoscono il suo valore. In B pochi ti fanno vincere da soli, forse solo Coda e Lapadula“.

SUL TALENTUOSO FABBIAN: “Bravo il nostro direttore Taibi a prenderlo. Il suo agente e Baccin dell’Inter hanno voluto che venisse qui perché con me le mezzali fanno gol. Io non lo conoscevo, Simone un pochino, ma dopo due giorni l’ho messo titolare in Coppa Italia con la Sampdoria e ha dimostrato di essere forte, al di là del quattro gol”. 

SULL’ENTUSIASMO DELLA CITTA’: “C’è un pubblico da A, con un entusiasmo da cavalcare, sapendo però che è facile cadere. Anche Saladini trascina, a volte sono io che devo calmarlo. Fino a pochi fa c’erano 25-26 gradi, ho una casa sul mare e spesso passeggio con Angela ed Edoardo sul lungomare. Qui si sta benissimo, avere i miei genitori lontani forse è l’unico dispiacere”.

SULLE SUE SCELTE: “Mi sono messo in testa alcune cose. Intanto ora ho la famiglia al primo posto. Poi penso al mio lavoro, vado dove non vengo preso in giro e posso lavorare come voglio. Senza campo sto male, certo, ma non voglio vivere un’altra brutta storia come Brescia“.

SUGLI ALTRI CAMPIONI DEL MONDO IN SERIE B: “La passione che avevamo nel 2006 è rimasta. Non siamo persone che allenano in B e dicono “ma chi me lo ha fatto fare”. Ci mettiamo tutto, sempre. La nostra chat funziona sempre, soprattutto per i compleanni perché Cannavaro li ricorda tutti: ultimo quello di Iaquinta. E poi serve per gli auguri a chi inizia una nuova avventura: è una chat emozionante, certe cose non cambiano”. 

SUL MONDIALE IN QATAR: “Senza l’Italia sembra che non ci sia il Mondiale. Però ripenso al 2006 e dico sì, lo abbiamo vinto veramente e nessuno ce lo toglie. Fa male non rivedere l’Italia, ma Mancini lavora bene per il futuro. Lo seguo poco, gli orari coincidono con i nostri allenamenti: quando si entrerà nel vivo sarà diverso. Il vero Mondiale si segue d’estate dalla spiaggia! Ho visto che qualcuno di noi del 2006 è là come Materazzi“.

SUL SECONDO FIGLIO: “Sarà una bimba: Emilia, arriva a marzo. Prima pensavo solo al mio lavoro, passione e dedizione mi distraevano da tutto. Poi quando arrivano i figli cambi e io oggi ho trovato un nuovo equilibrio“.

SULLE EMOZIONI IN PANCHINA: “Durante le partite sono ancora un po’ troppo agitato. Come professione mi sento più completo, è normale. Mi aggiorno tantissimo, ho uno staff di altissimo livello, faccio sempre le scelte che ritengo migliori e non voglio avere mai rimpianti“.

SUL RITORNO CON TAIBI: “Giocavamo insieme nel Piacenza, poi gli ho fatto un sacco di gol ma li ricorda più lui di me. Abbiamo un ottimo rapporto, è uno molto competente“.

SU UNA POSSIBILE SFIDA CONTRO IL FRATELLO: “Faremo un’amichevole con l’Inter sotto Natale. Ma prima, visto che lui rientra da Malta il 9, spero che almeno a Como l’11 riesca a venire…“.

Foto: Profilo Facebook Reggina 1914

Benevento, l’ex Evacuo: “Si può puntare ai play-off, spesso gli attaccanti riflettono il momento della squadra”

Benevento, l’ex Evacuo: “Si può puntare ai play-off, spesso gli attaccanti riflettono il momento della squadra”

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L’ex attaccante del Benevento ha commentato così la stagione della Strega ai microfoni di TMW Radio, parlando anche delle prestazioni di Fabio Cannavaro.

Questo, dunque, il commento di Felice Evacuo sulla stagione giallorossa e sul reparto offensivo:

SUGLI OBIETTIVI DEL BENEVENTO: “Il Benevento può puntare ai playoff, è una squadra costruita bene con molti giovani rispetto al passato”. 

SULL’ARRIVO DI CANAVARO: “Vigorito è una persona che sa leggere bene i comportamenti delle persone e credo che abbia visto in Cannavaro un tecnico che può portare in alto il Benevento”.

SULL’IDENTITA’ SOCIETARIA: “È un fattore determinante credo che l’assetto societario sia quello giusto e confido in grandi risultati

SUGLI INFORTUNI: “Il fatto che si giochi ripetutamente mette sotto stress i giocatori, ma credo più in generale che sia una problematica del calcio moderno”.

