Nel corso del tardo pomeriggio di ieri, all’esito dell’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, Ufficiali e Agenti di p.g del Commissariato di P.S di Ariano Irpino hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione delle misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa con la prescrizione di mantenere una distanza di almeno 500 metri dalla persona offesa e con le modalità di controllo del braccialetto elettronico emessa dal GIP del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, nei confronti di un 59enne abitante in Casalbore (AV) e gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e violenza privata nei confronti della coniuge.
Le indagini venivano avviate in seguito alla segnalazione dei sanitari del P.S dell’Ospedale Frangipane di Ariano Irpino in quanto la donna si era recata a visita mostrando segni di una recente aggressione e palesando profondo malessere per le condotte subite: nelle ore successive la stessa si determinava alla presentazione della querela e delineava il profondo stato di soggezione a cui era costretta da anni.
Nella specie, la persona offesa riferiva l’insieme di condotte aggressive, minatorie e fortemente offensive che subiva con abitualità dal marito che l’aveva relegata a una vita quotidiana insostenibile e sofferta, costellata di umiliazioni e violenze morali e non estranea a diversi episodi di aggressione fisica.
L’attività di indagine, dunque, articolatasi principalmente nell’acquisizione delle dichiarazioni della persona offesa nonché di alcuni appartenenti al nucleo familiare a conoscenza dei fatti e della figlia della coppia consentiva così di raccogliere celermente gravi indizi di reato a carico del 59enne che in recenti occasioni aveva altresì percosso violentemente la coniuge cagionandole “ematoma periorbitario bilaterale” e impedendole di uscire di casa nell’immediatezza al fine di ricevere le cure necessarie.
Il GIP presso il Tribunale di Benevento, accogliendo la richiesta della locale Procura, emetteva il provvedimento applicativo della misura cautelare delle misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa con le modalità di controllo del braccialetto elettronico, misure che applicate congiuntamente sono state ritenute proporzionate alla gravità della condotta nonché idonee a prevenire il rischio di reiterazione delle stesse a carico dell’indagato.
La misura oggi eseguita è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.
Il Giudice Monocratico del Tribunale di Benevento, dott.ssa Telaro, accogliendo la tesi degli Avvocati Vittorio Fucci e Daniela Martino, ha assolto Michelina Ciaramella, di 47 anni, e Francesca Ruggiero, di 24 anni, madre e figlia entrambe di Airola, dal reato di violenza privata aggravata.
In particolare alle 2 donne veniva contestato, in concorso tra loro, di aver usato violenza e minaccia, consistite nel proferire all’indirizzo di un’altra donna minacce di violenza, impedendo a quest’ultima di parcheggiare nel tratto di strada pubblica antistante alla propria attività commerciale, e così, costringendo la persona offesa a tollerare l’ingiusta imposizione e a modificare la propria abitudine di vita.
I fatti che erano contestati si sarebbero verificati ad Airola nel febbraio del 2020. Il Pubblico Ministero aveva chiesto una condanna a 2 mesi di reclusione per entrambe.
Il Giudice, all’esito della discussione, accogliendo la tesi degli Avvocati Vittorio Fucci e Daniela Martino, ha assolto Ciaramella e Ruggiero perché il fatto non sussiste.
L’uomo ora è indagato per sequestro di persona e violenza privata: i due hanno anche due bambine.
Nel pomeriggio di ieri, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri della Stazione di Benevento hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale del “divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi abitualmente dalla stessa frequentati”, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Benevento, a carico di un 29enne abitante nell’immediata periferia del capoluogo di Provincia allo stato gravemente indiziato dei reati di atti persecutori aggravati e sequestro di persona, nonché anche del reato di tentata violenza privata, nei confronti della ex compagna 27enne di Benevento.
L’indagine, avviata in data 16.3.2023, a seguito della denuncia – querela sporta presso gli Uffici del Comando Stazione Carabinieri di Benevento, ha consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza – mediante escussione della persona offesa e di più persone informate sui fatti – nei confronti dell’indagato in ordine a reiterate condotte moleste e minatorie poste in essere ai danni della ex compagna, consistenti in atti di violenza fisica e psicologica nonché minacce di vario genere avvenute anche a mezzo messaggi, a seguito della cessazione della loro relazione sentimentale, da cui erano nate due bambine, oggi rispettivamente di due anni e mezzo ed un anno e mezzo.
Le condotte, rappresentate nella denuncia/querela del marzo 2023, riguardavano fatti verificatisi sin dal Settembre 2022 concernenti aggressioni avvenute anche sul posto di lavoro, in ragione della incapacità dell’odierno indagato di accettare la fine della relazione con la persona offesa.
Tale condizione determinava condotte moleste e minatorie nonché violente ed ingiuriose ai danni della persona offesa accusata di essere una cattiva madre e minacciata di vedersi togliere le proprie figlie.
Numerosi i messaggi inviati tramite le applicazioni Whatsapp e Telegram, per conoscere gli spostamenti della donna e le sue nuove frequentazioni; inoltre, in occasione di incontri diretti l’indagato minacciava in varie occasioni la p.o. di agire per farle “ togliere le bambine” e denigrava la p.o. sia come madre che come compagna; in alcune occasioni, inoltre, la seguiva e pedinava.
In una occasione giungeva, peraltro, a chiuderla in casa per due ore privandola della libertà personale, dopo averla convinta con una scusa a salire sulla sua autovettura.
Tutto ciò causava un perdurante e grave stato di ansia e paura nella p.o. che aveva costantemente il timore di essere aggredita, minacciata ed offesa nonché un fondato timore per la propria incolumità ed, altresì, un mutamento delle sue abitudini di vita con una riduzione delle frequentazioni amicali.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, adottato nella fase delle indagini preliminari e il destinatario della stessa è allo stato indagato e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.