Benevento, Gens Samnites scrive a Vigorito: “Il suo amore per la piazza ha prevalso sulla razionalità. Pronti a ripartire con lei”

Benevento, Gens Samnites scrive a Vigorito: “Il suo amore per la piazza ha prevalso sulla razionalità. Pronti a ripartire con lei”

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La Gens Samnites ha scritto una lettera aperta al Presidente del Benevento, Oreste Vigorito, analizzando la stagione che si avvia alla conclusione e non solo.

Questa, quindi, la nota del club giallorosso indirizzata al Patron della Strega:

Caro Presidentissimo, come tutti sappiamo, il Benevento Calcio è retrocesso in Serie C. Nessuno poteva immaginare che un organico composto da calciatori con il quinto monte ingaggi del campionato cadetto potesse fare così male da retrocedere, ed addirittura come ultimo in classifica.

Da uomo di grande onestà intellettuale, riconosciuta da tutto il mondo del calcio, Lei si è intestato la responsabilità di questo fallimento. E’ giusto che sia così. Anche noi della Gens Samnites pensiamo che sia così. Al supremo condottiero spetta il “trionfo” di avere raggiunto vette inimmaginabili per il calcio sannita, ed a lui spetta anche il peso di essere ritornati vicini al punto di partenza di quel percorso. E’ il dolce ed amaro destino di chi prende le decisioni.

Detto questo, siccome a noi piace sempre guardare i fatti del passato per migliorare le scelte del futuro, vorremmo modestamente esprimere il nostro parere su quali siano stati gli errori manageriali che si sono aggiunti ad una buona dose di sfortuna, in questo fallimentare campionato. Si era partiti con il chiaro obiettivo che la stagione si dovesse intendere di transizione e consolidamento, senza l’ossessione della promozione, puntando ad un posto tranquillo che permettesse ai giovani di crescere e di affermarsi, con la serenità che questo processo richiede. E se poi fossero arrivati anche i play-off, sarebbero stati solo una bella ciliegina sulla torta.

In questa ottica era stato confermato Caserta, allenatore giovane, secondo noi capace di lavorare con i giovani, nonostante la “piazza” ne chiedesse a gran voce il suo licenziamento, in quanto colpevole (udite udite) di avere “solo” pareggiato una semifinale play-off. E questa “piazza” è addirittura insorta quando perdemmo in casa la prima di campionato con il Cosenza. Ebbene, quello secondo noi era il momento di mettersi i tappi nelle orecchie, e tirare dritto per la strada tracciata, anche perché dopo quella sconfitta e quella sollevazione la squadra si era stretta attorno l’allenatore ed aveva raccolto tre ottimi risultati di fila con un nuovo assetto di gioco.

Invece, per amore, per quell’amore che ha ribadito con forza anche il giorno stesso della sconfitta di Cittadella, Lei ha voluto accontentare quella piazza che, come il più classico dei “parvenue”, si sentiva ormai quasi offesa dall’essere “solo” una delle venti squadre partecipanti alla Serie B. E così, sono arrivati a fine mercato quei nomi di calciatori (tutt’altro che giovani di proprietà, ai quali hanno invece tolto spazio) che hanno galvanizzato l’ambiente, pur senza fare affievolire la crociata contro l’allenatore reo di non essere all’altezza di riportare la squadra in Serie A. E quindi, ancora una volta, il buon padre di famiglia ha voluto accontentare il figlioletto viziato e capriccioso, regalandogli la testa del grande colpevole, unico ostacolo alla nostra ormai acquisita “nobiltà”.

Quindi, abbiamo assistito alla grande festa per il campione del mondo sceso sulla terra sannitica per riportarci in paradiso. Ma le cose non sono andate bene, anzi sono addirittura precipitate, con una squadra bersagliata dagli infortuni, spogliata di una chiara idea di gioco e di un nucleo di leader riconoscibili. Ed a quel punto è saltato fuori un altro grande colpevole, quel Pasquale Foggia “omonimo” del Direttore Sportivo, che era stato osannato quando costruì la squadra dei record di Inzaghi, ma i cui meriti la “piazza” non ricorda più, perché quel giocattolo è ormai vecchio, ce ne vuole uno nuovo di zecca.

L’amore per la gente sannita e per i suoi colori ha prevalso di nuovo sulla distaccata razionalità, che forse avrebbe consigliato di non privarsi di un dirigente “di campo” che potesse accompagnare il terzo allenatore, chiamato a sostituire con urgenza il peggiore dei quattro che abbiamo avuto quest’anno. Cos’altro poteva produrre questa ulteriore accondiscendenza agli umori della “piazza”? Secondo noi, quello che è effettivamente avvenuto. Una volta preso atto che neanche questa epurazione producesse un cambiamento di rotta, nel mirino “populista” sono subito stati messi i calciatori, ovvero ragazzi sicuramente un poco viziati da stipendi lontani da quelli dei comuni mortali, ma esattamente uguali ai loro colleghi delle altre squadre, ed uguali a quelli che li hanno preceduti, indossando la stessa maglia con altri risultati.

Ragazzi che certamente non sono mai scesi in campo per perdere (ne va della loro relativamente breve carriera), e che hanno bisogno di un mister che parli loro tutti i giorni, che si assuma (come ha fatto Lei) tutte le responsabilità (senza rimettere il mandato dopo 3 o 4 partite), che dia loro uno schema di gioco a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà, che alleni le loro teste prima ancora delle loro gambe. Che hanno bisogno anche di una società che sappia isolarli dall’ambiente esterno, quando ci sono le grandinate. Ragazzi che abbiamo visto essere insultati, aggrediti verbalmente e, purtroppo, addirittura fisicamente, macchia vergognosa da codice penale. E questo spiega, almeno in parte, perché il nostro campionato in trasferta è stato sufficiente per la salvezza (13esimo posto), mentre in casa è stato il peggiore di tutte le squadre (unica società che ha fatto meno di un punto a partita, tra le cosiddette mura amiche). Ragazzi che adesso si sono svalutati sul mercato, e che siamo sicuri rientrino nel mirino di tante società pronte ad approfittare della grande occasione della nostra retrocessione, per fare dei buoni affari. Ragazzi che molto probabilmente l’anno prossimo vedremo ben figurare in Serie B (se non anche in A), e che la “piazza” che oggi ritiene indegni del palcoscenico che abbiamo loro concesso, sarà pronta fra qualche mese a sottolineare che ce li siamo fatti scappare per quattro soldi.