SUI POCHI GOL DEGLI ATTACCANTI: “Spesso gli attaccanti riflettono il momento della squadra. Quando le cose ricominceranno ad andare bene anche gli attaccanti troveranno i gol più facilmente.”

SULLA SFIDA CONTRO LA REGGINA: “Mi aspetto una partita aperta, credo che se la giocheranno nel miglior modo possibile. Il Benevento ha le carte giuste per puntare alla promozione

Benevento, Simy: “Sosta positiva e utile per lavorare al massimo, da ora in avanti ci sarà da divertirsi”

Benevento, Simy: “Sosta positiva e utile per lavorare al massimo, da ora in avanti ci sarà da divertirsi”

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L’attaccante del Benevento, ospite della trasmissione Ottogol, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’attuale condizione della compagine sannita.

Queste, dunque, le parole del numero 25 giallorosso Nwankwo Simy, tornato praticamente a disposizione di Fabio Cannavaro:

SULLA SUA CONDIZIONE: “La strada è quella giusta, manca poco. C’è stata una ricaduta che nessuno si aspettava, ma ora tutto va bene e mi sento bene e voglio mettermi a disposizione del Mister. Non so quanti minuti ho, ma sto bene“.

SUI POCHI GOL: “Sono momenti che ogni squadra ha. Piano piano usciremo anche da questa situazione difficile“.

SUL BENEVENTO: “La rosa del Benevento quest’anno è completa in tutti i reparti, ci sono giocatori forti in ogni reparto. Abbiamo carattere, abbiamo tutto. Dobbiamo lavorare, la squadra crescerà: lo garantisco al 100%. Siamo consapevoli della nostra forza e la tireremo fuori, non c’entriamo nulla con questa classifica“.

SUL GIOCO DI CANNAVARO: “Il Mister è molto pragmatico, propone un calcio molto semplice: essere aggressivi verso l’area avversaria, ed essere presenti in campo sia in casa che in trasferta“.

SUGLI INFORTUNATI: “I giocatori fuori sono tanti, poi magari c’è qualcuno come me che non ha fatto la preparazione e tutto cambia anche per il Mister. Stiamo recuperando tutti, i ragazzi hanno fatto davvero tantissimo lavoro in un momento difficile. Noi siamo stati sempre compatti, come una famiglia, soprattutto nei momenti difficili. Da qui in avanti ci sarà da divertirsi“.

SULLA PROMOZIONE NEL 2019-20 CON IL CROTONE: “Quell’anno avevamo una squadra forte in tutti i reparti, con un allenatore bravissimo che trasmetteva fiducia e consapevolezza. Giocavamo con umiltà, siamo arrivati secondi giocando un bel calcio mentre il Benevento ha ammazzato il campionato. Siamo stati forti, eravamo partiti male e ci siamo ripresi: non è mai facile“.

SULLA SOSTA: “La sosta è stata positiva, la squadra era alla terza partita con risultato positivo e magari sotto quel punto di vista non ci voleva. E’ stata però utile per lavorare, questa settimana abbiamo lavorato tantissimo. Garcia è un professionista, ci porta al limite ma ci fa stare bene, ci dice sempre che chi si allena al massimo sicuramente darà il massimo anche in partita. Noi lavoriamo sempre, approfittando di questo staff tecnico che è un lusso“.

SUL RIPOSO E SUGLI ALLENAMENTI: “La giornata libera è importante quanto l’allenamento. Dipende dalla gestione e dai momenti, magari c’è un momento in cui la squadra ha bisogno di pensare subito o altri momenti in cui la squadra sta bene e ha bisogno di allenarsi subito. Dipende dai momenti“.

SUL RUOLO DELL’ATTACCANTE: “Magari fai 45′ minuti che non tocchi palla ma poi la prima volta che la tocchi fai gol. L’attaccante ha bisogno di continuità, la fiducia viene attraverso i gol. L’importante è lavorare adesso e cercare di trovare continuità e fiducia. Ci sono momenti, come per la squadra: se la squadra sta bene è più facile anche per l’attaccante“.

SU FORTE E SULLA DOPPIA PUNTA: “L’atteggiamento di Forte non è mai cambiato, come approccia agli allenamenti e al lavoro. Non è scontato, non è facile avere la stessa voglia e lavorare con la stessa intensità quando le cose non vanno nel verso giusto. Se hai due attaccanti generosi ognuno lavora per l’altro, se invece un attaccante è egoista è difficile lavorare insieme. Noi attaccanti dobbiamo essere e giocare a disposizione della squadra, così diventa più facile per tutti. Non importa chi segna o i moduli, l’importante è vincere“.

