I Carabinieridella Stazione diFrigento hanno arrestato una 58enne del luogo, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Avellino. La donna, già da tempo detenuta ai domiciliari, è stata condannata per tentato omicidio.
I fatti risalgono a settembre 2022 allorquando la predetta mise in atto un vero e proprio agguato, consumato a colpi di accetta, dopo aver atteso che la vicina parcheggiasse la sua autovettura e senza darle nemmeno il tempo di scendere dal veicolo.
L’immediata attività d’indagine consentì ai Carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano di identificare e arrestare, nel giro di poche ore, la presunta responsabile. Ieri sera la donna è stata tradotta al carcere di Avellino, dovendo scontare una pena residua di 8 anni di reclusione.
Tentato omicidio Rotondi, al via il processo a carico dei presunti responsabili
Si è tenuta presso il Tribunale di Avellino in composizione collegiale Presidente Roberto Melone giudici a latere latere Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, il processo a carico di Concetta Esposito, 29 anni di Cervinara, difesa dall’avvocato Vittorio Fucci e Giuseppe Luciano, 35 anni di Bonea, difeso dall’avvocato Teresa Meccariello.
Gli imputati furono arrestati con l’accusa di tentato omicidio premeditato. In particolare nella notte tra il 2-3 giugno l’Esposito e il Luciano si recavano presso casa di alcune persone di Rotondi e una volta lì i due avrebbero accoltellato 2 dei presenti a seguito di un diverbio sorto per motivi economici.
Una persona fu colpita all’addome e l’altra fu colpita al petto da colpi quasi letali, versando in condizioni gravi per diversi giorni. Secondo i medici il colpo un cm più in là avrebbe causato la morte della presunta vittima.
Attualmente il Luciano è detenuto preso il carcere di Belizzi Irpino, mentre l’ Esposito si trova sottoposta agli arresti domiciliari nella sua abitazione La prossima udienza si terrà il 24 gennaio.
VIDEO – Tentato omicidio Rione Libertà: identificato il mandante, si cerca l’esecutore
A seguito di una mirata, tempestiva ed articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Benevento, nella mattinata odierna hanno dato esecuzione alla ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Nicola Fallarino, 38 anni, attualmente detenuto per altro presso la casa circondariale di Augusta (SR), ritenuto gravemente indiziato, quale mandante, in concorso con uno o più soggetti liberi allo stato non ancora identificati, del delitto di tentato omicidio pluriaggravato (tentato femminicidio), porto illegale d’arma, tentata estorsione pluriaggravata e rapina pluriaggravata nei confronti della ex compagna.
Le indagini sono state avviate in occasione del grave episodio delittuoso avvenuto la mattina del giorno 11 novembre u.s. quando gli investigatori della Squadra Mobile raggiungevano via Ferrara n. 2 /B di Benevento, ove era stata segnalata l’esplosione di un colpo di arma da fuoco nei confronti di Annarita Taddeo; rinvenuta, infatti, sul pianerottolo mentre perdeva sangue dalla testa e rapidamente trasportata in Ospedale, dove le veniva riscontrata una “frattura chiusa della volta cranica” con un corpo estraneo conficcato al lato sinistro della fronte.
Escussa a s.i.t., la vittima chiariva di essere stata attinta alla testa da un colpo d’arma da fuoco sparato a bruciapelo sul pianerottolo di casa,di essersi accasciata al suolo, pur non avendo perso i sensi e di essersi finta morta, potendo così vedere il killer che entrava nell’appartamento da lei abitato frugava nella sua borsa e vi usciva portando con sé i suoi telefoni cellulari e- come accertato solo successivamente-anche la somma di euro 2000,00.
Nella medesima mattinata venivano acquisite le immagini di videosorveglianza delle zone pertinenti al luogo del fatto e come indicato dalla persona offesa, emergeva che l’autore dei fatti si era allontanato indossando un casco integrale a bordo di uno scooter, risultato di provenienza furtiva in quanto rubato a Napoli e trasportato e nascosto a Benevento alcuni giorni prima del fatto pronto per essere utilizzato per l’azione criminosa.