Questa è la nostra analisi del campionato appena concluso, caro Presidentissimo. Analisi discutibile come tutte le opinioni, ma che Lei riconoscerà essere intellettualmente onesta come la sua assunzione di tutte le responsabilità. E che forse condividerà, almeno in parte.

Detto questo, caro Presidentissimo, noi la esortiamo a non mollare. Innanzitutto, non sarebbe da Oreste Vigorito lasciare la società in un momento di grande crisi come questo. In secondo luogo, forse la Serie C è ancora più adatta della Serie B per una politica di valorizzazione del settore giovanile, in cui Lei ha investito molto, per cui è tempo di cominciarne a raccogliere i frutti, salvando anche tutti i giovani membri della rosa attuale che non hanno trovato abbastanza spazio per mettersi in mostra, o che hanno fatto maluccio in quanto “travolti” da eventi più grandi di loro.

Abbiamo gli esempi di molte grandi società europee, e da qualche anno anche uno di successo in Italia, che attraverso una Under 23 nella terza serie hanno mantenuto sotto il loro controllo e portato fino alla massima serie fior di calciatori che altrimenti si sarebbero “persi” nei meandri dei prestiti, riscatti, contro-riscatti ed amenità varie del calcio attuale, come accade a moltissimi talenti giovanili delle grandi squadre. Ebbene, forse quella è la strada per noi. Naturalmente, occorrerebbe irrobustire l’organico con almeno un paio di “senatori” per reparto, scelti tra chi veramente intende abbracciare la missione di scendere di categoria per fare da “tutor” a tanti ragazzini bravi e scalpitanti. Ci sono senz’altro già nell’organico attuale alcuni che potrebbero farlo, se disponibili ad un taglio netto dell’ingaggio.

Ma Cosa direbbe la “piazza” di un progetto che potrebbe avere il ritorno in Serie B solo come un obiettivo a medio termine? Se ce lo consente, Presidentissimo, noi diciamo “chissenefrega della piazza populista”.

Quest’anno abbiamo imparato (ma in realtà già lo sapevamo) che alla fine, anche regalando l’abbonamento o il biglietto della singola partita, allo stadio viene solo lo “zoccolo duro”, a sostenere la squadra. I pochi altri presenti spesso si divertono molto di più ad insultare dirigenti, allenatori e calciatori, quindi sinceramente ne facciamo volentieri a meno, o comunque dovremmo non considerare affatto le loro opinioni. Tutti gli altri riempiranno lo stadio solo se c’è qualcosa da festeggiare o qualche grande squadra da vedere da vicino. Altrimenti troveranno (legittimamente) qualcosa di meglio da fare nel tempo libero, come peraltro avviene in tutte le tifoserie d’Italia, nessuna esclusa.

La invitiamo quindi a non perdere tempo, danaro ed energie nervose per inseguire la seconda e terza categoria di tifosi, tra le quali si annidano peraltro anche un discreto numero di irriconoscenti. Noi crediamo che chi ama veramente il Benevento Calcio non pretenda nulla di più che avere una società basata su solide strutture manageriali, sotto la Sua regia imprenditoriale e finanziaria, che possa ben figurare nei campionati professionistici italiani, e che si tolga ogni tanto anche la soddisfazione di qualche promozione importante.

Pronti a ripartire di nuovo insieme a Lei, voglia gradire un grande ed affettuoso abbraccio da tutti noi“.

Foto: Profilo Facebook Gens Samnites

Benevento, Pistocchi: “Vigorito generoso e appassionato, ma con collaboratori inadeguati”

Benevento, Pistocchi: “Vigorito generoso e appassionato, ma con collaboratori inadeguati”

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Il noto giornalista sportivo ha affidato al suo profilo Twitter un commento riguardo alla retrocessione del Benevento e non solo.

Questo, quindi, il pensiero di Maurizio Pistocchi in merito alla retrocessione della Strega e al Presidente Oreste Vigorito:

Dopo 7 anni dalla promozione in Serie B e 2 storiche stagioni in Serie A, a conclusione di una stagione tormentata nella quale ha alternato 4 allenatori alla guida tecnica, retrocede in C1 il Benevento di Oreste Vigorito, un Presidente generoso e appassionato ma con collaboratori inadeguati“.

Foto: Web

Vigorito sul (mancato) ritorno di Coda: “Avevo dato l’ok per una operazione da 9 milioni di euro…”

Vigorito sul (mancato) ritorno di Coda: “Avevo dato l’ok per una operazione da 9 milioni di euro…”

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Nel corso della conferenza stampa post-partita con il Modena, che nonostante la vittoria ha sancito il ritorno in Serie C della Strega, il patron giallorosso, Oreste Vigorito, ha svelato alcuni aneddoti relativi alla trattativa dello scorso gennaio per il ritorno, poi sfumato, di Massimo Coda nel Sannio.

“Sulla trattativa per il ritorno di Coda sono state scritte tante cose errate”, spiega Vigorito. “All’inizio non ne sapevo nulla, era un’idea dell’ex direttore sportivo e dell’allenatore. Io, personalmente, non l’avrei mai ripreso perché dopo che lo avevo pagato 3 milioni di euro, era andato via gratis nonostante gli avessimo offerto un contratto importante”.

“Poi, di fronte all’insistenza di direttore sportivo e allenatore, avevo ceduto e dato il mio benestare per una operazione da 9 milioni totali tra cartellino e ingaggio del calciatore. Telefonai anche il presidente del Genoa Zangrillo a cui avevo strappato l’ok per chiudere l’affare. Poi in un turno infrasettimanale, Coda segna e vedo l’abbraccio con Zangrillo che, in seguito, mi dice: “Abbiamo fatto pace, ora non va più via. Con il nuovo allenatore (Gilardino ndr) si trova bene. Ecco questa è la verità su Coda”.

