In occasione della Giornata della Memoria, l’Istituto di Istruzione Superiore “Alessandro Lombardi” di Airola ha promosso un’iniziativa di grande impatto, intitolata “Voci dalla Storia”.
Attraverso la lettura di testi significativi, gli studenti sono stati invitati a riflettere sulle atrocità della Shoah e sull’importanza di mantenere vivo il ricordo di questa tragica pagina della nostra storia.
“La lettura rappresenta uno strumento potentissimo per veicolare conoscenze e focalizzare l’attenzione su tematiche profonde”, ha dichiarato la Dirigente Scolastica Maria Pirozzi.
“È fondamentale che le nuove generazioni conoscano la storia, comprendano le sue complessità e traggano insegnamenti per costruire un futuro migliore, fondato sui valori della pace, della tolleranza e del rispetto per la diversità”.
All’interno di un nuovo spazio biblioteca, allestito dagli stessi studenti nell’atrio del plesso centrale, le classi coinvolte hanno approfondito opere come “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman, “Il pane perduto” di Edith Bruck e “Se questo è un uomo” di Primo Levi. Guidati dai loro insegnanti, gli studenti hanno potuto confrontarsi sulle esperienze dei protagonisti, sulle atrocità dei campi di concentramento e sull’impatto devastante dell’odio.
“Questo progetto – ha aggiunto la Dirigente Pirozzi – va oltre la semplice commemorazione. È un percorso di crescita che coinvolge l’intera comunità scolastica e che ci invita a riflettere sul nostro ruolo di cittadini attivi e consapevoli”.
L’Istituto Lombardi, con questa iniziativa, conferma il suo impegno nella formazione integrale degli studenti, promuovendo non solo l’apprendimento delle discipline, ma anche lo sviluppo di competenze trasversali come la capacità critica, l’empatia e il senso di responsabilità.
Benevento| Unifortunato: al via la VI edizione del Laboratorio Accademico Shoah: “Memoria, didattica, diritti”, con Bruck, Pezzetti, Voghera, Guetta
Martedì 29 ottobre alle ore 15.30 prenderà il via la VI edizione del Laboratorio interdisciplinare Shoah: memoria, didattica e diritti promosso dall’Università Giustino Fortunato e diretto dal Prof. Paolo Palumbo, Associato di Diritto ecclesiastico e canonico presso lo stesso Ateneo.
Il percorso gode anche quest’anno del patrocinio morale dell’Unione dei Giovani Ebrei d’Italia. Gli appuntamenti del Laboratorio, gratuiti ed aperti a tutti, si tengono a cadenza mensile e anche quest’anno vedranno la presenza di illustri ospiti, relatori e testimoni.
“Il Laboratorio accademico dell’Università “Giustino Fortunato” – afferma il Magnifico Rettore Prof. Giuseppe Acocella –intende approfondire e consolidare il valore civile, morale, sociale, giuridico che il sacrificio di milioni di ebrei e la barbara responsabilità nazista hanno significato perché l’umanità riconquistasse la certezza del senso del diritto e della giustizia come criterio di vita per popoli e persone”.
“Obiettivo del laboratorio – spiega il Prof. Paolo Palumbo – è far acquisire strumenti interpretativi e capacità critica per una maggiore comprensione della Shoah, per studiare e approfondire la storia dell’Olocausto che resta, come scrive Primo Levi, una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”.