Nel corso delle prime attività investigative venivano sequestrati un bossolo calibro 6,35 e la relativa ogiva estratta direttamente dalla fronte della p.o. nonché i due telefoni cellulari in uso alla persona offesa, di cui si era disfatto l’autore del fatto a breve distanza dal luogo del reato dopo aver provveduto a danneggiarli per tentare di distruggere le prove della responsabilità del prevenuto poi rinvenute sugli stessi.
Infatti, la successiva analisi forense effettuata sui menzionati telefoni consentiva di recuperare alcuni fondamentali messaggi dai quali emergeva chiaramente che l’uomo oggi colpito da ordinanza cautelare aveva maturato il proposito di attentare alla vita della ex compagna già diversi giorni prima del tentato omicidio perché non tollerava l’interruzione della relazione, che li legava da tempo, e dei colloqui in carcere da parte della donna e la nuova vita sentimentale della stessa e pretendeva, a causa di ciò, che la stessa abbandonasse l’appartamento in cui avevano convissuto e l’attività commerciale da lei gestita da tempo, asseritamente di sua appartenenza.
Nei messaggi alla donna l’attuale indagato la minacciava reiteratamente che l’avrebbe fatta sparare, le avrebbe fatto incendiare tutto quanto posseduto dalla stessa e dalla sua famiglia, dalla casa alla macchina alle attività commerciali dalla stessa gestite e le avrebbe fatto, altresì, terra bruciata intorno, costringendola in tal modo ad andar via da Benevento, quale pena da pagare per essersi allontanata da lui, tutte minacce reiterate in più di una occasione.
Venivano, quindi, avviate attività di intercettazione, tra l’altro, su più utenze in uso all’indagato, sia pure in stato di detenzione, dalle quali emergeva che l’uomo, dopo aver appreso del fallimento del tentativo, affermava senza mezzi termini che, nonostante fosse detenuto, aveva ugualmente la possibilità di far uccidere chiunque, in qualsiasi momento, fin dentro il letto di casa, ed anche con estrema facilità, potendo contare su numerose amicizie, maturate anche in ambiente carcerario, con soggetti pronti a raggiungere Benevento, a colpire ed andare via.
Continuava a pretendere, inoltre, che la vittima e la sua famiglia dovevano restituirgli il bar altrimenti sarebbero morte entrambe, madre e figlia (odierna vittima del tentato femminicidio contestato) e che stava aspettando che uscisse di galera il padre della vittima per far uccidere anche lui, oltre a voler far saltare in aria il bar con delle bombe che aveva nella sua disponibilità, a riprova della fitta rete di uomini di fiducia disposti ad eseguire i suoi ordini anche quelli più gravi e complessi.
Non lesinava, peraltro, in ulteriori conversazioni, continue minacce di morte e/o di spedizioni punitive di altro genere anche contro i presunti nuovi compagni della donna, attuali ed eventualmente futuri, nonché contro tutti i soggetti rei di essersi schierati dalla parte della donna ed otteneva dal proprio interlocutore, soggetto libero, un controllo morboso e quotidiano sugli spostamenti e le frequentazioni della vittima, così dimostrando di poter contare di una fitta rete di appoggio fatta anche di soggetti liberi che gli consentivano anche, nonostante lo stato di detenzione, di monitorare, fino al giorno dei fatti, finanche tutto quanto avveniva nell’attività commerciale da lui rivendicata mediante un impianto di videosorveglianza direttamente collegato al proprio cellulare.
Emergeva anche che l’indagato intrecciava rapporti con numerosi soggetti disponibili a farsi intestare fittiziamente attività commerciali anche dopo il grave evento.
Ed ancora rappresentava in più di una occasione che la cessazione della relazione sentimentale, evidentemente decisa dalla donna e da lui mal subita e vissuta come un’onta, doveva portare con sé la fine di tutti i “benefici” ad essa connessi.
Alla luce degli esiti di tutte le attività di indagine e delle intercettazioni, emergevano, dunque, gravi indizi in ordine alla circostanza che l’indagato avesse premeditato e ordinato l’omicidio della donna per il risentimento e la rabbia per la fine della relazione con la stessa che, resistendo strenuamente a tutte le minacce subite, da mesi non si recava più a colloquio, pretendendo di costringerla, conseguenzialmente, a lascargli il bar– del quale non risulta neppure formalmente proprietario – e l’appartamento di via Ferrara n. 2/B, in cui la donna continuava ad abitare.