Vigorito: “L’agguato al rientro da Cittadella ha buttato nello schifo 17 anni di Benevento fatti da una persona perbene”

Vigorito: “L’agguato al rientro da Cittadella ha buttato nello schifo 17 anni di Benevento fatti da una persona perbene”

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Il Presidente del Benevento, dopo l’intervento ai microfoni di OttoChannel, ha partecipato alla conferenza stampa post-partita.

E’ stata questa l’occasione per trattare anche altri temi, tra i quali soprattutto quello relativo all’agguato subito dal pullman giallorosso al rientro dalla trasferta di Cittadella, così come quello riguardante alcuni tentativi di investimenti non riusciti (leggasi Seminario Vescovile).

Di seguito le parole del massimo dirigente giallorosso:

Ho sempre fatto una politica di apertura, pagando i diritti necessari perché questa è un’attività commerciale. Sono 8 anni che ho tv e giornale, 17 invece che sono nel mondo del calcio. Al primo campionato brutto abbiamo avuto una reazione come quella avvenuta sulla Direttissima: non è un attacco di 4-5 persone né a titolo fortuito, c’è stato un inseguimento.

Quella condanna ha buttato nello schifo 17 anni di Benevento Calcio fatto da una persona perbene. Ora Vigorito dovrà vedere come mandare via quei giocatori che secondo me non sono idonei per il prossimo anno per comportamenti, atteggiamenti e condizioni fisiche, non quelli che sono stati condannati dalla stampa. E quando non riuscirò a mandarli via, per condizioni economiche e personali, che cosa verrà detto? Qualcuno ignora che se io non pago non ci iscriviamo in C e il Benevento si prende una penalizzazione dopo l’altra, e poi lo devo pagare lo stesso?“.

Ringrazio chi ha dato un contributo facendo l’abbonamento, ma io non volevo sostegno economico bensì vicinanza. Avete mai visto il settore giovanile? Sono arrivati tutti in finale play-off, ma quanto se ne è parlato? Oggi Carfora sta facendo gli Europei, Nunziante è un ragazzo di 16 anni che è nel giro della Nazionale. E ce ne sono tanti altri, cresciuti sull’Avellola dove fino a qualche anno fa c’erano delle pecore meravigliose. L’ho comprato dalla FIGC, l’ho pagato quanto uno guadagna in 100 anni di lavoro e sono anni che sforna ragazzi che giocano in A, B e C, con 40 posti di letto in hotel che pago sempre io. Non è riuscito a comprare né il Seminario, né i Campi di Rugby dove cresce erba splendida: non sono stato capace neanche di averli“.

Serie B, risultati e classifica dopo la 37a giornata: Benevento e Spal retrocesse in Serie C

Serie B, risultati e classifica dopo la 37a giornata: Benevento e Spal retrocesse in Serie C

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Con il posticipo di questo pomeriggio, FrosinoneGenoa, si è concluso il turno valido per la trentasettesima giornata del campionato di Serie B 2022-23. Le squadre, quindi, torneranno in campo tutte venerdì 19 maggio.

Vittorie per BeneventoCagliari, ParmaVeneziaBariComo Frosinone. Sconfitte, invece, per Modena, Palermo, Spal, Perugia, Reggina, Ternana e Genoa. Pareggio, infine, in SudtirolCittadella, AscoliCosenza e BresciaPisa.

Il Frosinone di Grosso, già promosso in A, vince in casa contro il Genoa e si conferma in vetta della classifica portandosi a 77 punti. Secondo, invece, il Genoa di Gilardino a quota 70 che. Seguono il Bari di Mignani (65) e il Sudtirol di Bisoli (57), poi c’è il il Parma di Pecchia e il Cagliari di Ranieri (57). Completano la zona play-off il Venezia di Vanoli (49) e il Palermo di Corini; (48) inseguono il Pisa di D’Angelo, la Reggina di Inzaghi e l’Ascoli di Breda a 47, speranze anche per il Como di Longo (46). Arriva poi l’ufficialità delle prime due squadre retrocesse in Serie C: sono il Benevento di Agostinelli e la Spal di Oddo, entrambe a quota 35. Cova ancora qualche speranza il Perugia di Castori, se non altro per i play-out; il Brescia di Gastaldello, infatti, dista appena 3 punti (36-39), ma gli scontri diretti sono a favore degli umbri. Completa la zona play-out il Cosenza di Viali con 40, ma potrebbe ancora salvarsi direttamente.

Questi, dunque, tutti i risultati del trentasettesimo turno del campionato cadetto:

Sudtirol-Cittadella 1-1: 47° Antonucci (C), 69° Odogwu (S)

Ascoli-Cittadella 1-1: 2° D’Orazio (C), 36° Buchel (A)

Benevento-Modena 2-1: 19° Diaw (M), 30° Ciano (B), 45+2° Foulon (B)

Cagliari-Palermo 2-1: 16° Segre (P), 25° Deiola (C), 64° Lapadula (C)

Spal-Parma 0-1: 75° Vazquez (P, rigore)

Venezia-Perugia 3-2: 26° Pierini (V), 42° Carboni (V), 60° Ellertsson (V), 64° Luperini (P), 78° Casasola (P, rigore)

Brescia-Pisa 1-1: 53° Bisoli (B), 79° Masucci (P)

Bari-Reggina 1-0: 45° Folorunsho (B)

Como-Ternana 3-1: 32° Favilli (T), 62° Vignali (C), 70° Da Cunha (C), 77° Chajia (C)

Frosinone-Genoa 3-2: 14° Badelj (G), 29° Mazzitelli (F), 45+1° Boloca (F), 77° Borrelli (F), 90+2° Gudmundsson (G)

E, di seguito, la classifica aggiornata della Serie B 2022-23 alla diciottesima giornata del girone di ritorno:

Frosinone 77

Genoa 70

Bari 65

Sudtirol 58

Parma, Cagliari 57

Venezia 49

Palermo 48

Pisa, Reggina, Ascoli 47

Como 46

Modena 45

Ternana 43

Cittadella 42

Cosenza 40

Brescia 39

Perugia 36

Spal, Benevento 35

Serie B,  37a giornata: il Frosinone supera 3-2 il Genoa nel posticipo

Serie B, 37a giornata: il Frosinone supera 3-2 il Genoa nel posticipo

Calcio

Questo pomeriggio alle 16:15, dopo le nove partite in programma alle 14, si è giocato il posticipo della 37esima giornata della Serie B 2022-23. Di seguito, quindi, il risultato e la cronaca della sfida dello Stirpe.