SULLA SFIDA CONTRO LA REGGINA: “Siamo pronti per domenica, ora c’è da avere la continuità giusta perché è quella che ci è mancata. Il risultato delle ultime partite è stato positivo, la squadra ha portato punti a casa e la crescita è stata costante. Continueremo su questa strada, crescendo“.

Foto: Screenshot OttoChannel

Cannavaro: “Senza Italia è un Mondiale triste. Spero di rivedere Glik il più tardi possibile”

Cannavaro: “Senza Italia è un Mondiale triste. Spero di rivedere Glik il più tardi possibile”

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Il tecnico del Benevento, in un’intervista a Il Mattino, ha parlato del Mondiale in Qatar appena cominciato e dell’assenza dell’Italia da tale manifestazione.

Queste, dunque, le parole di Fabio Cannavaro e il suo pronostico per questo campionato del mondo:

SULL’ASSENZA DELL’ITALIA: “È un Mondiale amaro, triste, senza la nostra Nazionale, penso alle generazioni di bambini che hanno perso il rito di ritrovarsi a casa per vedere la partita dell’Italia. Il mio ricordo da piccolo è Zoff che alza la Coppa del mondo a Madrid, dopo la vittoria in finale con la Germania Ovest. Ci sono generazioni di bambini che non sanno cosa è un Mondiale. In tanti, magari, dopo la scuola, in questi giorni, si sarebbero dati appuntamento con la maglia azzurra e le bandiere per fare il tifo. Per un
calciatore, poi, è una cosa unica, non c’è nulla di paragonabile: rappresenti il tuo paese, se vinci sei campione del mondo. Campione del mondo. Solo a dirlo mi vengono i brividi per quello che siamo riusciti a fare nel 2006. Chi inizia a giocare nelle scuole calcio pensa al Mondiale, ad alzare quel trofeo che è il più piccolo di tutti, ma è il più pesante del pianeta. Abbiamo vinto l’Europeo ma accontentarsi è una cultura da piccoli, di chi si deve leccare le ferite e che finge che non c’è un problema. Nessuno sminuisce la portata di quel successo, ma essere spettatori a Doha è un disastro, una tristezza
“.

SULL’IMPORTANZA DEL MONDIALE IN QATAR: “Questo è un evento unico per loro. Il Qatar è il più piccolo dei paesi del Golfo ma da anni le sua politica sportiva ha puntato sugli investimenti stratosferici per gli impianti. Non solo quelli per il calcio. C’è un realtà futuristica, l’Aspire Academy, dove ci sono
decine e decine di campi di calcio. È un centro da far invidia a qualsiasi club d’Europa. E in ogni cosa che fanno, loro sono precisi, puntuali. Sono sicuro che sotto l’aspetto organizzativo sarà un Mondiale strepitoso e indimenticabile
“.

SUL TEMA DEI DIRITTI: “Perché sono i calciatori a dover prendere posizione? Dal 2010 si sa del Mondiale che si gioca lì, ce ne sono stati di momenti in cui i governi o le federazioni avrebbero potuto fare marcia indietro. Nessuno lo ha fatto ed è un compito della politica farlo non dei calciatori. E poi, mica solo il Mondiale di calcio hanno organizzato a Doha negli ultimi anni. I calciatori che stanno lì devono pensare a
giocare, a divertire la gente, a fare il loro dovere per lo show. Certo, nessuno di noi è indifferente alle violazioni dei diritti, ma forse ora è tardi per chiedere a chi va in campo, e che deve pensare solo a cosa fare con un pallone tra i piedi, di protestare e pretendere chissà quali gesti. Era un compito che spettava e spetta ad altri
“.

SUL DIVIETO DI BERE BIRRA: “Ma perché sorprendersi? Quando è stato scelto il Qatar, è stato scelto un Paese che ha delle regole. L’alcol è vietato. Chi va lì si abitui e rispetti questi divieti. Un tifoso non vola fino a Doha per bere una birra, può farne anche a meno per qualche giorno, non è la fine del mondo.
Bisogna rispettare le tradizioni del paese che ospita un evento sportivo
“.

SU MESSI E CRISTIANO RONALDO: “Messi è all’ultima chiamata. O adesso o non vincerà mai un
Mondiale. È lo stesso destino di Cristiano Ronaldo: è la sua ultima chance. E solo vincendo la Coppa del mondo capiranno che tutti gli altri trofei vinti fino ad adesso sono poca roba. Compresi Champions e Palloni d’oro
“.

SULLA VITTORIA DI UNA NAZIONE AFRICANA: “Non adesso, ma ci siamo vicini, l’Africa è pronta. Brasile, Argentina e Francia sono ancora avanti. Ma il momento del calcio africano, ma anche di quello asiatico, per salire in vetta al mondo non è così distante“.