Tale movente si accompagnava anche al suo sospetto che la donna stesse progettando di uccidere il figlio quale ritorsione per tutte le minacce da tempo subite ad opera dell’indagato. Sempre nel corso della mattinata odierna, contestualmente all’esecuzione della predetta misura cautelare, con l’ausilio di personale del Reparto Prevenzione Crimine e della Polizia Penitenziaria, al fine di accertare compiutamente i fatti ed in particolare, al fine di giungere all’identificazione dei correi e della vasta rete di appoggio al detenuto, sono state eseguite perquisizioni personali, locali ed informatiche, con conseguente sequestro di corpi del reato o cose pertinenti al reato nei confronti di 28 soggetti liberi residenti nella provincia di Benevento, 2 soggetti detenuti presso la locale casa circondariale e 10 soggetti detenuti presso la casa circondariale di Augusta (SR).
Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati n. 3 telefoni cellulari presso il carcere di Augusta, numerosi altri, oltre pc e tablet, da esaminare, presso le abitazioni, 3,50 gr. di Hashish con segnalazione per art 75 dpr 309/90, 4,30 grammi di cocaina con arresto in flagranza del possessore, numerosi titoli di credito di importo rilevante su cui saranno svolte indagini.
Infine, in data odierna, è stato portato ad esecuzione e notificato al detenuto, sempre su ordine della Procura della Repubblica di Benevento. il provvedimento di esecuzione di pene concorrenti nei confronti di condannato già detenuto con il quale, in seguito a decisione della Cote di Assise di Benevento, in funzione di giudice dell’esecuzione, su richiesta della medesima procura, applicava l’ergastolo ma con l’isolamento diurno per la durata di anni uno e pene accessorie, atteso che lo stesso doveva espiare oltre l’ergastolo una pena cumulata di anni 26 e mesi 8 di reclusione, per altre condanne.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
Anche il provvedimento adottato di applicazione di pene concorrenti è soggetto ad impugnazione da parte del condannato.
Ascoltiamo, quindi, le parole del Procuratore della Repubblica Dott. Aldo Policastro e del ViceQuestore Flavio Tranquillo.
Il giovane, ritenuto responsabile dell’accoltellamento di un 37enne, è accusato di di tentato omicidio e porto di armi od oggetti atti ad offendere.
Alle prime luci dell’alba, i militari della Compagnia Carabinieri di Benevento hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti di un giovanissimo del posto per il reato di tentato omicidio e porto di armi od oggetti atti ad offendere.
L’episodio si è verificato nel centralissimo piazzale Vari, sede della movida beneventana, intorno alle 03:45 odierne, nei pressi di un noto locale della città. La zona frequentatissima dai giovani provenienti dal capoluogo e dai vicini centri abitati, è stata oggetto, dapprima, di un aspro diverbio tra ragazzi, originato da futili motivi, nel corso del quale un 19enne, noto alle FF.OO., dopo aver tirato fuori un coltello, ha colpito con violenza e per tre volte (al torace e al fianco sx) un 37enne di Casalduni (BN). La vittima, trasportata in codice rosso presso Ospedale Sacro Cuore di Gesu’-Fatebenefratelli di Benevento, si trova in prognosi riservata, non in pericolo di vita.
L’allarme partito subito da parte dei ragazzi presenti e che hanno osservato la scena ha consentito ai Carabinieri, presenti con numerose pattuglie sul territorio, di accorrere immediatamente sul posto e presso l’ospedale. Le prime indagini, condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile e dalla Stazione di Benevento, hanno consentito, grazie anche alle visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza cittadine e dei locali presenti in zona, di individuare subito il colpevole che veniva accompagnato presso la caserma dei Carabinieri di via Meomartini e dichiarato in stato di fermo di indiziato di delitto. Terminate le formalità di rito, il giovane sarà tradotto presso la locale casa circondariale, così come disposto dalla Procura della Repubblica di Benevento.
L’odierna operazione rientra nell’ampio dispiegamento di pattuglie disposto dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Benevento, finalizzato ad un articolato controllo del territorio, al fine di consentire lo svolgimento in sicurezza di tutte le attività economiche e sociali.