Parte forte il Genoa: conclusione di Salcedo al primo minuto, blocca Turati. Risponde il Frosinone al nono: da corner, Baez mette al centro e una deviazione di Bani quasi beffa Martinez. Al 14esimo, poi, gli ospiti passano in vantaggio: Badelj stoppa il pallone di petto e calcia al volo da più di 35metri, mandando la sfera sotto il sette. Al 27esimo i rossoblù restano in inferiorità numerica per l’espulsione di Bani e, due minuti dopo, i padroni di casa trovano il gol del pari: punizione perfetta di Mazzitelli che, dopo la finta di Insigne, manda la sfera con il destro sopra la barriera e a fil di palo. Nel primo minuto di recupero della prima frazione, poi, i gialloblù passano in vantaggio: Cotali, dal fondo, entra in area e premia l’inserimento di Boloca che, a rimorchio, calcia di prima intenzione in modo potente e preciso senza lasciare scampo a Martinez.

Nella ripresa le due squadre continuano ad affrontarsi a viso aperto, ma per i liguri diventa difficile rimontare in virtù anche dell’inferiorità numerica. Al 77esimo, infatti, i ciociari calano il tris: Rohden trova il fondo e crossa per Borrelli, che deve solamente spingere in rete. Nel finale, poi, il Genoa trova il gol del 3-2: conclusione di Badelj, sulla traiettoria c’è Gudmundsson che controlla e insacca.

La squadra di Grosso vince in casa contro il Grifone e si porta a quota 77 punti, chiudendo il campionato da prima in classifica. Il Genoa di Gilardino invece, già promosso in A per la prossima stagione come i Canarini, arriva secondo nella Serie B 2022-23.

Foto: Profilo Facebook Frosinone Calcio/LaPresse

Modena, Tesser: “Evidentemente nel Benevento qualcosa non ha funzionato. Oggi partita aperta”

Modena, Tesser: “Evidentemente nel Benevento qualcosa non ha funzionato. Oggi partita aperta”

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Il tecnico del Modena ha preso parte alla consueta conferenza stampa post-partita a seguito della sconfitta per 2-1 contro il Benevento.

Ecco, quindi, il commento di Attilio Tesser in merito all’incontro del Vigorito tra giallorossi e gialloblù:

SULLA SFIDA ODIERNA: “Oggi è stata una partita combattuta, aperta. Entrambe abbiamo cercato di vincere, noi per cullare il sogno play-off e loro per fare una bella figura nell’ultima sfida interna e alimentare quella flebile speranza di salvezza. Una partita aperta, ma dopo essere passati in vantaggio abbiamo sprecato troppe occasioni per poter raddoppiare. Questo difetto lo abbiamo sempre avuto questa stagione, e anche oggi lo abbiamo evidenziato. Il Benevento ha saputo reagire, Ciano ha fatto un bel gol e nel finale di tempo il gol da punizione da metà campo ci ha penalizzati. Non siamo riusciti a pareggiarla, abbiamo evidenziato parte dei nostri limiti“.

SUL RENDIMENTO STAGIONALE: “La stagione è positiva, al primo anno in Serie B dopo anni avevamo l’obiettivo della salvezza che abbiamo centrato con tre partite d’anticipo. Tolto l’inizio del campionato, non siamo mai stati invischiati in zona play-out. Tre quarti di questi giocatori non avevano mai fatto la B, quindi la salvezza è stata una soddisfazione. C’è il piccolo rammarico di non aver fatto il saltino di qualità, sono mancate personalità e cattiveria, ma comunque abbiamo fatto il nostro“.

SUL BENEVENTO: “Ha uno degli organici più importanti della categoria. Evidentemente qualcosa non ha funzionato, non saprei dire cosa. Il campionato è stato particolare, in fondo ci sono tante squadre forse leggermente meno del Benevento ma che comunque nessuno avrebbe mai immaginato in quelle zone. E’ stato considerato da tutti una Serie A2, quando non parti bene in un campionato equilibrato poi fai fatica“.

Agostinelli: “Chiedo scusa alla piazza a nome della squadra. Ci ho provato, non ce l’ho fatta”

Agostinelli: “Chiedo scusa alla piazza a nome della squadra. Ci ho provato, non ce l’ho fatta”

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Il tecnico del Benevento ha analizzato così, in conferenza stampa, il successo odierno del Vigorito contro il Modena.

Andrea Agostinelli si è detto molto rammaricato per la non-vittoria della scorsa settimana contro il Cittadella e ha voluto chiedere scusa alla piazza anche a nome della squadra.

Questa, quindi, l’analisi dell’allenatore della Strega al termine dell’ultimo match interno stagionale che ha sancito la retrocessione in C dei sanniti:

SUL GRANDE RAMMARICO: “C’è tanto rammarico rispetto alla partita della settimana scorsa contro il Cittadella dopo la vittoria di oggi. All’83esimo eravamo 1-1, quel gol preso ci ha distrutto e non ci ha permesso oggi di poter ancora sperare. Oggi siamo matematicamente retrocessi, chiedo scusa a tutta la piazza a nome di tutta la squadra. C’è un grande dispiacere, non ce l’ho fatta e chiedo scusa, ci ho provato ma non ci sono riuscito“.

SULL’IMPEGNO: “Io ce l’ho messa tutta, con il mio entusiasmo e la mia esperienza. Mi dispiace da morire, la squadra mi ha seguito ma evidentemente era davvero un miracolo. Mi sono legato a questa città, devo ringraziare quelle persone che hanno lavorato per noi. Da Nicola l’autista alla gente che non ci ha fatto mai pesare niente. Anche loro hanno sofferto molto questa situazione“.

