È indagato per violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate, il 67enne istruttore chinesiologo sottoposto ora agli arresti domiciliari.
Misura disposta a conclusione dell’attività investigativacoordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica ed eseguita dagli investigatori della Squadra Mobile della locale Questura, nel pomeriggio odierno.
L’uomo è ritenuto gravemente indiziato dei summenzionati delitti, commessi con l’aggravante di aver approfittato delle circostanze di tempo, di luogo e di persona tali da ostacolare la pubblica e privata difesa.
In particolare, nella ricostruzione accusatoria accolta dal Giudice, i gravi indizi attengono a condotte poste in essere nell’agosto del 2022 da parte dell’indagato, nella sua qualità di istruttore chinesiologo, consistite nel costringere – adducendo come motivazione il fatto che stava compiendo una “terapia energetica”, utile a fronteggiare le problematiche riscontrate e riferitegli dalla parte offesa (una 26enne) – quest’ultima a subire atti sessuali, tali da causare anche un’ecchimosi sulla parte interna delle cosce.
Genoa, Portanova condannato a 6 anni di reclusione per violenza sessuale
Il centrocampista del Genoa, Manolo Portanova, è stato condannato a 6 anni di reclusione dal tribunale di Siena per violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa senese di 21 anni.
I fatti risalirebbero alla notte tra il 30 e il 31 maggio 2021, nel corso di una festa in un’abitazione del centro storico della città toscana.
Il 22enne calciatore rossoblù, in aula oggi insieme allo zio Alessio Langella (anche lui condannato a sei anni) e Alessandro Cappiello (rinviato a giudizio), è stato poi condannato al pagamento di un risarcimento di 100mila euro alla ragazza, 20 mila alla madre e 10 mila all’associazione Donna chiama Donna (costituitasi parte civile).
Il calciatore ha usufruito di uno sconto di pena derivante dalla scelta del rito abbreviato, come anche lo zio dell’ex Juventus. La difesa di Portanova, che come gli altri imputati si è sempre dichiarato innocente, potrà ora presentare ricorso in appello.
Foto: Getty Images
Accusata di abusi su minore, respinto il ricorso della Prof
Resta ai domiciliari la trentottenne docente sannita (A.D.D.) accusata di violenza sessuale aggravata in danno a un dodicenne suo alunno.
Questa la decisione del Tribunale del Riesame di Napoli che ha, dunque, respinto il ricorso presentato dall’Avv. Angelo Leone, legale della donna.
Come ormai noto, i fatti sarebbero avvenuti in una scuola di Paolisi, dove la docente stava svolgendo una supplenza (leggi QUI).
Secondo l’accusa, la professoressa avrebbe dapprima instaurato con il minore prima un rapporto di “predilezione” in classe e, poi, un intenso rapporto telematico mediante plurime comunicazioni via whatsapp (messaggi, video e audio), inviandogli e chiedendogli di inviare a sua volta fotografie a contenuto esplicitamente sessuale, avviando conversazioni di esplicito contenuto sessuale. Tutto ciò è stato riprodotto in alcuni dvd inseriti nella documentazione processuale.
La donna davanti al GIP, Pietro Vinetti, rappresentando tutto il suo disagio per quanto accaduto, ammettendo di aver sbagliato nel dare troppa confidenza all’alunno, aveva provato a spiegare il clima instaurato in classe, sottolineando il forte legame che si era creato tra docenti e alunni in quella classe.
Proprio il GIP, su richiesta del sostituto procuratore Assunta Tillo, aveva emesso il provvedimento di custodia cautelare degli arresti domiciliari, oggetto del ricorso presentato dal legale della donna, il quale ha provato a ottenere per la docente una misura diversa, facendo leva sull’impossibilità per la stessa di reiterare il reato dato che l’incarico da supplente era scaduto.
Tesi, questa, che non ha convinto i Giudici del Riesame che, come detto in apertura, hanno confermato gli arresti domiciliari.
Accusato di violenza sessuale: assolto 20enne di Tocco Caudio
E’ stato prosciolto per mancanza di prove il 20 di Tocco Caudio, accusato di violenza sessuale ai danni di una 18enne di Montesarchio, affetta da un lieve tardo mentale.
Questa la decisione del GUP, dott.ssa Maria Di Carlo, in conclusione di una vicenda per la quale l’accusa, il PM dott.ssa Maria Colucci, aveva chiesto la condanna a 6 anni.