Il giovane fermato per il delitto è allo stato indagato e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.
Tentato omicidio a Montoro: fermati un 50enne e un 23enne
I Carabinieri della Compagnia di Solofra, all’esito di ininterrotte indagini hanno proceduto al fermo d’indiziato di delitto nei confronti di un 50enne e del figlio convivente 23enne, entrambi di Montoro, ritenuti responsabili di tentato omicidio e lesioni personali.
I fatti si sono verificati a Montoro alla frazione San Felice, dopo la mezzanotte di domenica, al termine della festa patronale.
Grazie alla tempestiva attività svolta, i Carabinieri hanno identificato i due soggetti quali presunti partecipanti alla rissa nel corso della quale tre giovani di Mercato San Severino (SA) hanno riportato ferite da arma da taglio.
Su disposizione della Procura della Repubblica di Avellino, i due fermati sono stati associati alla Casa Circondariale di Bellizzi Irpino.
Ancora da chiarire il movente scatenante la violenta aggressione.
E’ accaduto venerdì, nei pressi del parco delle Acacie di Atripalda.
I Carabinieri della Compagnia di Avellino hanno tratto in arresto un 31enne di Atripalda, ritenuto responsabile di tentato omicidio.
Nella tarda serata di venerdì, nei pressi del parco delle Acacie di Atripalda, al culmine di una lite scaturita da futili motivi, l’uomo, in preda ai fumi dell’alcool, avrebbe colpito con un coltello, in varie parti del corpo, un 47enne di Avellino.
Quest’ultimo, soccorso da personale medico del 118, è ricoverato all’ospedale Moscati di Avellino.
Il tempestivo intervento di una pattuglia della Sezione Radiomobile e della Stazione di Avellino ha consentito l’arresto in flagranza di reato del presunto responsabile e il sequestro dell’arma bianca utilizza per il delitto.
Su disposizione della Procura della Repubblica di Avellino il 31enne è stato associato alla Casa Circondariale di Bellizzi Irpino.
Tentato omicidio a Rotondi: arrestato 34enne di Benevento
Insieme all’uomo è stata tratta in arresto anche la compagna 28enne di Cervinara: entrambi sono ritenuti responsabili di tentato omicidio in concorso e porto abusivo di arma.
I Carabinieri della Stazione di Cervinara hanno tratto in arresto un 34enne della provincia di Benevento e la compagna 28enne di Cervinara, ritenuti responsabili di tentato omicidio in concorso e porto abusivo di arma bianca. I fatti sono accaduti ieri sera a Rotondi.
A seguito di una segnalazione giunta al “112”, l’operatore ha disposto l’immediato intervento di una pattuglia della Stazione di Cervinara presso l’abitazione ove si era verificata una lite tra più persone.
Sul posto i militari hanno accertato che poco prima, al culmine di una furiosa lite in casa, un 37enne e un 40enne (rispettivamente residenti nel nolano e in provincia di Caserta) avevano riportato ferite d’arma da taglio.
Al momento preoccupanti le condizioni del 40enne, ricoverato al “Moscati” di Avellino. Secondo una prima ricostruzione, lo stesso avrebbe cercato di impedire che i due arrestati aggredissero la compagna, sorella del 37enne anche lui colpito da fendenti.
Grazie alla tempestiva attività d’indagine, qualche ora dopo i Carabinieri hanno rintracciato i due presunti responsabili e sequestrato il coltello a serramanico (ancora con tracce di sangue) utilizzato per compiere l’azione criminosa.
Gli elementi raccolti hanno consentito ai Carabinieri di delineare un coerente quadro indiziario che, d’intesa con la Procura della Repubblica di Avellino, ha portato all’arresto della coppia.
Montesarchio| Ragazzo accoltellato, oggi l’udienza di convalida per l’aggressore: le ultime
In programma oggi l’udienza di convalida per Giuseppe Maglione, 24 anni di Montesarchio, difeso dall’ avvocato Vittorio Fucci.
Il Maglione è accusato di un reato molto pesante: tentato omicidio premeditato e porto e detenzione illegale di arma.