SUL SUO FUTURO: “Oggi è talmente un giorno nero che non mi va di pensare a quello che sarà domani. So che quando si vince si deve sorridere, oggi piango perché è una giornata molto triste. L’unica cosa che mi conforta un po’ è che comunque alla fine questi ragazzi mi hanno seguito, ma si poteva fare anche qualcosa in più. Devo ringraziare anche la stampa, dopo il primo giorno di scetticismo mi siete stati vicini. Non so quale potrà essere il mio futuro. Ho trovato un ambiente a cui mi sono legato molto, e anche ai tifosi: ogni volta che vado in centro non c’è una persona che non mi ferma per dire “grazie”, e stiamo retrocedendo. Ringrazio tutti“.

SULLE MOTIVAZIONI DELLA RETROCESSIONE: “Succedono le annate negative, ma se avessi dovuto scommettere su un’annata negativa del Benevento l’avrei vista a metà classifica, o comunque mai ultima. Faccio fatica a trovare una spiegazione per una stagione del genere, è troppo eclatante. Non posso parlare di quanto successo prima“.

SULL’EPISODIO DI CITTADELLA: “Dall’83esimo al 95esimo c’erano 12 minuti, stando in partita l’avremmo potuta vincere. La cosa che mi da più fastidio, i ragazzi lo sanno, è il fatto che è stato demerito nostro e ci ha stroncato tutto“.

SUI RIMORSI: “Rifarei tutte le scelte fatte, erano dettate dal momento. Rifarei tutto, capisco che a qualcuno può non essere andato bene ma sono pagato e spesso pago per le scelte che faccio. Oggi ho salutato i ragazzi per l’impegno, e ho ricevuto lo stesso abbraccio. Non ho parole, questa retrocessione mi fa tanto male e potevo anche evitarla“.

SULLE PRESSIONI: “Il curriculum dei giocatori della rosa del Benevento non deve essere un’alibi per la personalità, che va tirata fuori quando esce. Dal primo tempo con la Reggina ci sono state pressioni, spesso abbiamo rimontato. L’83esimo di Cittadella però me lo ricorderò per tutta la vita“.

SULL’ULTIMA PARTITA CONTRO IL PERUGIA: “Arrivare terz’ultimi è una motivazione. Oggi ho fatto vedere due cose alla squadra prima della partita: la classifica e l’83esimo. Ho puntato molto sul loro orgoglio. Ci sono due situazioni di classifica: se vinciamo possiamo avere risultato da Brescia che ci porta bene, se arriviamo terz’ultimi magari possiamo fare come il Cosenza due anni fa. Questo ho detto loro all’inizio. A Perugia però sarà una guerra, loro dovranno vincere per forza“.

SUGLI AGGIORNAMENTI DAGLI ALTRI CAMPI: “Non volevo avere aggiornamenti, dovevo pensare alla nostra partita“.

SULL’ESCLUSIONE DI SIMY E LA GUMINA: “Sono state persone che hanno capito, sono state scelte. Lavoro per il Benevento, non per i singoli, e faccio quello che deve fare un allenatore con una rosa di 25 giocatori. Non avevo tempo, dovevo decidere in base a quanto vedevo“.

Vigorito: “Non è il momento di parlare di futuro. Devo riflettere se la città vuole il calcio a Benevento”

Vigorito: “Non è il momento di parlare di futuro. Devo riflettere se la città vuole il calcio a Benevento”

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Il Presidente del Benevento ha rilasciato alcune dichiarazioni nel post-gara della vittoria contro il Modena, amara in quanto ha sancito la retrocessione in Serie C del club sannita.

Queste, quindi, le parole di Oreste Vigorito dopo l’ultima sfida del Ciro Vigorito nella stagione 2022-23, ai microfoni di OttoChannel:

Le parole del Tombolato erano un modo per stare vicini, la fiammella era così piccola che non si vedeva più. Oggi sono venuto per salutare, era l’ultima partita qui al Ciro Vigorito. Qualcuno ha interpretato male la Giornata Giallorossa: non era per scherzare né per fare battute, pensavo che potessi non fare un regalo ma invitare la gente allo stadio. Mi dispiace se qualcuno ha pensato che volessi penalizzare gli abbonati. Non ho mai fatto nulla in 17 anni per speculare, non lo avrei mai manda. E’ stato un errore di comunicazione da parte mia e dei miei collaboratori. Immaginate con che stato d’animo stavamo tutti noi pensando a questo giorno, che ha radici lontane. Qualcuno della tv ha detto: “basta pensare a oggi, pensiamo al futuro”. Io dico: “Pensiamo a quello che abbiamo combinato tutti, e vediamo se ci è futuro”. Qui sembra che tutti sappiano quello che deve fare il Presidente Vigorito, mentre ognuno si dovrebbe chiedere che cosa può fare lui per la città e per lo sport. Mi sento di appartenere a questa città, soffro come gli altri quando c’è qualcosa che si perde: che sia un negozio o un giornale che chiude, che sia lo sport. Io opero in questa città, come imprenditore oltre che come calcio. Volete sentire cosa penso io? Non è il momento di parlarne, la sconfitta qualche volte abbatte gli uomini, qualche volta li distrugge e altre volte ancora li fortifica. Apprezzo chi pensa di poter andar avanti, apprezzerò ancora di più chi mi dirà come poter andare avanti. Altrimenti l’anno prossimo invece di piangere per essere andati in C, si piangerà per essere tornati in D. Riflettiamo tutti. Ho ricevuto solidarietà, soprattutto dai giovani che mi hanno chiesto fotografie. Sapere che c’è gente che crede, che se rimaneva un solo tifoso ci sarei stato anche io, è una base. La categoria appartiene anche a chi con il salto di categoria fanno il salto di mentalità, forse noi non lo abbiamo fatto. Siamo tutti responsabili, vorrei che ci fosse la capacità di seguirmi e farmi capire. Se i sogni sono stati fatti insieme, anche quando si trasformano in incubo o in sconfitta la parola insieme rimane. Noi siamo andati al matrimonio, ma ci saranno gli stessi amici del funerale, se non sono andati via prima. Non ho mai pensato di essere invincibile o di voler fare tutto, ho sempre pensato di voler fare quanto potevo fare. Siete stati una parte della mia vita nei miei ultimi 17 anni, abbraccio tutti, non so quanti ne avrò davanti. Stare senza insulti, tamburi e cori che hanno riempito le mie giornate sarà difficile. Stiamo tranquilli, pensiamo a cosa potete fare voi e cosa posso fare io: anzi, pensiamo a cosa possiamo fare noi. Quel noi, per quanto mi riguarda, vale anche oggi che abbiamo perso: vorrei capire se riguarda anche voi“.