Ecco il programma completo degli incontri gratuiti, online ed aperti a tutti previa adesione alla mail eventi@unifortunato.eu
29 Ottobre 2024 ore 15.30 – 17.30
Nuove ricerche sulla deportazione dall’Italia ad Auschwitz
Prof. MARCELLO PEZZETTI, Storico della Shoah e già direttore del Museo della Shoah di Roma
18 Novembre 2024 ore 15.30 – 17.30
Sugli ebrei. Domande su antisemitismo, sionismo, Israele e democrazia
Prof. GADI LUZZATTO VOGHERA, Storico dell’ebraismo e dell’età contemporanea; Direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea
11 Dicembre 2024 ORE 15.30 – 17.30
L’antisemitismo oggi: sfide e prospettive tra religioni e regressive democracy Incontro con gli autori del focus tematico della rivista Quaderni di Diritto e Politica Ecclesiastica n. 2/2024
Prof.ssa DANIELA MILANI, Ordinaria di Diritto ecclesiastico e canonico nell’Università degli Studi di Milano Prof.ssa ENRICA MARTINELLI, Associata di Diritto ecclesiastico e canonico nell’Università degli Studi di Ferrara Prof. PAOLO PALUMBO, Associato di Diritto ecclesiastico e canonico nell’Università Giustino Fortunato di Benevento Prof.ssa CRISTIANA CIANITTO, Associata di Diritto ecclesiastico e canonico nell’Università degli Studi di Milano Dott.ssa TANIA PAGOTTO, Assegnista di ricerca in Diritto ecclesiastico nell’Università degli Studi di Milano Bicocca
23 Gennaio 2025 ORE 15.30 – 17.30
I frutti della memoria. La mia testimonianza nelle scuole
EDITH BRUCK, sopravvisuta all’Olocausto
Dott. EUGENIO MURRALI, Giornalista e scrittore
17 Febraio 2025 ore 15.30 – 17.30
Gli ebrei in Europa: tra assimilazione e antisemitismo
Prof. GIANLUCA ATTADEMO, Docente di Etica e bioetica nell’Università Federico II di Napoli
26 Marzo 2025 ore 15.30 – 17.30
Laboratorio di didattica della Shoah “I Witness”: memoria ed educazione civica per una cittadinanza consapevole
Prof.ssa SILVIA GUETTA, Associata di Pedagogia generale e sociale nell’Università degli Studi di Firenze
29 Aprile 2025 ore 15.30 – 17.30
Ascarelli: una famiglia ebrea di imprenditori visionari che cambiò il volto di Napoli
Dott. NICO PIROZZI, Giornalista; Presidente dell’associazione Memoriae-Museo della Shoah
Nel corso dell’anno sono previsti gli incontri testimonianza con Sami Modiano ed Andra e Tatiana Bucci, sopravvissuti all’Olocausto. Comitato scientifico: Paolo Palumbo (Coordinatore), Aniello Parma, Tonia De Giuseppe, Elvira Martini
Per partecipare agli incontri gli studenti universitari possono inviare una mail di adesione ad eventi@unifortunato.eu. Gli incontri si terranno in modalità online. Gli iscritti riceveranno le credenziali per l’accesso all’aula virtuale.
VIDEO – “Memoria è Umanità”, Massimo Cacciari al San Marco di Benevento
Presso il Teatro San Marco di Benevento, all’interno delle attività previste dal Laboratorio su “Shoah: memoria, didattica e diritti” dell’Università Giustino Fortunato, si è tenuta, nella mattinata del 6 dicembre, la lectio magistralis del filosofo, saggista, politico e opinionista italiano Massimo Cacciari.
Affollato il teatro di studenti di vari istituzioni superiori della città e della provincia, tutti in attesa della dotta lettura del tema dell’olocausto da parte del pensatore/filosofo.
Hanno accompagnato Cacciari sul palco Paolo Palumbo, professore associato della Giustino Fortunato nonché coordinatore del laboratorio in parola e Fiorenzo Masetti, Direttore Amministrativo della stessa università.
Dopo i saluti di rito da parte del Palumbo, che ha ricordato il significato della memoria del genocidio ebraico per la storia della nostra umanità e dopo aver porto i saluti di Giuseppe Acocella, Rettore Unifortunato, assente per motivi familiari, la parola è stata data al Cacciari che ha subito premesso di voler articolare il suo intervento approfondendo il tema della memoria della shoah e soprattutto delle cause che l’hanno generata.
Ricordare, dice, non è semplicemente un commemorare generico, ma è soprattutto riportare una cosa al proprio cuore, rimetterla al centro e renderla indimenticabile, infatti il ricordo è strettamente collegato all’oblio, che non potrebbe esistere se non avessimo qualcosa da ricordare. Ricordare però è possibile solo se ci rifacciamo a ciò che conosciamo e che, in qualche modo, è vivo nel nostro presente e può ancora influenzare la nostra vita attuale.
Ricordiamo dunque, perché le conosciamo, le cause storiche che portarono alla nascita del nazismo, un processo che Aristotele definiva “scire per causas”, come la pace di Versailles, la sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale, la disoccupazione e la miseria da ciò generate, la debolezza della Repubblica di Weimar, una democrazia “senza scettro” perché non in grado di combattere i propri nemici, compreso il nascente Nazismo, un antisemitismo diffuso, come del resto accadeva anche in altri paesi europei e la paura della rivoluzione dell’ottobre russo.
Il Nazismo aveva ben chiaro il suo programma fin dall’inizio, ideologia che ha attuato in modo tecnico preciso, un odio razionale che non è giustificabile secondo le cause storiche indicate, in un processo che vede una specie di salto da questioni storiche a pratica di annientamento, anzi di annichilimento di un popolo; gli ebrei non erano da asservire o conquistare, erano da far scomparire del tutto come esistenti, in un fine politico tecnicamente perseguito.