La sua posizione che sembrava già difficile, diventa ancora più complicata a causa dell’aggravante della premeditazione.
Ricordiamo che al Maglione si contesta di aver inflitto 22 coltellate (di cui diverse anche in parti vitali, come nel petto) a Emilio Arpaia, 28 anni di Montesarchio, con la premeditazione di ucciderlo (leggi QUI).
Arpaia è stato trasferito con elicottero al Policlinico di Napoli ed è stato operato. Le sue condizioni restano molto gravi.
Un giovane è stato trasportato in eliambulanza presso il policlinico Federico II di Napoli per le numerose coltellate ricevute da un suo coetaneo. I Carabinieri del locale nucleo radiomobile intervenuti nella prime ore della mattinata in una piazzola di sosta lungo la strada provinciale di Montesarchio a seguito di una segnalazione per incidente stradale accertavano invece la presenza di una persona priva di sensi, che riversa a terra presentava numerose ferite al torace.
Le condizioni della vittima apparivano sin da subito gravi e solo grazie alla pronta manovra di rianimazione praticata da un militare consentiva i sanitari del 118, successivamente intervenuti, si stabilizzare il giovane.
Le successive indagini investigative e l’accurato sopralluogo della scena del crimine svolte dal personale della locale stazione, dal nucleo operativo di Montesarchio e dal nucleo investigativo del reparto operativo, coordinate dalla procura di Benevento consentivano di identificare e trarre in arresto un giovane coetaneo della vittima.
L’aggressore su disposizione del sostituto procuratore di turno veniva associato presso la casa circondariale di Benevento a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La persona arrestata è da ritenersi sottoposta alle indagini e pertanto innocente sino a sentenza definitiva.
CIRIGNANO DI MONTESARCHIO. Nel pomeriggio di ieri 13 gennaio 2022, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Montesarchio sono intervenuti alle frazione Cirignano di Montesarchio (BN) a seguito di una segnalata lite terminata poi con il ferimento di due persone attinte da colpi da arma da fuoco, di cui uno in codice rosso per le ferite riportate, e trasportate presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale “Rummo-San Pio” di Benevento.
La prima attività investigativa, eseguita nell’immediatezza, permetteva di accertare che verso le ore 15:45 alla frazione Cirignano era scaturito un diverbio tra due gruppi di persone appartenenti a due imprenditori locali entrambi impegnati nel commercio all’ingrosso di frutta e che un 54enne, nel corso della lite, esplodeva diversi colpi da arma da fuoco con la propria pistola, legalmente detenuta, all’indirizzo dei rivali, attingendo l’altro imprenditore di anni 45 e un suo autotrasportatore, di anni 55 e originario della provincia di Napoli. I motivi sono da ricondurre a dissidi di natura commerciale tra i dei due imprenditori in quanto si appurava che nei giorni antecedenti erano sorti delle animate discussioni fra autisti delle due ditte che vedeva coinvolto anche il figlio dell’autore del fatto.
Nel corso delle operazioni veniva tempestivamente rinvenuta la pistola utilizzata che risultava essere una Beretta calibro 9×21, completa di serbatoio vuoto, con una cartuccia contenuta nella camera di scoppio e inoltre, a conclusione di accurato sopralluogo eseguito da personale del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Benevento, si rinvenivano n. 2 bossoli e n. 5 cartucce integre dello stesso calibro dell’arma, recuperati all’interno del cestino dei rifiuti posto nel bagno della ditta di ortofrutta. La pistola unitamente al munizionamento rinvenuto, venivano sottoposti a sequestro.
Uno dei due feriti, il 55enne, veniva sottoposto ad intervento chirurgico e dichiarato in “prognosi riservata” mentre il 45enne veniva dimesso con prognosi di 10 giorni.
A conclusione delle attività, comprensive dell’escussione di alcune persone informate sui fatti e dopo aver stabilito l’esatta dinamica del ferimento, il 54enne veniva tratto in arresto per i reati di duplice tentato omicidio aggravato e porto illegale di arma comune da sparo con traduzione presso la Casa Circondariale di Benevento. La misura precautelare disposta dalla polizia giudiziaria in sede di indagini preliminari, verrà sottoposta alla convalida dell’Autorità giudiziaria, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.
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