SUL MONDIALE D’INVERNO: “Non mi fa impazzire, questa interruzione va contro le nostre tradizioni. Certo, a Doha adesso si sta bene, meglio che in Europa come clima, ma per un calciatore il Mondiale è alla fine della stagione quando ci arrivi a pezzi, senza benzina per la lunga stagione, con la paura di poterti far male in qualsiasi momento“.

SU QATAR-ECUADOR: “Certo, non è uno spettacolo di tradizioni. Io ai capi della Fifa l’ho detto: siamo al limite, non allargate più il numero dei partecipanti a una fase finale. Questo è un momento di nicchia, non può essere un momento alla portata di tutti. Il Qatar è da anni che pensa a questo evento: nel calcio, come in tutti gli sport, ha adottato una politica dei passaporti e della cittadinanza che ha favorito l’integrazione dei giovani atleti più bravi“.

SULLA POLONIA DI GLIK: “Potevo andare ad allenarla, è vero. Ma c’erano situazioni strane: la guerra, la partita saltata. C’è Glik, che gioca Benevento, lì: io spero di rivederlo il più tardi possibile, contro i miei interessi. Vuol dire che ha fatto tanta strada“.

SUL CT CHE PREFERISCE: “Luis Enrique. Ha fatto delle convocazioni in base a quello che piace a lui, in base a come vede lui il calcio. Punta sulle nuove tecnologie, dialoga con i tifosi“.

SU UN SUO RICORDO DA BAMBINO: “Zoff che alza la Coppa a Madrid è un ricordo legato alla mia famiglia riunita attorno a un televisore a far festa poi per la Loggetta. E poi Maradona al San Paolo, nella semifinale con l’Italia nel ‘90 in cui io, pur di vedere la partita dal vivo, feci il raccattapalle“.

SULLE FAVORITE: “Brasile, Argentina, Francia e Portogallo. L’ultima volta che una non europea ha vinto il
Mondiale è stato nel 2002, in Giappone, con il Brasile. E credo che questo sia di nuovo il momento per una sudamericana
“.

SUL DIFENSORE-RIVELAZIONE: “Kim, sono anni che lo vedo. Era in Cina. L’Udinese mi chiamò per
chiedermi notizie e io dissi che se si toglieva delle amnesie diventava uno dei più forti al mondo. Le amnesie di cui parlavo le ho riviste per qualche istante contro l’Udinese. Ecco: mi aspetto la sua consacrazione a Doha. Come sono curioso di vedere in azione Van Dijk con l’Olanda: un conto è il club, un
conto è la nazionale
“.

SULL’ITALIA ATTUALE E SUL BLOCCO NAPOLI IN NAZIONALE: “Il brutto del calcio, delle combinazioni crudeli. Invece di stare in ritiro lì, sei costretto a preparare un’amichevole inutile contro l’Austria, che non serve a nulla. Diciamolo, non sarei felicissimo. L’Italia del futuro da bene a puntare sul blocco Napoli. Di Lorenzo ha avuto una crescita pazzesca, Raspadori non è solo giovane ma ha fatto anche tanta esperienza ed è un attaccante che sa trascinare“.

SU BENEVENTO E NAPOLI: “Intanto il mio Benevento va domenica prossima in casa della Reggina del mio amico Pippo Inzaghi nella speranza di recuperare in questi giorni qualche altro calciatore. E il Napoli, che tutti hanno snobbato, deve prepararsi a subire attacchi anche psicologici di ogni tipo da parte di chi non si arrende all’idea di aver già perso lo scudetto. Ma avendo dalla sua Spalletti: l’unico che sa come si
gestisce una pausa così lunga in inverno, avendolo già fatto ai tempi dello Zenit
“.

Foto: Imago

Koutsoupias: “Il Benevento ha dimostrato di credere in me, l’obiettivo resta la promozione”

Koutsoupias: “Il Benevento ha dimostrato di credere in me, l’obiettivo resta la promozione”

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Il giovane centrocampista del Benevento ha rilasciato alcune dichiarazioni alla testata greca Sport24, analizzando anche la sua stagione con la Strega.

Queste, quindi, le parole del classe 2001 giallorosso Ilias Koutsoupias:

SUL SUO ARRIVO IN ITALIA: “Quando sono andato all’Entella ho soggiornato nelle strutture che aveva la squadra. Dentro eravamo 16 bambini e vivevamo tutti insieme. Se potessi tornare indietro nel tempo farei esattamente la stessa cosa, perché mi ha aiutato nella parte calcistica al 100%, ma soprattutto mi ha fatto maturare come persona, vivendo da solo, con altre persone, in un paese straniero. La cosa più difficile è stata la lingua: nessuno parlava inglese. Non ero sicuro di aver fatto la scelta giusta, ma alla fine ha funzionato per me“.