La ragione di tale fenomeno, ha affermato, è da ricercare in quel “male radicale” di cui ci parla E.Kant, in una chiave non più solo storica, ma filosofico/antropologica. Moltissimi si sono interrogati sul fenomeno nazista, come ha fatto anche Hanna Arendt che ha definito la crudeltà nazista una “banalità del male”, mentre ricordiamo che un intero popolo, quello tedesco, ha assecondato il fenomeno nazista secondo il criterio della “ordinalità” del male, in un passaggio dal comune bisogno di libertà ad un altrettanto naturale atteggiamento di servitù, di sicurezza, perchè gli uomini hanno bisogno di obbedire, contraddicendo in ciò la passione per la libertà quando hanno un pastore che li guida e che li libera da responsabilità.
In noi convive ragione e follia radicale, afferma Cacciari, quasi fossero due forze presenti, insieme a molte altre, in ciascuno di noi. Il Nazismo ha individuato negli ebrei il proprio nemico, antagonista da annichilire, non solo sconfiggere, emulo della concezione umana che possiamo cancellare, dunque annichilire tutto e tutti, che qualcosa che è, sia niente, estremo concepibile, che abbiamo in noi, della volontà di potenza, quasi che il nostro nemico non sia umano e dunque eliminabile.
Una mentalità che potrebbe ripetersi in ogni momento, per questo il male va estirpato alla radice, educando al fatto che la nostra potenza è solo plasmatrice, non distruttiva. Questo vuol dire ricordare e conoscere, ribadisce il filosofo.
S. Agostino, afferma, ci dice, che la nostra memoria ha la particolarità di ricordare che dimentichiamo, facoltà che nessuna intelligenza artificiale potrà mai avere, questa è l’umanità del ricordo, una memoria che ha in sé l’oblio, la macchina artificiale funziona senza la “dotta la ignoranza” di cui parla Cusano. Il nostro sapere è fatto di ciò che non sappiamo, per questo siamo sempre alla ricerca della conoscenza, ma se come diceva Nietzsche “ci vuole molta forza per dimenticare”, dobbiamo dare a questa dimenticanza un valore positivo perché la dimenticanza permette, in molti casi, di giungere con l’altro ad una pace.
“Dimenticare” ha però affinità semantica con “perdonare”, una vera concordia si può avere con il ricordare, ma soprattutto con il dimenticare, se infatti dimenticassimo/perdonassimo, forse si potrebbe arrivare, dove c’è stato un conflitto, ad una pace.
Un grande applauso ha accompagnato la lezione di Cacciari che non si è sottratto, in seguito, alle tante domande poste dagli allievi presenti, in un afflato di pensiero e di riflessione che si è spinto presto, come era naturale che accadesse, ben oltre l’importante tema della Shoah.
“Rovine ebraiche. La difficoltà del ritorno dei sopravvissuti”: giovedì il secondo appuntamento del Laboratorio interdisciplinare Shoah
Giovedì 16 novembre alle ore 15.30, si terrà il secondo appuntamento della V edizione del Laboratorio interdisciplinare Shoah: memoria, didattica e diritti promosso dall’ Unifortunato e diretto dal Prof. Paolo Palumbo, Associato di Diritto ecclesiastico e canonico.
L’incontro online avrà come tema “Rovine ebraiche.La difficoltà del ritorno dei sopravvissuti” ed interverrà la Prof.ssa Antonella Salomoni – Università Alma Mater di Bologna
L’intero ciclo ha il patrocinio morale dell’Unione dei Giovani Ebrei d’Italia.
Gli appuntamenti del Laboratorio, gratuiti ed aperti a tutti, si tengono a cadenza mensile e anche quest’anno vedranno la presenza di illustri ospiti, tra i quali il Prof. Massimo Cacciari (6 dicembre), l’On. Emanuele Fiano (25 gennaio) vari docenti universitari ed il sopravvissuto Sami Modiano.
Nella mattinata di mercoledì 10 Maggio, presso l’affollato, ma significativo Auditorium del Seminario di Benevento, si è tenuto l’incontro/testimonianza con Lia Levi, scrittrice e sopravvissuta della Shoah. L’evento è stato organizzato dall’Università “Giustino Fortunato” all’interno delle attività didattiche del laboratorio accademico “Shoah: memoria, didattica e diritti”.
Presenti moltissime scuole di Benevento di diverso ordine e grado, la manifestazione è stata presentata dal prof. Paolo Palumbo, straordinario di diritto ecclesiastico e canonico e coordinatore del laboratorio accademico presso l’Università “Giustino Fortunato” di Benevento, che ha diretto i momenti della mattinata scolastica e storica scandendo le fasi dell’evento rievocativo.