Avere persone che ti confortano, che ti stanno vicino, che ti guardano e ai quali puoi regalare ancora qualcosa è la base di partenza. Non so oggi quanti Presidenti avrebbero guardato la partita, quanti ci avrebbero messo la faccia. Vado via da solo, ma con voi nei miei pensieri. Benevento non ha ceduto ai Romani, né ai Longobardi, né al Papa, né ai soprusi: non cederà neanche questa volta“.

Nella sconfitta in finale contro il Crotone erano due anni e mezzo che Vigorito era impegnato nel calcio. La maggior parte delle persone che hanno perso la B nel 2009, l’avevano persa un’altra volta dopo novant’anni e io volevo continuare a cullare quel sogno. Oggi sono io che ho il diritto di chiedere un’apertura di credito a voi. Per 17 anni ho mantenuto le mie promesse, non ho bisogno ora di promettere niente a nessuno. Chi c’è stato sa che sono qui. Dopo 17 anni di calcio a Benevento, ad alto livello, tra A e B, con tante finali play-off, oggi devo fare il resoconto di quello che è stato. Se oggi da imprenditore dovessi dire che Benevento è una piazza che merita palcoscenici diversi, sarei un bugiardo. A livello personale credo che in nessun’altra città avrei potuto avere l’affetto che ho ricevuto qui. A livello imprenditoriale devo dire però che ho aperto un supermarket in una città dove la gente va in salumeria. Devo pensare se la città ama il calcio. Voler offrire uno spettacolo ma essere circondato da persone che hanno il diritto di non amare il calcio non andrebbe bene, allora il progetto del calcio in questa città non è più quello di prendere in serie C calciatori come Castaldo, Evacuo o Clemente. Oggi comprare il migliore per vincere un’altra volta, come successo nel passato, è una cosa che non mi convince. Per me il calcio, con la trasformazione attuale che vede 17-18 società controllate da fondi internazionali e miliardari, non è più il calcio degli Evacuo e dei Castaldo, o meglio sì ma se crescono in casa. Questa città è pronta a far crescere giocatori che non hanno un grande passato alle spalle? Per le categorie e per le possibilità economiche e attrattive che abbiamo sono passati giocatori che potevano passare: quest’anno non è servito. Oltre a costare 20 milioni di euro, in questa stagione avevamo giocatori con oltre 1000 partite in Serie A: non è bastato. Oggi scivolo sopra anche a un piccolo iceberg, devo riflettere. Devo pensare come fare calcio a Benevento, all’organizzazione. Poi devo capire che cosa vuole fare la città, quella parte a cui o non interessa il calcio o è antipatico Vigorito o altro. La vicinanza è quella che conta, e quest’anno è mancata. Abbiamo fatto 7mila800 abbonamenti e in media facevamo mille biglietti: la domenica, però, non eravamo neanche 4mila, neanche gli abbonati sui potenziali 9mila. Se avessi voluto fare una colletta avrei guadagnato di più, ma non era quello l’obiettivo: non volevo i soldi, volevo la gente. Tutti quelli che non sono venuti si sentono esenti da colpe? Verrebbero l’anno prossimo, qualora dovessi fare la campagna abbonamenti? Tutti dicono che sono un Presidente dei vecchi tempi, passionale: ma con chi devo sviluppare questa passione? Fino a prima dell’arrivo in B, al mio compleanno e al mio onomastico trovavo uno stadio con striscioni che mi salutavano. Sono oltre quattro anni che gli unici striscioni che sono arrivati sono “vattene via”. Sarà stata la minoranza: ma la maggioranza dove è? Non è il futuro che va visto, ma il presente. Vanno individuati i motivi per cui si è arrivati a questo problema. Il passato ci deve insegnare a lavorare sul presente, il futuro è un punto interrogativo“.

Lo striscione di quei bambini, “Vigorito non mollare”, l’ho visto e mi ha fatto molto piacere. Quando si mandano i fiori al funerale, però, il morto non può festeggiare lo stesso. E’ una cosa meravigliosa: facciamo una squadra con i bambini? Per me va bene. Il rapporto è tra me e quello zoccolo duro che deve capire che i Vlahovic qui non arrivano“.

A Carfora è stato dato un tributo per la sua voglia in campo, ma anche per offendere i più grandi in campo. La campagna abbonamenti è stata fatta solo ed esclusivamente con i prezzi popolari e con il mese di agosto, dopo una campagna acquisti che ha visto dire che il Benevento era da 8. La società non ha ovattato la squadra, la società non c’è stata: ha fatto un errore enorme. Il Presidente Vigorito ha fatto l’errore di pensare che le persone a cui aveva dato l’incarico, in un anno molto difficile della sua vita, potessero gestire per lui. Gli allenamenti erano a porte chiuse, i giocatori vivono in città, gli allenatori si erano impegnati a vivere a Benevento ma poi non lo hanno fatto. Il nucleo della società ha avuto difficoltà a inserirsi in questo ambiente. Non voglio trovare colpevoli, ma se qualcuno della stampa la smette di dire e inventare stronzate è meglio: le bugie possono avere una logica, le stronzate no e alimentano un qualcosa. Coda non sarebbe mai tornato a Benevento, a gennaio della mia retrocessione non ha voluto rinnovare il suo contratto quindi per me non è un calciatore affidabile. Io vedo il comportamento morale delle persone, e dirmi che il calcio è fatto di queste cose non fa altro che convincermi che non posso stare nel calcio. Vado d’accordo con i bambini, e voglio dare loro un sorriso. Mi interesso poco del resto. Abbracciavo con più piacere i ragazzi della C2 che si emozionavano e io con loro che i calciatori che arrivano qui e per il curriculum vogliono un milione. Non ce l’ho con nessuno, voglio solo sapere perché la gente ritiene che io abbia il dovere di fare il Presidente del Benevento Calcio e sentirmi dire che sono stupido e devo tirare fuori i soldi“.