SUL SUO APPRODO AL BENEVENTO: “Quest’anno sarei potuto andare al Verona, con la prospettiva di allenarmi con la squadra e partire in prestito al 90%. Era una cosa che non mi piaceva, mi sentivo considerato non pronto. Quindi ho preferito andare in una squadra come il Benevento, che ha speso abbastanza soldi per prendermi e anzi mi ha dimostrato in pratica di credere in me“.

SULLA VITTORIA CONTRO LA SPAL: “L’ultima vittoria ci darà una spinta in più, ma siamo anche una buona squadra“.

SUL SUO RUOLO CON CANNAVARO: “Ho iniziato da titolare, ma quando Cannavaro è arrivato alla sesta-settima giornata ha cambiato sistema, gioca con due giocatori al centro. Questo mi ha colpito un po’ perché siamo un bel po’ di giocatori in quel ruolo, al centro. La mia posizione è più simile a un otto. Sì, mi dà fastidio non essere un titolare, ma posso capire. Soprattutto quando arrivi a una squadra che non sta andando bene, che è costruita per inseguire la promozione ed è in bassa classifica, ha senso affidarsi maggiormente a giocatori esperti“.

SUL GOL A INIZIO SETTEMBRE CONTRO IL VENEZIA: “Il gol è stato molto importante perché venivo da un piccolo infortunio che mi aveva tenuto fuori dalle due partite precedenti. Per me è stato un riscatto entrare al 76esimo e segnare al 77esimo, ho aiutato la squadra nella vittoria fuori casa. Siccome non ero titolare, il mister dopo il gol mi ha detto: “Sai e vedi che noi crediamo in te, quindi non devi preoccuparti di nulla. In secondo luogo, ora tutti diranno che è colpa mia che non ti ho fatto partire dall’inizio. Quindi continua per la tua strada e tutto seguirà”“.

SUGLI OBIETTIVI DEL BENEVENTO: “L’obiettivo è e rimane la promozione. La cosa buona di questo campionato è che abbiamo ottenuto una vittoria e siamo a sei punti dai playoff. In altre parole, con due vittorie di fila, sali molto velocemente. Sì, siamo al 16° posto, ma fino all’8° siamo tutti più o meno uguali, con 2-3 punti di differenza“.

SULLA SFIDA IN COPPA ITALIA CONTRO IL GENOA: “In Coppa credevamo di poterla ribaltare. Il Genoa è tra le due-tre squadre a caccia della promozione, l’anno scorso era anche in Serie A. Era quindi una partita in cui volevamo vedere a che punto fossimo. Non dirò che siamo stati sfortunati, ma abbiamo giocato bene e avevamo la mentalità per ribaltare le cose. Per noi è stato un test, per vedere dove possiamo arrivare in campionato, per questo non ci ha influenzato molto“.

SULLA CARRIERA DI SUO PADRE: “La carriera di mio padre non mi ha stressato né mi ha creato un “peso”, anzi è stata una motivazione in più per me. Oltre alla parte agonistica, mio ​​padre mi ha aiutato e continua a farlo al di fuori delle competizioni. Qualunque cosa mi serva, lui è la prima persona da cui vado: abbiamo costruito una relazione molto bella“.

SU UN SUO POSSIBILE RITORNO IN GRECIA: “Ad un certo punto voglio tornare in Grecia. Ma non ora, non è nei miei obiettivi immediati“.

Foto: Benevento Calcio

ESCLUSIVA BN24 – Calzone: “Benevento, c’è tempo per recuperare, vittoria contro la Spal fondamentale. Cannavaro e Inzaghi? Fabio farà bene, Pippo mi disse che…”

ESCLUSIVA BN24 – Calzone: “Benevento, c’è tempo per recuperare, vittoria contro la Spal fondamentale. Cannavaro e Inzaghi? Fabio farà bene, Pippo mi disse che…”

Benevento CalcioCalcioSidebar intervista

Abbiamo raggiunto telefonicamente Tullio Calzone, giornalista del Corriere dello Sport e del Guerin Sportivo, per avere una sua opinione riguardo la stagione giallorossa e l’attuale momento della Strega.

Salve Signor Calzone, lei che segue il Benevento per il Corriere dello Sport e il Guerin Sportivo, ci può descrivere, dal suo punto di vista, la situazione attuale in casa giallorossa?