Parole, musica e movenze di ballo hanno aperto la rassegna ad opera degli allievi della compagnia di ballo di Carmen Castiello, la lettura delle parole che hanno fatto da sfondo alle movenze, hanno contato i passi, le valigie e le persone avviate ai campi di sterminio, hanno scandito la storia dei trasporti, delle angosce di uomini e donne, dei sorrisi innocenti e ignari dei tanti bambini, delle lacrime e della vana speranza di vivere solo un viaggio con esito fausto.
Poiché però l’angoscia della Shoah è stata dettata dalla crudeltà illogica di esseri umani contro altri esseri umani innocenti, è stata ricordata, sempre con parole e danza, la disinfezione degli abiti dal gas venefico con cui venivano eliminati gli ebrei, le migliaia di barattoli di Zyklon B, agente tossico nelle camere a gas, dal costo di due centesimi per ogni giustiziato e poi il fischio della locomotiva in arrivo che pretendeva che i forni dovessero essere pronti.
Un annientamento che nel ’44 annoverava 20000 esseri umani al giorno.
Il Rettore dell’Unifortunato prof. Giuseppe Acocella, ricorda come la Shoah sia stato l’evento con cui il novecento ha celebrato la sua tragedia, ma che ha dato, in seguito, il via ad una svolta politica e democratica di tutta l’umanità, con la rinascita della democrazia e di tutti gli ordinamenti giuridici. Egli, riferendo le parole del Sindaco Mastella, assente per ragioni istituzionali, ha condiviso la soddisfazione del primo cittadino alla partecipazione di tanti giovani beneventani ad eventi come quello della mattinata.
La testimonianza della Levi, ha continuato, è tanto più importante in questo mondo effimero che adora solo i miti dell’inutilità.
Ha preso poi la parola la Levi, scrittrice, giornalista e superstite dell’Olocausto italiano, che ha tenuto a ribadire che la sua presenza voleva essere solo uno stimolo a domande dei giovani lì convenuti e non una pura testimonianza, di cui però si ha bisogno per sostenere la memoria.
Prendendo spunto dal suo ultimo libro: “Ognuno accanto alla sua notte”, ella ha voluto testimoniare soprattutto il bisogno di avere “nipotini” a cui raccontare le paure, i silenzi tremebondi, l’angoscia di una vita scardinata dalla quotidianità, la sofferenza di essere additata come “nemico” da eliminare, il timore di non avere un domani, il tormento della persecuzione razziale, il tutto per la sola appartenenza ad un’altra religione.
Dopo l’8 settembre 1943, trasferitasi con la famiglia a Roma, racconta come a sei anni riuscì a salvarsi dalle deportazioni nascondendosi con le sue sorelle nel collegio romano delle Suore di San Giuseppe di Chambéry , la mamma le raggiunse poco dopo, il papà dovette rifugiarsi in vari pensionati in città.
Il suo libro, che presenta per l’occasione, quasi con riferimento al Decamerone di Boccaccio, parla di due donne ed un uomo che, ritiratisi in una casa di campagna per studiare insieme l’inglese, scoprono di condividere la memoria di un passato doloroso, in un tempo in cui l’invasione tedesca della capitale segna il momento più terribile della persecuzione ebraica.
Dopo il suo intervento, un gran numero di allievi si avvicinano a lei per porre domande sulla sua storia e sulle sue emozioni. Le viene chiesto se nutre sensi di colpa per essere sfuggita alla persecuzione e lei risponde che tutti coloro che sono sopravvissuti nutrono sensi di colpa, soprattutto al pensiero di quanti invece sono stati eliminati.
Le leggi razziali che l’hanno allontanata dalla scuola pubblica, dice rispondendo ad altra domanda in merito, sono state viste da lei, all’epoca, quasi un regalo di Mussolini che non voleva che i bambini si stancassero con la scuola, ma soprattutto perché i suoi genitori hanno protetto i loro figli non dicendo mai tutta la verità.
La forza di andare avanti, dice ancora, nasceva dalla speranza che tutto sarebbe finito presto, ma tutto ciò non implica il perdono per gli aguzzini, non ci può essere perdono per chi non si pente perché se così fosse si accetterebbe e autorizzerebbe il male.
In merito alle responsabilità di Papa Pio XII nella mancata difesa degli ebrei, ella ha un giudizio critico perché crede che il Pontefice avrebbe potuto fare di più, considerato il fatto che gli ebrei di Roma si sentivano meno in pericolo proprio per la presenza del Papa in città.
Seguono le esibizioni tematiche del liceo musicale Guacci di Benevento che precedono, da parte del Rettore, al conferimento alla Levi del “Fortunato d’oro”, premio intitolato ad un uomo che amava il meridione, ma soprattutto esso simbolo dell’importanza che l’ateneo vuole dare al corrente laboratorio sulla Shoah, evento che ha cambiato la storia del mondo perché non è stato solo l’Olocausto di un popolo, ma la morte del senso di umanità.
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