L’avvocato Antonio Leone, costituitosi per la parte civile, invece, aveva chiesto la dichiarazione di responsabilità dell’imputato e una provvisionale di 10.000 euro.
Archiviata, invece, la posizione del 18enne, sempre di Tocco Caudio, in un primo momento finito anch’egli al centro delle indagini.
Montesarchio, accusato di aver violentato la figlia: 47enne respinge le accuse e fornisce la propria versione dei fatti
Si è tenuto dinanzi al GIP di Benevento, Dott.ssa Camerlengo, l’interrogatorio di garanzia del quarantasettenne di Montesarchio accusato di presunte violenze sessuali perpetrate a danno della figlia, difeso dagli avvocati Vittorio Fucci e Cosimo Servodio.
L’indagato ha scelto di non avvalersi della facoltà di non rispondere e, durante l’interrogatorio, ha fornito la propria versione dei fatti, negando ogni addebito e fornendo interessanti elementi a confutazione della tesi accusatoria, che ha respinto decisamente.
Abusa sessualmente della figlia: divieto di avvicinamento per 47enne
Il GIP di Benevento, Dott.ssa Loredana Camerlengo, su richiesta del P.M. ha applicato la misura cautelare del divieto di avvicinamento a carico di un uomo di 47 anni, di Montesarchio, poiché ritenuto presuntivamente responsabile del rato di violenza sessuale nei confronti della figlia.
Si ritiene, presuntivamente, che l’indagato per un lungo lasso di tempo, dal 2007 al 2015, avrebbe abusato sessualmente della figlia nei momenti in cui i due si trovavano da soli, in assenza della moglie e degli atri familiari. L’indagato ha nominato quale proprio difensore di fiducia l’avvocato Vittorio Fucci.
Si attende la fissazione dell’interrogatorio di garanzia.
Violenza sessuale su 12enne: arrestata professoressa sannita
A seguito di una mirata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri della Stazione di Arpaia (BN) nella giornata odierna hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, nei confronti di una professoressa di una scuola secondaria di primo grado della provincia di Benevento, per il reato di violenza sessuale aggravata in danno di un alunno minorenne.
L’attività di indagini – avviate alla fine del mese di marzo 2022, a seguito della denuncia da parte del Dirigente del plesso scolastico e successivamente della querela sporta dai genitori del minorenne – consentiva di raccogliere celermente gravi elementi indiziari a carico dell’insegnante la quale, abusando della propria autorità, induceva il proprio alunno dodicenne a compiere e subire atti sessuali, abusando delle condizioni di inferiorità fisica del medesimo.
In particolare l’insegnante, approfittando della contiguità fisica in classe nonché dello stato di soggezione del proprio alunno, con un’opera di persuasione sottile e subdola – instaurando con il minore prima un rapporto di “predilezione” in classe poi un intenso rapporto telematico mediante plurime comunicazioni via whatsapp (messaggi, video e audio), inviandogli e chiedendogli di inviare a sua volta fotografie a contenuto esplicitamente sessuale, avviando conversazioni di esplicito contenuto sessuale – induceva il minore a compiere e subire atti sessuali sia in classe che virtualmente, con un’intensissima comunicazione telematica via whatsapp, in tutte le ore del giorno e soprattutto la sera fino a tarda notte. Il G.I.P. presso il Tribunale di Benevento, ritenuti sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, accoglieva la richiesta della Procura di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con divieto assoluto di ogni forma di comunicazione con i minori con qualsiasi mezzo ivi compreso il telefono cellulare, internet e social network, ricorrendo le esigenze cautelari e ritenendo la misura applicata quella più idonea a neutralizzare il rischio di reiterazione poiché l’indagata è apparsa non in grado di autoregolare i propri impulsi sessuali e la sola sospensione del rapporto lavorativo, cautelativamente applicata nella sede disciplinare, non è apparsa sufficiente a prevenire il rischio di contatti personali e telematici con minori.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.
Violenza sessuale su minori: agli arresti domiciliari 21enne sannita
Nel pomeriggio odierno, a seguito di attività d’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, la Squadra Mobile della Questura di Benevento ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, nei confronti di un uomo di anni 21 della Provincia di Benevento, ritenuto gravemente indiziato di una serie di episodi di violenza sessuale, anche in danno di minori, a partire dal 28 aprile al 2 giungo 2022.