E’ una stagione che è iniziata in maniera strampalata. C’era poca chiarezza della società, soprattutto a livello tecnico e poi anche gestionale. La crisi iniziale ha visto Vigorito consegnare il titolo sportivo nelle mani del Sindaco Mastella, è stato un gesto forte che ha avuto effetti positivi ma anche negativi: ha impedito di fare una riflessione più completa sull’esperienza di Fabio Caserta nella scorsa stagione, che si era conclusa in maniera piuttosto anomala con il non-raggiungimento della Serie A diretta in un finale di campionato paradossale e poi con il fallimento dell’obiettivo play-off perdendo contro il Pisa. Questo momento è frutto della mancata riflessione sui progetti da rilanciare e su un progetto tecnico a mio avviso contradditorio: si era partiti per innovare, investendo sui giovani, poi si è virato su giocatori d’esperienza e ciò ha determinato confusione. La squadra di Caserta aveva iniziato malissimo con la sconfitta contro il Cosenza e poi aveva fatto buone prestazioni come a Genova, infine ha riproposto antiche contraddizioni che hanno portato a una crisi tecnica, al rientro di questa paventata crisi e poi all’arrivo di Cannavaro“.

Al di là dell’atteggiamento mostrato in campo, pensa che Fabio Cannavaro possa essere l’uomo giusto per trascinare il Benevento in questo momento complicato?

La vittoria contro la Spal è sicuramente un detonatore importante. Nel calcio i risultati positivi determinano condizioni mentali e di allenamento positive. Già con il Bari il Benevento avrebbe meritato di vincere, con la Ternana ha perso in maniera rocambolesca. Questo percorso non era scontato, non è quando arriva Cannavaro inizi a vincere. Bisogna lavorare e insistere su concetti di gioco e mentali chiari, poi i risultati vengono. L’organico del Benevento non è di seconda fascia, i risultati non del tutto eclatanti e positivi della gestione Cannavaro hanno determinato comunque uno scatto. La squadra, eccetto le prime gare, ha avuto naturalmente un rigurgito d’orgoglio. Sarebbero stati migliori se non ci fossero stati gli infortuni, altro handicap che ci stiamo portando dietro dalla precedente gestione, con infortuni muscolari e ricadute. Cannavaro, pur venendo da esperienze estere e pur essendo alla prima avventura in Italia, ha una tradizione importante. Le regole d’ingaggio del calcio in campo le conosce bene, quelle in panchina sono diverse ma provengono dallo stesso ceppo. Secondo me riuscirà a fare bene, soprattutto se la società lo lascerà lavorare come sta facendo“.

Quali pensa possano essere gli aspetti di maggior rilievo su cui Mister Cannavaro sta lavorando in questa sosta?

La discontinuità con il passato riguarda anche l’atteggiamento estetico. Reputo Fabio Caserta anche un bravo allenatore, ma si portava dietro un approccio un po’ ombroso: non sorrideva mai, sembrava sempre insoddisfatto di quanto stava facendo anche quando il Benevento giocava bene e otteneva risultati. Caratterialmente Cannavaro è molto diverso, è solare e napoletano e quindi condivide con la nostra terra elementi umani, caratteriali e ambientali. Tale positività non deve essere considerata superficialità, lui non lo è e lo si vede dai suoi atteggiamenti. Durante la partita ha una serie di atteggiamenti e posture che sono tipiche dell’intensità di cui c’è bisogno del calcio e soprattutto in Serie B. Bisogna lavorare, il Benevento ha beneficiato di questa positività ma senza lavoro è difficile ottenere risultati“.

Con la rosa al completo la formazione giallorossa può davvero giocarsela con tutte le squadre avversarie?

Uno dei problemi che ha avuto Caserta nella precedente gestione è stato saper attivare la ricchezza di elementi tecnici in rosa senza scatenare tensione. Questo è stato uno dei motivi che hanno creato più frizioni, ci sono state problematiche come il caso Lapadula che tutti ricordiamo. Per Caserta la ricchezza di qualità della rosa è stato un problema, per Cannavaro non lo è. Sono due personaggi che hanno vissuti diversi, stiamo parlando di un Campione del Mondo che porta con sé una serie di elementi positivi che abbiamo già vissuto con la gestione Inzaghi. Lo stesso Pippo mi disse che pur avendo allenato a Venezia e al Milan non aveva mai visto tanta passione come quella mostrata dai beneventani al primo allenamento, dove erano presenti 5mila tifosi all’antistadio Imbriani. Il Corriere dello Sport dovette difendere l’assalto della cristallizzazione delle classifica, che avrebbe congelato le retrocessioni della A e quindi anche le promozioni dalla B. Feci due interviste importanti, una al Presidente Vigorito e una a Inzaghi, in cui puntualizzammo che il merito sportivo dovesse essere un timone inderogabile“.

Che cosa si aspetta della sfida del 27 novembre, Reggina-Benevento, in cui si affronteranno due amici, ex compagni e Campioni del Mondo quali Fabio Cannavaro e Filippo Inzaghi?