Vi faccio una domanda: l’ambiente attorno a me può ancora trasferirmi emozioni? Vedere bambini che vengono e mi abbracciano, che mettono lo striscione, mi emoziona. Ma lo hanno fatto due bambini in una curva famiglia“.

Se mio fratello fosse stato al mio posto avrebbe realizzato prima di me il sogno di avere ragazzi del settore giovanile che facevano onore. Quanto risalto avete visto sui giornali? Quanti spettatori? Sono emozionato, i calendari del Benevento erano una mia emozione ma ne sono stati venduti 200. Se tutto questo è legato alla squadra, vorrei ricordare che li abbiamo fatti a Natale e non a Pasqua. Avete un piccolo problema, ma anche i poliziotti: quando vedete insieme 100 persone dite che c’è una folla, un popolo. Per chi è abituato a vivere episodi di spettacolo in città molto più grandi non è nulla. Non ho nessun rancore presso la città, penso che la città di Benevento abbia un bacino di interesse per il calcio molto al di sotto di quelle che erano le mie aspettative quando ho investito tanto da potermi comprare mezza città. Alla prima A abbiamo fatto 4mila abbonati. Quel gennaio spesi 20 milioni per cercare di salvare la squadra, non ci sono riuscito ma la Curva e lo stadio cantavano nonostante la retrocessione. Negli anni ci siamo imborghesiti: ho sbagliato a pensare che i miei collaboratori fossero alla mia altezza, ma non c’è nessuno che possa sostituire me e questo è il risultato, siamo retrocessi. Non mi dite però, però; dite sì o no. Non mi interessa del però. Altrimenti facciamo un referendum, io faccio quello che mi dite voi. Ci sono calciatori che hanno ora 2-3 anni di contratti, ho fatto l’errore di farglielo ma ora come devo fare a mandarli via? Non sono il Presidente che apre la porta e butta via i calciatori. Allora se volessi, dovrei prima trovare un DS e poi abbozzare una formazione. Avete sentito il tifo organizzato, “tutti via da Benevento”? Tanto poi loro cacciano gli assegni e li mandano via. Cominciate, voi stampa, a scrivere la verità, poi vi comprate anche i giornali. Se non vendete i giornali, comprateli voi stessi“.

Foto: Screen OttoChannel

Serie B, 37a giornata: i risultati dei match delle 14. Retrocede anche la Spal, il Perugia crede nella salvezza

Serie B, 37a giornata: i risultati dei match delle 14. Retrocede anche la Spal, il Perugia crede nella salvezza

Calcio

Questo pomeriggio, in contemporanea a BeneventoModena, si sono disputati altri otto incontri valevoli per la 37esima giornata del campionato di Serie B 2022-23. Di seguito, quindi, i risultati e la cronaca dei match odierni, in attesa del posticipo FrosinoneGenoa.

SUDTIROL-CITTADELLA 1-1: poche emozioni nella prima frazione al Druso, match molto bloccato. Un’occasione da registrare, al 34esimo: colpo di testa di Mazzocchi per i padroni di casa, palla fuori non di molto. A inizio ripresa gli ospiti passano subito in vantaggio: Antonucci sblocca l’incontro con un tiro dal limite dell’area. I biancorossi non ci stanno e si riversano in avanti, trovando la rete del pari al 69esimo con Odogwu in acrobazia. La squadra di Bisoli pareggia in casa contro i veneti e resta al quarto posto con 58 punti; la formazione di Gorini con questo punto sale a quota 42, quindicesimo e non ancora aritmeticamente salvo direttamente.

ASCOLI-COSENZA 1-1: passano subito in vantaggio gli ospiti al Del Duca: corner di D’Urso e colpo di testa vincente dell’ex D’Orazio. Rispondono i padroni di casa, Forte di testa manda alto sopra la traversa sull’assist al volo di Adjapong. Tentativo rossoblù al 24esimo: gran pallone di Finotto per Marras ma il numero 32, da ottima posizione, spara alto. Al 35esimo i bianconeri sfiorano il pari: sul cross di Proia, colpo di testa di Dionisi che Micai riesce a deviare in volo. Un minuto dopo, però, arriva il pari marchigiano: sulla respinta di D’Orazio, Buchel colpisce al volo e batte Micai con un gran sinistro. Ancora Ascoli pericoloso sul finire della prima frazione, Micai sventa in corner la potente conclusione di Dionisi. Nel secondo tempo le due squadre si affrontano a viso aperto, ma il risultato non cambia. Da registrare, nel finale, la traversa alta di Lungoyi dei bianconeri di testa e l’espulsione del difensore calabrese Vaisanen per somma di ammonizioni. L’organico di Breda è ora undicesimo a quota 47; il gruppo di Viali, invece, conquista un punto e sale a 40 punti, sedicesimo.

CAGLIARI-PALERMO 2-1: match subito combattuto all’Unipol Domus, ma al 16esimo sono gli ospiti a passare in vantaggio: da corner, Marconi colpisce di testa e la sfera resta nell’area piccola dove arrivare Segre che, anticipata la difesa avversaria, trova la deviazione vincente. Al 23esimo i rosanero sprecano l’occasione per il 2-0 e, due minuti dopo, sono i padroni di casa a pareggiarla: cross di Nandez in area per l’inserimento di Deiola che anticipa tutti e, con il destro, manda la sfera alle spalle di Pigliacelli. Tentativi da una parte e dall’altra: al 35esimo Radunovic respinge sul primo palo un tiro potente di Tutino, al 40esimo Deiola di testa sfiora il 2-1. La ripresa prosegue sulla falsa riga della prima frazione. Al 56esimo arriva l’evento che cambia il match: il difensore del Palermo, Marconi, viene espulso per somma di ammonizioni. Al 64esimo, quindi, il Cagliari trova il gol del vantaggio: Lapadula si gira in area e, dopo aver steso con una finta Mateju, calcia potente con il sinistro nell’angolino della porta dove Pigliacelli non può arrivare. Gli uomini di Ranieri vincono di misura tra le mura amiche e restano al quinto posto con 57 punti; i ragazzi di Corini, invece, restano a quota 48, ottavi.