In particolare, si sono acquisiti gravi indizi in ordine alle seguenti circostanze: l’uomo poneva in essere nei confronti delle vittime di sesso femminile, delle aggressioni consistite in atti sessuali commessi contro la loro volontà, sia che si trovassero da sole, che in compagnia di amiche; infatti, il modus operandi consisteva nel palpeggiare i glutei delle malcapitate, dopo averle seguite in silenzio ed essersi accertato che fossero impossibilitate a reagire e difendersi; in uno dei casi, la violenza sessuale si manifestava nell’aver palpeggiato i genitali della vittima.
Il compendio probatorio a sostegno dell’ipotesi investigativa deriva dalle dichiarazioni rese in denuncia dalle parti offese, riscontrate da ulteriori attività d’indagine, quali l’escussione di testimoni ai fatti nonché individuazione fotografica da parte delle vittime stesse; inoltre, gli investigatori della Squadra Mobile effettuavano accertamenti tecnici sul veicolo in uso all’indagato e visionavano i filmati dei sistemi di video sorveglianza pubblici e privati.
L’indagato veniva rintracciato presso la propria abitazione dove gli veniva notificata la misura cautelare sottoponendolo contestualmente agli arresti domiciliari.
I provvedimenti oggi eseguiti sono misure cautelari personali, disposte in sede di indagini preliminari, avverso le quali sono ammessi mezzi di impugnazione; i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
Violentava e maltrattava moglie e figli: 50enne finisce in carcere
A seguito di una mirata ed articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri della Stazione di Bonito (AV) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento nei confronti di un 50enne di Bonito, ritenuto gravemente indiziato dei delitti di maltrattamenti contro familiari e di violenza sessuale aggravata.
L’uomo, in stato di alterazione dovuta all’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti, diventava spesso fortemente aggressivo e violento nei confronti dell’intero nucleo familiare.
In particolare, in seguito a banali discussioni, percuoteva la moglie e i figli con calci e pugni, minacciando di ucciderli, se non avessero accolto le sue richieste e sottoponendoli a violenze fisiche e psicologiche, anche sessuali.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.
I tre, due uomini e una donna, avrebbero indotto una giovane a subire atti sessuali contro la sua volontà nell’abitazione di uno degli indagati.
A seguito di tempestiva attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, personale della Squadra Mobile della Questura di Benevento e della Polizia-Sezione di P.G. della locale Procura stanno eseguendo in data odierna tre misure cautelari -disposte dal GIP presso il Tribunale di Benevento conformemente alla richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica- degli arresti domiciliari nei confronti di due uomini ed una donna, gravemente indiziati del delitto di violenza sessuale di gruppo ex art. 609 octies c.p. nei confronti di una donna, nonchè, per uno degli indagati, per il reato di calunnia aggravata.
Le indagini relative alla violenza, avvenuta a Ceppaloni nel mese di dicembre 2021, sono consistite nell’immediata audizione della persona offesa -anche con l’ausilio di personale specializzato- e nella verifica delle relative dichiarazioni mediante l’escussione di persone informate sui fatti, attività di intercettazione, visite mediche, perquisizioni e sequestri, delicato confronto tra la versione dei fatti resa dalla vittima e quella fornita da una delle persone sottoposte alle indagini, acquisizione di documentazione e soprattutto delle conversazioni scambiate nell’immediatezza dei fatti e nei giorni successivi tramite l’applicativo whatsapp tra la persona offesa e uno degli indagati nonché tra gli indagati stessi: la valutazione complessiva degli elementi ha consentito -allo stato- di contestare provvisoriamente ai tre indagati di avere, in concorso tra loro, indotto una giovane donna, con cui gli stessi avevano trascorso la serata, a subire atti sessuali contro la sua volontà nell’abitazione di uno dei tre, approfittando ed abusando delle condizioni di inferiorità psichica e fisica della vittima, determinate dall’assunzione volontaria, da parte di tutti, di sostanze alcoliche nelle ore precedenti alla violenza.
Nei confronti di una delle persone sottoposte alle indagini si acquisivano gravi indizi di colpevolezza in ordine all’ulteriore reato di calunnia aggravata nei confronti della parte offesa, in quanto -interrogata dall’A.G. per fornire la propria versione dei fatti- denunciava falsamente di aver subito ella stessa una violenza sessuale da parte della vittima della violenza di gruppo.
I provvedimenti oggi eseguiti sono misure cautelari disposte in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, ed i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
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