Nel calcio l’amicizia esiste prima e dopo le partite, durante si è rivali e antagonisti. Non ci saranno sconti né da una parte né dall’altra. La Reggina è una tra le squadre-rivelazione ma fino a un certo punto, per chi fa le classifiche a inizio stagione. E’ forte e strutturata, con giocatori di categoria e assoluta qualità. C’è Menez, di caratura internazionale che Pippo è riuscito a rivitalizzare, ma in ogni reparto ci sono giocatori importanti . E’ una squadra che va affrontata con grande serietà e attenzione, non sarà facile riuscire a batterla o contenerla. Gioca sull’entusiasmo e viene da una serie di risultati positivi, ora come ora è la principale antagonista del Frosinone guidato da un altro Campione del Mondo, Fabio Grosso. Il Benevento deve fare una partita onesta e durante la sosta dovrà recuperare alcuni elementi come Acampora, e possibilmente anche Viviani che è un giocatore di grande talento. Ci sono molte cose da fare, ma penso che il Benevento farà la sua partita: ha tutte le prerogative per riprendersi e fare un ottimo campionato. Con un paio di vittorie consecutive e con un po’ di fortuna può tornare a inserirsi nel discorso play-off, queste sono le grandi opportunità che offre questo campionato. Nessuno ha mai vinto la Serie B a novembre, non è mai successo, da qui alla primavera ci sono diversi mesi e il Benevento ha tempo per recuperare. C’è anche il mercato che potrebbe aiutare a dare qualcosa in più alla squadra, soprattutto a centrocampo dove c’è monotonia nei ruoli. Il tempo aiuterà anche a recuperare la condizione fisica di alcuni elementi, penso a Schiattarella“.

Come valuta questo primo terzo della stagione di Serie B 2022-23?

In questo campionato ci sono tantissime squadre forti che possono vincere il campionato e ribaltare la prospettiva. Il Genoa ha qualche difficoltà soprattutto interna, non riesce a vincere in casa, mentre il Cagliari ne ha diffuse ma a Benevento ha vinto. Il fatto che il Frosinone di Grosso sia lì non è una novità, ha una struttura societaria con un Presidente illuminato che ha grande cultura d’impresa e senso sportivo. Dopo gli errori fatti in passato anche economicamente, penso agli anni in Serie A, si sono ripresi. Hanno un Direttore Sportivo molto bravo che conosco dai tempi dell’Andria, Guido Angelozzi. Il Frosinone sarebbe da emulare come impostazione societaria, ha investito moltissimo sui giovani come Mulattieri, Moro, Caso e Boloca. La struttura portante della squadra, invece, è fatta di giocatori esperti come Mazzitelli a centrocampo e Lucioni, capitano nella nostra prima promozione in Serie A che il Benevento regalò al Lecce dopo qualche problema di assestamento nell’anno della retrocessione. L’altra sorpresa è certamente il Bari, Mignani è uno dei tecnici debuttanti in Serie B ma sta facendo un lavoro eccellente: ha inserito giovani importanti e di qualità come Cheddira accanto a giocatori d’esperienza e punti cardinali come Di Cesare, Antenucci e Maiello. Anche la società biancorossa è una società forte, capace e strutturata, l’unica spada di Damocle è la multiproprietà dei De Laurentiis“.

Dopo anni straordinari ed eccezionali, conditi da due promozioni in A e due conseguenti ritorni B, in che fase è, secondo lei, il progetto Benevento Calcio targato Vigorito?

Bisognerebbe chiederlo a lui, ogni tanto non dico che ha dei ripensamenti ma ha degli strappi. E’ una persona a cui i tifosi vogliono tantissimo bene, ci mancherebbe altro. Lui ha dato uno scatto enorme alla società, ha investito molti soldi e ha molto dal nostro territorio in qualità di imprenditore dell’eolico. Ha investito tanto, la gente di Benevento giustamente gli vuole bene e lui stesso ha avuto tanto dai beneventani. Spesso prova a scuotere i tifosi perché per i beneventani ogni piccola cosa diventa una sciagura, ha portato elementi di positività. E’ uno dei Presidente che non esistono più, paternalisticamente è molto vicino alla “sua” Strega ma a volte ha atteggiamenti forti tipici di presidenti paternalistici: è un imprenditore presente in società, con tutte le cose positive e negative che ciò comporta. Poteva anche non occuparsi dello sport invece ha fatto tante cose per la nostra città, dal punto di vista dell’immagine dobbiamo essergli riconoscenti perché ha fatto vedere la bellezza del Sannio e di Benevento“.

AMARCORD – Accadde oggi: la Strega travolge il Brescia 4-0 al Vigorito

AMARCORD – Accadde oggi: la Strega travolge il Brescia 4-0 al Vigorito

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Da oggi prende il via la rubrica “Amarcord” che ogni settimana vi ricorderà un match o un avvenimento importante che riguarda il passato del Benevento calcio.