SPAL-PARMA 0-1: prima frazione intensissima al Mazza, le due squadre non si risparmiano. Ci provano subito gli ospiti con Vazquez, sul suo sinistro dal limite Pomini respinge d’istinto. Miracolo di Chichizola al 23esimo: i padroni di casa si rendono pericolosi sul sinistro rasoterra di Dalle Mura deviato di tacco da Moncini, respinge miracolosamente l’estremo difensore gialloblù. Ancora biancoazzurri in avanti alla mezz’ora: prima Maistro da punizione manda il pallone verso il sette ma trova la provvidenziale deviazione di Chichizola, poi Moncini e Varnier si ostacolano e non riescono a battere a rete. Tentativi da una parte e dall’altra nel finale: Meccariello e Tunjov ci provano per gli estensi, Estevez e Man per gli emiliani, ma il parziale non cambia. Nel secondo tempo i due organici continuano a creare occasioni su occasioni: Zanimacchia colpisce un palo per i ducali. Il gol arriva solamente al 75esimo: El Mudo Vazquez si presenta dagli undici metri e calcia un rigore perfetto battendo Pomini. Poco accade negli ultimi minuti, la Spal prova ad attaccare con orgoglio ma non trova l’1-1. La formazione di Oddo cade in casa contro i ducali e, a quota 35 come il Benevento, retrocede in Serie C; la squadra di Pecchia vince di misura e consolida la propria posizione ai play-off con 57 punti (sesta).

VENEZIA-PERUGIA 3-2: padroni di casa propositivi al Penzo al 14esimo, Pohjanpalo a tu per tu con Abibi manda incredibilmente a lato. Al 26esimo, poi, gli arancioneroverdi trovano il vantaggio: eurogol di Pierini che si smarca dai 20metri con una veronica e piazza il destro all’incrocio, imparabile per Abibi. Gli ospiti provano a reagire poco dopo la mezz’ora di gioco con Di Serio, ma al 42esimo arriva il raddoppio veneto: sul corner di Andersen arriva Carboni che, di testa, svetta e sigla il 2-0. Tentativo dei biancorossi nel recupero, Casasola spedisce a lato a porta vuota. Nel secondo tempo, all’ora di gioco, arriva il tris dei lagunari con Ellertsson, che sfiora anche il poker. Arriva quindi la reazione umbra, che in 14 minuti tra il 64esimo e il 78esimo va due volte in gol, con Luperini prima e Casasola (su rigore) poi. Quest’ultimo, allo scadere, si fa espellere per un litigio con la panchina avversaria. Il gruppo di Vanoli vince in casa con il brivido finale e sale al settimo posto in classifica con 49 punti; l’organico di Castori, invece, pur restando a quota 46, è al diciottesimo posto e si giocherà tutte le speranze salvezza venerdì prossimo in casa contro il Benevento già retrocesso.

BRESCIA-PISA 1-1: primo tempo dai ritmi piuttosto bassi e senza particolari occasioni al Rigamonti. Partono meglio gli ospiti, Mastinu su punizione all’ottavo impegna Andrenacci sul primo palo. Rispondono però i padroni di casa con Labojko che prima raccoglie una palla fuori area e calcia fuori di un soffio, poi conclude a giro dal limite trovando la risposta pronta di Nicolas. Nel finale ci prova Bisoli che, di testa all’interno dell’area piccola, manda incredibilmente alto. A inizio riprese le Rondinelle passano in vantaggio: Bisoli, servito in area da Pablo Rodriguez, colpisce al volo con il destro e batte Nicolas. La rete del definitivo 1-1 arriva al 79esimo quando Morutan, con un cross preciso dalla destra, trova Masucci a battere a rete di testa. I ragazzi di Gastaldello conquistano un punto importante e restano diciassettesimi con 39 punti; gli uomini di D’Angelo, invece, non riescono a vincere ma grazie agli altri risultati scendono solo al nono posto, a quota 47 e a -1 dai play-off.

BARI-REGGINA 1-0: prima frazione caratterizzata da poche emozioni al San Nicola. La partita dei padroni di casa comincia subito male per l’infortunio di Pucino, mentre gli ospiti provano a farsi vedere in avanti affidandosi soprattutto a Strelec e Di Chiara. Occasione calabrese per Canotto che, servito proprio da Di Chiara, calcia sul primo palo e trova un attento Caprile. I pugliesi non ci stanno e crescono con il passare dei minuti, sfiorando il vantaggio con Cheddira prima (murato da Loiacono) e Bellomo poi (palla alta). Al 45esimo, poi, arriva l’1-0 dei galletti: Esposito crossa basso per Folorunsho che anticipa Loiacono e porta avanti i suoi. Nella ripresa gli amaranto, dopo un avvio a ritmi bassi, cercano il pari: ci prova Hernani due volte da punizione, nulla di fatto. Al 78esimo il Bari troverebbe il raddoppio con Ceter, ma l’arbitro annulla per fallo sul portiere Contini. In pieno recupero, poi, Cheddira si divora il 2-0 a tu per tu con l’estremo difensore della Reggina, ma il risultato finale non cambia. La squadra di Mignani vince di misura tra le mura amiche e sale a quota 65, al terzo posto; la formazione di Inzaghi, al contrario, resta a 47 punti ed è ora decima.

COMO-TERNANA 3-1: nella prima mezz’ora di gioco al Piscina Sinigaglia scarseggiano le occasioni da gol. Al 32esimo, poi, gli ospiti passano in vantaggio: dal dischetto, Favilli trasforma il calcio di rigore conquistato da Falletti. Nella ripresa comincia la rimonta dei padroni di casa: al 62esimo Vignali batte con un bel rasoterra Iannarilli. Dopo 8 minuti il sorpasso dei lariani direttamente con Da Cunha su punizione, decisiva la deviazione di Coulibaly. Al 77esimo, poi, Chajia chiude l’incontro sfruttando un errore di Capuano per involarsi verso la porta di Iannarilli e siglare il gol del definitivo 3-1. L’organico di Longo vince in casa e sale in dodicesima posizione con 46 punti; il gruppo di Lucarelli, invece, è quattordicesimo a quota 43.