In questo weekend di sosta per le nazionali c’è una data che i tifosi sanniti ricorderanno con piacere, ovvero il 19 Novembre, giorno in cui la Strega vinse 4-0 contro il Brescia nella storica annata 2016/17, poi culminata con la storica promozione in Serie A.

Al Vigorito, la squadra di Baroni regalò una grande prestazione ai propri tifosi, approfittando della doppia espulsione degli ospiti (rosso a Torregrossa e Sbrissa) e portando a casa 3 punti che lanciarono definitivamente nelle zone alte della classifica la società di via Santa Colomba.

La formazione schierata da mister Marco Baroni fu: Cragno, Lopez, Lucioni, Padella, Venuti, Jakimovski, De Falco, Chibsah, Ciciretti, Ceravolo, Falco (subentrati Buzzegoli, Puscas, Del Pinto; a disposizione Gori, Pezzi, Pajac, Gyamfi, Bagadur, Camporese).

I marcatori di quel match furono Raman Chibsah, Filippo Falco e George Puscas, oltre all’autorete di Calabresi; per il quarto match consecutivo Alessio Cragno mantenne la sua porta imbattuta, arrivando a 360 minuti senza subire goal. Vittoria storica per i giallorossi nel primo incontro ufficiale tra le due società, giocato alla 15^ giornata di un campionato di Serie B che resterà per sempre nei ricordi indimenticabili dei tifosi sanniti: nel 2016, infatti, il Benevento raggiunse per la prima volta nella sua storia la cadetteria, trovando addirittura il salto in Serie A in quel campionato di B al termine dei playoff.

La vittoria con il Brescia fu la 4^ vittoria consecutiva degli stregoni, dopo le 3 vittorie per 1-0 contro Ternana, Spezia e Cittadella, ed al termine di quel match la difesa giallorossa divenne la meno battuta del campionato. Alla fine della stagione, la Strega chiuse in 5^ posizione con 65 punti, qualificandosi ai playoff nei quali eliminò in sequenza Spezia, Perugia e Carpi, raggiungendo per la prima volta nella storia la Serie A.

Benevento, oggi seduta mattutina. Cinque giocatori tornano in gruppo

Benevento, oggi seduta mattutina. Cinque giocatori tornano in gruppo

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Questa mattina il Benevento Calcio si è ritrovato presso l’antistadio Carmelo Imbriani per la quotidiana seduta di allenamento.

I giallorossi hanno svolto esercitazioni caratterizzate da torello, soluzioni offensive e lavoro tattico per i difensori 11vs0. Per domani mattina è prevista, quindi, un’altra sessione di allenamento, poi sono in programma due giorni di riposo. La squadra, dunque, si ritroverà direttamente martedì per continuare la preparazione in vista del lunch-match di domenica 27 al Granillo contro la Reggina dell’ex Inzaghi

Da oggi, intanto, Fabio Cannavaro ha (finalmente) a disposizione un numero più nutrito di elementi in rosa. Stamattina, infatti, si sono rivisti in gruppo i vari El Kaouakibi, Acampora, Kubica, Tello, Viviani. Un ottimo segnale in vista della trasferta in terra calabra, che infonderà sicuramente un’importante dose di fiducia alla Strega.

Ci sarà ancora da attendere invece, come già scritto su queste pagine, per gli altri giocatori attualmente ai box quali Veseli, Vokic, Ciano e Simy.

Benevento, l’ex De Zerbi: “Nel Sannio ho imparato a tener duro, era difficile riprendere gli allenamenti dopo una sconfitta”

Benevento, l’ex De Zerbi: “Nel Sannio ho imparato a tener duro, era difficile riprendere gli allenamenti dopo una sconfitta”

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L’ex tecnico del Benevento, attuale allenatore del Brighton in Premier League, nel corso della sua intervista a SportItalia ha analizzato le sue esperienze passate.

Queste, dunque, le parole di Roberto De Zerbi, riportate da Ottopagine, in merito alla sua avventura con la Strega nella prima storica stagione dei giallorossi in Serie A (2017-18):

“Per me tutte le esperienze sono state formative, a partire dalla prima in serie D. Il Foggia mi ha profondamente segnato nel mio percorso, ma così come il Benevento che mi ha insegnato a tenere duro soprattutto nel primo periodo. Riprendere la settimana il martedì sempre dopo una sconfitta era dura, non sapevi cosa dire alla squadra e sforzarti per fare allenare ancora nello stesso modo i calciatori. Col Sassuolo siamo riusciti a diventare un punto di riferimento italiano per il calcio europeo per lo scouting e la crescita dei calciatori”.